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2021: l’anno in cui il calcio cambiò per sempre

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Se pensiamo di vivere una delle tante sessioni di mercato ricche di grandi colpi ci sbagliamo: questo è l’anno in cui nasce la nuova era del calcio, quella dominata da sceicchi e oligarchi russi.

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La Superlega e l’illusione del “calcio di tutti”

Per spiegare meglio tutto questo è necessario partire dall’annuncio della Superlega dello scorso Aprile, in cui 12 team, tra cui Juventus, Real Madrid e Barcellona su tutti, annunciavano la nascita di una nuova competizione europea, che avrebbe previsto la presenza stabile di 15 top club europei, tra cui i 12 club fondatori, oltre a 5 squadre selezionate in base ai meriti sportivi.

Benché si trattasse di qualcosa di nuovo per il calcio, ma già presente in altri sport, l’annuncio scatenò un polverone mediatico che faceva leva sulle minacce e accuse denigratorie da parte dell’UEFA e soprattutto del suo presidente Aleksander Ceferin.

Nonostante di fatto si trattasse di una nuova Champions League con criteri di qualificazione modificati, gran parte dei tifosi, anche dei 12 club fondatori, si scagliò contro l’annuncio, valutando la Superlega come l’atto di prepotenza dei ricchi nei confronti di chi si batte per garantire che il calcio appartenga a chiunque, senza distinzione di soldi. Niente di più lontano dalla realtà.

L’allarme lanciato da Andrea Agnelli

Andrea Agnelli nella conferenza stampa del 4 giugno scorso torna sul tema “La Superlega non è un colpo di stato, ma un grido disperato di allarme per un sistema che, consapevolmente o meno, si indirizza verso l’insolvenza”: se due mesi fa quelle parole sembravano più una giustificazione, oggi, a fronte della vicenda legata a Messi ci fanno riflettere di quanto fossero veritiere e allarmanti.

La pandemia è sicuramente stata la causa principale delle enormi perdite finanziarie registrate da tutti i top club europei, ma non è l’unica causa di tutti i mali del sistema calcio: il vero problema è nato quando i ricchi, i veri ricchi, hanno iniziato a “giocare” con il calcio, considerando una società calcistica come divertimento anziché come un’azienda che come ogni altra impresa deve necessariamente far quadrare i conti a fine anno.

PSG: il nuovo “dream team”

Non è un caso se Barcellona e Real Madrid fossero tra i club promotori della Superlega, ma ancora meno è un caso che il PSG fosse fuori dal progetto, perché non interessato (senza considerare il peso dell’assegnazione del mondiale al Qatar).

A Parigi non solo non sembrano aver risentito minimamente del danno economico legato alla pandemia, ma anzi è l’occasione per velocizzare il processo di potenziamento della squadra ai danni degli altri top club: per questo motivo stiamo assistendo alla costruzione di un dream team in pochi mesi, e quanti milioni di euro siano necessari per accaparrarsi i migliori giocatori del mondo è davvero l’ultimo dei problemi del potentissimo sceicco Nasser Al-Khelaifi.

Addio al concetto di ”azienda” calcistica

Un tempo per costruire una squadra di successo occorreva una proprietà solida dal punto di vista economico e che sapesse amministrare in modo eccellente la società al pari di un’azienda: ma come può esserci competizione tra chi punta a far quadrare il bilancio con chi sembra possedere risorse finanziarie e personali infinite? L’unica possibilità è stata cercare di imporre delle regole, quelle di fatto che corrispondono al noto fair play finanziario, che dovrebbero garantire una competizione “fair” appunto.

Tuttavia arriva un momento in cui le regole ostacolano interessi di uomini troppo ricchi e troppo potenti per essere limitati nel loro desiderio di dominio ed è in quel momento che i principi che dettano quelle regole cominciano a farsi confusi, i limiti imposti cominciano ad essere sempre più labili e le regole stesse iniziano a scricchiolare sino a perdere di valore: ecco, quel momento è arrivato.

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Panchina Genoa, Gilardino pronto a firmare?

