Serie A
Venezia-Milan 0-3, il Diavolo passeggia in laguna: le pagelle
Venezia-Milan 0-3, tutto troppo facile per gli uomini di Pioli che in evidenti difficoltà di formazione riescono con la forza del collettivo a sopperirne la mancanza, dominare la gara e portare a casa la terza vittoria consecutiva. Reti di Ibrahimovic al secondo minuto e di Theo Hernandez autore di una doppietta. Andiamo qui di seguito a leggere le pagelle dei rossoneri.

Maignan 6,5: nonostante non venga praticamente quasi mai impegnato, trasmette sicurezza e con i piedi è più disciplinato di un trequartista.
Florenzi 7: in evidente stato di grazia, si propone spesso in attacco e sfiora il gol con una gran bordata che Romero alza sopra la traversa (dal 43’ st Stanga: sv).
Kalulu 7: l’attacco del Venezia non crea grosse occasioni da rete, ma ad impressionare è la tranquillità del francese classe 2000. La chiusura su Okereke equivale ad un gol. Molto attento anche sul gioco aereo.
Gabbia 6,5: idem come sopra, prova decisamente buona per il centrale il quale soffre una volta sola su ripartenza di Orekeke che lo obbliga a fermarlo con la forza.
Theo Hernandez 8: prova superba per il francese che trova la doppietta, impensierisce costantemente la difesa del Venezia, ma offre una prestazione maiuscola anche in fase di copertura. La fascia da capitano lo galvanizza.
Tonali 7,5: altra partita degna di nota per il classe 2000 rossonero che sbaglia praticamente nulla e morde rabbioso più che mai.
Bakayoko 6: in netta ripresa se non fosse per una certa quantità di palloni non domati in maniera corretta. Averlo però alle calcagna non è mai bello, il francese sa fermare l’azione e probabilmente merita qualche occasione in più per ritrovare conduzione.
Saelemaekers 5: una serie di errori a ripetizione, un giallo evitabilissimo e la solita tanta corsa a vuoto. Pioli lo lascia giustamente negli spogliatoi (dal 46’ Messias 6: non crea particolari occasioni, ma la sua tecnica permette al Milan di amministrare bene il secondo tempo)
Brahim Diaz 5: grande sacrificio, a un trequartista deve fare altro. Non salta una volta l’uomo e, contro i lagunari, probabilmente non era impresa così ardua. Colpisce un pallone a ridosso dell’area di rigore e lo manda fuori dallo stadio (dal 27’ Maldini 5,5: troppo lezioso e leggero)
Leao 7,5: una gara quasi perfetta, due assist al bacio, peccato che si intestardisca troppo a tenere il pallone cercando di dribblare tutta la difesa del Venezia (dal 17’ st Rebic 6: gli mancano i giri giusti, ma entra bene in partita).
Ibrahimovic 6: inizia benissimo trovando il tocco su assist di Leao. Amministra la gara con mestiere. (Dal 27’ st Giroud 6: entra quando la gara ha più niente da dire, gestisce bene il peso dell’attacco)
Pioli 7: terza vittoria consecutiva, gara preparata bene in un contesto di totale emergenza tra Covid ed infortuni. Ne esce vittorioso con tutti i cambi effettuati nella giusta maniera.
Serie A
Torino, Vlasic è l’uomo del momento: si lavora al rinnovo
Nikola Vlasic pronto a prolungare il suo contratto con il Torino fino al 2028, un segnale forte di fiducia per il futuro del club granata.
L’importanza del prolungamento di Vlasic
Il Torino sta pianificando di estendere il contratto di Nikola Vlasic fino al 2028, una mossa strategica che dimostra quanto il club creda nel talento e nel contributo del calciatore croato. Vlasic, arrivato al Torino con grandi aspettative, ha dimostrato di essere un elemento chiave per la squadra, aggiungendo qualità e determinazione al centrocampo granata.
Un tassello fondamentale per il futuro del Torino
Il prolungamento del contratto di Vlasic non è solo una buona notizia per i tifosi, ma rappresenta anche un passo importante nella costruzione di una squadra competitiva per il futuro. Mantenere giocatori di alto livello come Vlasic è essenziale per il Torino, che mira a consolidarsi nella parte alta della classifica della Serie A. Questo rinnovo è un chiaro messaggio di continuità e ambizione da parte della dirigenza torinese.
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Fonte: l’account X di Schira
#Torino are planning Nikola #Vlasic’s contract extension until 2028. #transfers
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 22, 2025
Serie A
Roma, Ziolkowski è un diamante grezzo su cui Gasperini vuole lavorare
Il classe 2005 Ziolkowski, arrivato alla Roma in estate, è un giocatore che ha delle grandi potenzialità, ma dev’essere sgrezzato da un grande allenatore: Gasperini pronto a rimboccarsi le maniche.
L’acquisto del giovane polacco è arrivato un pochino in sordina, senza dare particolarmente nell’occhio. Questo ovviamente ha aiutato a non mettere ulteriore pressione addosso ad un classe 2005 che è passato da un campionato di livello modesto, ad una piazza come Roma, dopo poco tempo tra i professionisti.
Il giocatore però, ha già dimostrato di avere le spalle larghe e grande personalità, nonostante i soli 20 anni. Non ha battuto ciglio dopo la sostituzione al 30′ minuto contro il Victoria Plzen, è entrato con carattere e spensieratezza nei minuti finali contro l’Inter, ma soprattutto ha messo in scena una grande prestazione per 90 minuti all’Allianz Stadium contro la Juventus.
Ziolkowski sta dimostrando in queste sue prime apparizioni con la maglia giallorossa, di avere grandi potenzialità. In alcuni casi commette alcuni errori attribuibili alla sua gioventù e alla sua “incoscienza”, inteso nella maniera positiva del termine. Questi però, servono per crescere e per far maturare il giocatore, che sotto la guida di Gian Piero Gasperini, può diventare un centrale di altissimo livello.

