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L’Adrenalina di Ibrahimovic, quando fu ad un passo dal Napoli: “Volevo essere Maradona”

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Milan

In uscita nelle librerie il nuovo best seller di Ibrahimovic, che si dimena tra i gesti tecnici di una carriera sontuosa e i suoi lati fragili. 

Tutti noi conosciamo Zlatan Ibrahimovic, soprattutto quando parla con le sue gesta in campo. Da oggi, però anche il lato nascosto del gigante di Malmoe entra prepotentemente nelle menti dei tifosi. E’ in uscita, infatti, il secondo libro sulla vita dell’attaccante svedese, intitolato “Adrenalina”.

Un best seller, quello scritto a due mani da Zlatan Ibrahimovic, che si compone di 10 capitoli, che esordiscono con un suo gesto in campo come incipit per arrivare ad aprire una finestra sul suo mondo nascosto, vissuto tra i sentimenti e le emozioni nascoste di una persona più umana di quello che traspare dalla telecamera.

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Dalla nuova fatica letteraria di Zlatan Ibrahimovic, tuttavia, emerge una rivelazione del passato che si intreccia con il calciomercato. Dalle rivelazioni del gigante svedese, infatti, si racconta come lo stesso giocatore sia stato vicino al Napoli.

L’accordo, si legge dalle anticipazioni de “La Gazzetta dello Sport”, era praticamente fatto per il dicembre 2019, ma con l’esonero di Carlo Ancelotti dalla panchina partenopea, ha convinto Zlatan Ibrahimovic a chiudere ogni discorso.

Queste alcuni passaggi sulla tentazione Napoli raccontate nel suo libro:

Qualche sera più tardi (dopo l’addio alla MLS…), sono a casa che sto guardando il documentario HBO su Diego Armando Maradona. A un certo punto passano le immagini di una vecchia partita del Napoli e inquadrano il pubblico del San Paolo. Lo stadio è pieno zeppo. Il regista stringe l’immagine sulla curva più calda, i ragazzi sono accalcati uno sull’altro, cantano, urlano, pestano dei tamburi, si percepisce un’elettricità incredibile. Mi raddrizzo sul divano, osservo con attenzione e sento che l’adrenalina comincia a pompare, qui, nelle vene del collo. Tum, tum, tum… Telefono subito a Mino: «Chiama il Napoli. Vado al Napoli».

«Il Napoli?»

«Sì, vado a giocare a Napoli.» «Ma sei sicuro?» mi chiede lui, perplesso.

«Tu vuoi che io continui a giocare? La mia adrenalina

sono i tifosi del Napoli. Vado là, a ogni partita porto allo stadio ottantamila persone e vinco lo scudetto come ai tempi di Diego. Con la vittoria del campionato italiano, li faccio impazzire tutti. Questa è la mia adrenalina.»

Parliamo con il club, trattiamo e troviamo l’accordo. Tutto fatto. Sono del Napoli. L’allenatore è Carlo Ancelotti, che conosco bene, siamo stati insieme a Parigi. È felicissimo di ritrovarmi, ci sentiamo quasi tutti i giorni. Mi spiega come intende farmi giocare.

Non ho parlato con il presidente, Aurelio De Laurentiis, ma lo conoscevo già. È successo qualche anno prima, mentre ero in vacanza a Los Angeles con la mia famiglia.

De Laurentiis aveva saputo che alloggiavamo nello stesso hotel e ci aveva lasciato un biglietto alla reception: «Questa sera siete invitati al ristorante». Allegata una nota con l’indirizzo.

Non sembrava un invito, ma un ordine. «Andiamo» ha detto subito Helena.

Abbiamo passato una serata molto piacevole. Individuo una casa a Posillipo che potrebbe fare al caso mio, ma, visto che devo restare solo sei mesi e tutti mi ripetono che la città è abbastanza caotica, sto valutando anche la possibilità di vivere in barca.

Il giorno in cui devo firmare a Napoli, l’11 dicembre 2019, il presidente De Laurentiis caccia Ancelotti. A metà campionato.

Ho una brutta sensazione. È un cattivo segnale. Io di questo presidente non posso fidarmi. Non può dare stabilità a me e alla squadra uno così. E poi so che Rino Gattuso, anche se è un amico, ha bisogno di un altro tipo di centravanti per il suo 4-3-3. Infatti, non si è fatto sentire. Salta tutto.

Qualche giorno dopo chiamo Mino e gli chiedo: «A chi servo di più? Qual è la squadra più nella merda?». Io non sto cercando un contratto, io sto cercando una sfida.

«Il Milan ha perso 5-0 a Bergamo.»

Di solito, per principio, non torno mai in una squadra in cui sono già stato con il rischio di fare peggio della volta precedente.