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Genoa, Gilardino

Panchina Genoa, dopo la vittoria netta nel posticipo contro il Cagliari il tecnico biellese ha parole al miele verso il Grifone.

Potrebbe chiudersi a breve con la fumata bianca la trattativa che dovrebbe portare al rinnovo di Gilardino con il club rossoblu. Il tecnico al primo anno di Serie A ha condotto il Genoa ad una salvezza tranquilla portando tutta la rosa ad una crescita importante, lavoro e impegno riconosciuto dai tifosi e dalla proprietà.

Per l’ex bomber si era ventilato un possibile ritorno alla Fiorentina questa volta da tecnico, ma nell’immediato dopo gara contro i sardi le parole di Gilardino sono state di un’apertura totale nei confronti del proprio club: “Io qui sto bene e lavoro bene. Mi auguro davvero ci possano essere tutti i presupposti per andare avanti. Ho grande affetto, stima e riconoscenza nei confronti di questa società, di questa piazza, di questa gente e di questa squadra. E sento che la cosa è ricambiata”, le parole raccolte da calciomercato.com.

Per Gilardino è pronto un contratto fino al 2027 a oltre un milione di euro più bonus: la penna è pronta…

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Milan, la Juventus non scioglie il nodo Allegri: si torna in corsa per Thiago Motta

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Milan, i problemi non sono solamente in casa rossonera. Andremo qui di seguito ad analizzare la situazione bianconera e a rivelare una svolta sulla panchina.

Si è parlato nelle ultime ore di un’ennesima svolta sulla panchina rossonera. E lo abbiamo scritto questa mattina, i destini di Milan Juventus paiono incrociarsi. Dopo la bocciatura di Lopetegui, la dirigenza rossonera pare essere tornata indietro sui suoi passi iniziali.

Ricordiamo infatti che a gennaio Moncada aveva a lungo parlato con Thiago Motta Ibrahimovic con Antonio Conte. La pista con quest’ultimo pare ancora discretamente calda, tuttavia in queste ore sta tornando battuta la strada che potrebbe portare al tecnico del Bologna.

La Juventus, in caso di vittoria della Coppa Italia e di un buon finale di stagione, potrebbe a sorpresa pensare di tenere Massimiliano Allegri. Da cosa è scaturito questo cambio di posizione? Prevalentemente dal fatto che non sembra così facile disimpegnarsi del tecnico livornese il quale ha fatto sapere di volere ottemperare il suo contratto fino alla fine. Ergo, il rischio è che possa concedersi un anno sabbatico spesato dalla stessa Juventus.

Rimaniamo comunque coerenti con quanto scritto finora ribadendo il fatto che comunque la Juventus sembra piuttosto vicina ancora a Motta, ma adesso una fiche torniamo a giocarcela anche sul Milan.

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Juventus: “Vogliamo Cuadrado fuori dal Museo”

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Juan Cuadrado-Inter-2023-24

I rapporti tra la Juventus e Juan Cuadrado si sono inclinati notevolmente dopo il passaggio del colombiano ai rivali di sempre al termine della scorsa stagione.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’esultanza del neo campione d’Italia durante i festeggiamenti dello scudetto dell’Inter, nel famoso coro “Chi non salta è juventino”, dove il calciatore si è lasciato andare facendo arrabbiare i suoi ex tifosi.

Cuadrado

Juan Cuadrado, il giorno dopo aver raggiunto le 300 presenze in maglia bianconera.

314 presenze con la maglia della Juventus non possono essere cancellati da un momento di goliardia, ma soprattutto perchè il colombiano quest’anno ha disputato solo nove partite con la nuova maglia.

La petizione è comunque partita da parte di alcuni tifosi che non vorrebbero più Cuadrado al J-Museum.

Come è stato in passato per Antonio Conte, anche lui protagonista con i rivali nerazzurri nel precedente scudetto, ora i tifosi della Juventus vorrebbero togliere la stella al giocatore colombiano.

Chiaramente non è una legge scritta e se la società bianconera volesse potrebbe togliere in qualsiasi momento dal proprio museo la figura di Cuadrado, ma come disse all’epoca Andrea Agnelli per la situazione Conte, la storia non si cambia.

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