GIAN PIERO GASPERINI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, la scivolata è il tratto distintivo di Ziolkowski
Un particolare che è saltato all’occhio durante queste sue prime presenze, è sicuramente un ripetuto uso della scivolata. Un gesto tecnico che negli ultimi anni si vede sempre meno nei difensori, che stanno molto attenti per evitare sanzioni e cartellini.
Ziolkowski invece, riprendendo il concetto di incoscienza, entra spesso forte, sicuro e determinato, e il più delle volte riesce a sradicare il pallone dai piedi dell’attaccante.
Il giocatore è dotato anche di un’ottima velocità, che gli consente di stare dietro ad attaccanti molto rapidi, come nel caso di Openda. Deve sicuramente migliorare da un punto di vista delle scelte, delle letture e dell’esperienza in generale, ma con l’aiuto di Gasperini ha tutte le carte in regola per colmare i suoi difetti.
Serie A
Atalanta, cura Palladino: ora l’Europa non è più un miraggio
L’Atalanta continua a correre con Palladino in panchina: la vittoria col Genoa avvicina l’Europa, e aumenta la fiducia per il futuro.
Continua l’ottimo momento dell’Atalanta, che con la vittoria last minute contro il Genoa si è portata ora a soli tre punti dalla zona Europa. Un distacco che potrebbe diventare di sei lunghezze, considerando la partita in più rispetto al Bologna, impegnato in Supercoppa Italiana, ma che dall’arrivo di Raffaele Palladino in panchina non sembra più proibitivo.
Il cambio di passo è evidente. L’ex tecnico della Fiorentina ha riportato entusiasmo, identità e compattezza, non solo in campo ma anche nello spogliatoio e nell’ambiente. Palladino si è calato subito nel contesto bergamasco, con la sua solita umiltà, come dimostrato anche dall’esultanza insieme alla squadra dopo il gol decisivo contro il Grifone. Un’immagine che racconta bene il nuovo clima che si respira attorno alla Dea, tornata a sentirsi gruppo prima ancora che squadra.
Ma oltre alle sensazioni, ci sono soprattutto i risultati. Con Palladino in panchina l’Atalanta ha ottenuto sei vittorie in otto partite tra tutte le competizioni, numeri che certificano una vera e propria svolta dopo i mesi difficili della gestione Jurić, che ora sembrano un lontano ricordo. La Dea è tornata a vincere, a essere solida e soprattutto a credere di nuovo nei propri mezzi.

RAFFAELE PALLADINO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Atalanta, prossime tre partite decisive
Adesso, però, arriva il momento più delicato. Le prossime tre partite contro Inter, Roma e Bologna saranno decisive per capire le reali ambizioni di questa Atalanta. Un ciclo complicato, che dirà se il sogno europeo potrà diventare qualcosa di concreto o se servirà ancora pazienza.
La sensazione, però, è chiara: con Palladino la Dea ha cambiato passo. L’Europa non è più un miraggio, ma un obiettivo che ora, classifica alla mano, sembra finalmente alla portata.
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