Ma questa volta è diverso. Il Milan ha perso 5-0. Ordino a Mino: «Chiama il Milan. Andiamo al Milan». La mia sfida sarà riportare al top uno dei più prestigiosi club del mondo. Se ci riesco, vale più di tutto quello che ho fatto nelle altre squadre. Questa è la mia adrenalina.”

Serie A

Giudice Sportivo, gli squalificati dopo la 34esima giornata: sono 9 i giocatori fermati

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Il Giudice Sportivo ferma nove giocatori dopo il 34esimo turno di Serie A: due giocatori espulsi e sette per essere stati ammoniti dopo la diffida.

Ecco il testo del comunicato della Lega Serie A:

il Giudice Sportivo, dott. Gerardo Mastrandrea, assistito da Stefania Ginesio e dal Rappresentante dell’A.I.A. Carlo Moretti, nel corso della riunione del 30 aprile 2024, ha assunto le decisioni qui di seguito riportate:

CALCIATORI ESPULSI 
SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA DI GARA
BEUKEMA Sam (Bologna): doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario.
TAMEZE AOUTSA Adrien Fidele (Torino): per avere commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete.

CALCIATORI NON ESPULSI 
SQUALIFICA PER UNA GIORNATA EFFETTIVA DI GARA
CABAL MURILLO Juan David (Hellas Verona): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
GAGLIARDINI Roberto (Monza): per comportamento scorretto nei con- fronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
MUSAH Yunus Dimoara (Milan): per comportamento scorretto nei con- fronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
PAYERO Martin Ismael (Udinese): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
PEREZ Patricio Nehuen (Udinese): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
PIEROZZI Niccolo (Salernitana): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione).
TRESSOLDI NETTO Ruan (Sassuolo): per comportamento scorretto nei confronti di un avversario; già diffidato (Quinta sanzione

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Serie A

Hellas Verona: contro la Fiorentina è atteso il sold out

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Hellas Verona

Hellas Verona: domenica i gialloblù sono attesi dal match contro la Fiorentina, in programma alle ore 15:00 allo Stadio Bentegodi, per la 35esima giornata.

Fiorentina

Il club scaligero domenica sarà di fronte alla Fiorentina per il match valevole per la 35esima giornata di Serie A.

Allo Stadio Bentegodi è attesa una grande cornice di pubblico, per un match importantissimo per i ragazzi di Marco Baroni in chiave salvezza.

Il club veneto ha voluto comunicare sui propri social la situazione della vendita dei tagliandi, comunicando che l’impianto potrebbe raggiungere  la sua capienza massima.

Si prevedono circa 21 mila spettatori per il match contro la squadra gigliata

Sono stati staccati 8 mila tagliandi in 24 ore dall’apertura delle vendite.

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Serie A

Balotelli: “Se ci fossi stato io al suo posto…”

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Balotelli

Mario Balotelli, ex attaccante di Milan e Inter, ha parlato delle scintille del derby e della festa Scudetto nerazzurra.

Balotelli

Balotelli

Dal veleno che scorreva nelle vene di Hakan Calhanoglu, alle scintille tra Denzel Dumfries contro Theo Hernandez hanno portato il derby milanese sulle prime pagine dei giornali: soprattutto per alcuni episodi discutibili.

Quanto accaduto due giorni fa ha fatto discutere anche durante la puntata di ‘Controcalcio’ di lunedì sera, dove erano presenti in live alcune vecchie glorie della Serie A, come Mario Balotelli, Emiliano Viviano e Radja Nainggolan.

E proprio con Balotelli si è parlato di Calhanoglu, di Dumfries e di Theo Hernandez: oltre che della rivalità tra Milan e Inter, in un contesto nella quale i nerazzurri hanno conquistare lo Scudetto proprio nel derby.

Indice

“Fossero questi gli sfottò del calcio”

Balotelli si è lasciato andare a una sonora risata senza condannare Dumfries: anzi, secondo lui è stata una goliardata sulla quale non vale la pena soffermarsi.

“Bellissimo. Bellissimo ragazzi. Fossero questi gli sfottò del calcio…”.

A questo punto, Viviano ha chiesto a Balotelli se a parti invertite si sarebbe creata una polemica sul razzismo:

“Sì, si sarebbe creata una polemica sul razzismo perché l’Italia è un paese di ignoranti, ma sicuramente non perché sarebbe stato razzismo”.

“Se ci fossi stato io al suo posto…”

Balotelli si mette poi nei panni di Theo Hernandez:

“Se fossi stato io al posto di Theo Hernandez avrei rosicato, però fa parte del calcio. Se avesse vinto lui probabilmente l’avrebbe fatto lui”.

Il pensiero su Calhanoglu

L’ex attaccante della Nazionale italiana ha espresso, poi, un’opinione anche sull’ex Hakan Calhanoglu:

“Devo essere sincero, è stato un signore. Fossi stato io Calhanoglu non sai cos’avrei combinato, lascia stare. Io avrei fatto mille volte peggio, lui è stato veramente un signore”.

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