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Milan, Kalulu: “Ibrahimovic è un motivatore, San Siro è casa mia”
Uno dei protagonisti della stagione del Milan è stato, senza dubbio, Pierre Kalulu. Il difensore, arrivato per pochi migliaia di euro, è diventato il simbolo della sostenibilità unita alla qualità.
Chi lo ha visto arrivare al Milan nell’estate 2020 a stento conosceva il suo nome. Giunto in rossonero dalla serie B francese, Pierre Kalulu è stata una operazione di completamento voluta da Paolo Maldini.
Nessuno avrebbe immaginato, però, che quel giocatore sconosciuto sarebbe, poi, diventato una delle colonne del Milan scudettato. A suon di prestazioni di carattere, Kalulu si è conquistato la fiducia di Stefano Pioli, e l’amore dei tifosi rossoneri.
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Il difensore francese si è raccontato nel corso della prima puntata della serie “City Stade“. Kalulu ha toccato vari temi, dal suo debutto con il Milan, fino al suo rapporto con Zlatan Ibrahimovic.
Di seguito ne riportiamo i passaggi più significativi.
Indice
Sugli inizi di carriera
“Sono nato come difensore. Dal Saint Priest, dove eravamo solidi, sono passato all’Olympique Lione. Non ero molto convinto di andarci, non volevo uscire dalla confort zone, ma è stato comunque un piacere giocare con loro. Qualche anno fa non ero il più atteso, giocavo molte partite bene e altre meno bene. Sono sempre stato il ragazzo del ‘sò di cosa sono capace'”.
Sull’arrivo al Milan
“Mi ero convinto che non fosse importante dove stessi andando. Mentre facevo la visita medica mi chiedevo cosa stessi facendo li in quel momento. Appena ebbi i documenti, però, firmai e non ci pensai più. Prima di firmare con il Milan non avevo mai firmato un contratto da professionista”.
Sul debutto con il Milan
“Il mio debutto è stato in trasferta, contro lo Sparta Praga, in Europa League. Non ho giocato per quattro mesi. L’allenatore pensava che ci fossero giocatori migliori di me in quel momento, c’era un ragazzo che giocava meglio. L’ultima partita di Europa League la giocai da centrocampista di sinistra. Quando non giochi non hai diritto a essere felice, tu devi inseguire i tuoi obiettivi. Nella mia prima partita mi ero talmente impegnato che non sentivo la tensione, andò benissimo, e l’allenatore si accorse della mia corsa e della mia forza”.
Su Zlatan Ibrahimovic
“Durante il periodo di adattamento, lui era spesso con me. Mi incoraggiava molto e mi chiedeva informazioni sul mio background. Lavoravo sodo, gli piaceva il mio atteggiamento”.
Su San Siro
“Siamo nel nostro posto, quello dove ci si sente a casa. Dove succedono le magie, le discussioni e gli avvenimenti dell’ultimo minuto”.
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Panchina Genoa, Gilardino pronto a firmare?
Panchina Genoa, dopo la vittoria netta nel posticipo contro il Cagliari il tecnico biellese ha parole al miele verso il Grifone.
Potrebbe chiudersi a breve con la fumata bianca la trattativa che dovrebbe portare al rinnovo di Gilardino con il club rossoblu. Il tecnico al primo anno di Serie A ha condotto il Genoa ad una salvezza tranquilla portando tutta la rosa ad una crescita importante, lavoro e impegno riconosciuto dai tifosi e dalla proprietà.
Per l’ex bomber si era ventilato un possibile ritorno alla Fiorentina questa volta da tecnico, ma nell’immediato dopo gara contro i sardi le parole di Gilardino sono state di un’apertura totale nei confronti del proprio club: “Io qui sto bene e lavoro bene. Mi auguro davvero ci possano essere tutti i presupposti per andare avanti. Ho grande affetto, stima e riconoscenza nei confronti di questa società, di questa piazza, di questa gente e di questa squadra. E sento che la cosa è ricambiata”, le parole raccolte da calciomercato.com.
Per Gilardino è pronto un contratto fino al 2027 a oltre un milione di euro più bonus: la penna è pronta…
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Milan, la Juventus non scioglie il nodo Allegri: si torna in corsa per Thiago Motta
Milan, i problemi non sono solamente in casa rossonera. Andremo qui di seguito ad analizzare la situazione bianconera e a rivelare una svolta sulla panchina.
Si è parlato nelle ultime ore di un’ennesima svolta sulla panchina rossonera. E lo abbiamo scritto questa mattina, i destini di Milan e Juventus paiono incrociarsi. Dopo la bocciatura di Lopetegui, la dirigenza rossonera pare essere tornata indietro sui suoi passi iniziali.
Ricordiamo infatti che a gennaio Moncada aveva a lungo parlato con Thiago Motta e Ibrahimovic con Antonio Conte. La pista con quest’ultimo pare ancora discretamente calda, tuttavia in queste ore sta tornando battuta la strada che potrebbe portare al tecnico del Bologna.
La Juventus, in caso di vittoria della Coppa Italia e di un buon finale di stagione, potrebbe a sorpresa pensare di tenere Massimiliano Allegri. Da cosa è scaturito questo cambio di posizione? Prevalentemente dal fatto che non sembra così facile disimpegnarsi del tecnico livornese il quale ha fatto sapere di volere ottemperare il suo contratto fino alla fine. Ergo, il rischio è che possa concedersi un anno sabbatico spesato dalla stessa Juventus.
Rimaniamo comunque coerenti con quanto scritto finora ribadendo il fatto che comunque la Juventus sembra piuttosto vicina ancora a Motta, ma adesso una fiche torniamo a giocarcela anche sul Milan.
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Juventus: “Vogliamo Cuadrado fuori dal Museo”
I rapporti tra la Juventus e Juan Cuadrado si sono inclinati notevolmente dopo il passaggio del colombiano ai rivali di sempre al termine della scorsa stagione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’esultanza del neo campione d’Italia durante i festeggiamenti dello scudetto dell’Inter, nel famoso coro “Chi non salta è juventino”, dove il calciatore si è lasciato andare facendo arrabbiare i suoi ex tifosi.
314 presenze con la maglia della Juventus non possono essere cancellati da un momento di goliardia, ma soprattutto perchè il colombiano quest’anno ha disputato solo nove partite con la nuova maglia.
La petizione è comunque partita da parte di alcuni tifosi che non vorrebbero più Cuadrado al J-Museum.
Come è stato in passato per Antonio Conte, anche lui protagonista con i rivali nerazzurri nel precedente scudetto, ora i tifosi della Juventus vorrebbero togliere la stella al giocatore colombiano.
Chiaramente non è una legge scritta e se la società bianconera volesse potrebbe togliere in qualsiasi momento dal proprio museo la figura di Cuadrado, ma come disse all’epoca Andrea Agnelli per la situazione Conte, la storia non si cambia.
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