Sinisa Mihajlovic è morto, troppo giovane, lo scorso 16 dicembre. Oggi avrebbe compiuto 54 anni: noi lo ricordiamo così.
I tifosi non si sono dimenticati di Sinisa Mihajlovic: lo dimostrano gli striscioni esposti ieri sera all’Olimpico di Roma in suo onore.
L’ex giocatore e allenatore, non a caso, alla Roma, c’è stato per due stagioni, dal 1992 al 1994.
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È iniziato tutto da Vukovar, che oggi è Croazia ma allora era Serbia. Nel bel mezzo della guerra in Jugoslavia.
Per sfuggire al conflitto, Sinisa e la famiglia si erano trasferiti a Budapest. Per poi rientrare in patria più avanti.
Lì, Mihajlovic aveva iniziato a giocare a calcio quando era ancora un bambino, partendo dalle giovanili di un club locale, il Borovo.
Da lì i primi successi, un paio di esperienze prima della grande prova alla Stella Rossa, nella quale ha conquistato una Champions League nel 1990-1991.
Da lì il salto senza ritorno verso l’Italia, dove ha trovato la Serie A e l’amore. A partire dal club giallorosso.
Dopo l’esperienza alla Roma, Sinisa era andato a giocare nella Sampdoria, dove ha conosciuto Roberto Mancini.
Il ct della Nazionale italiana, oltre ad essere stato suo compagno di squadra sia in maglia blucerchiata che in biancoceleste, è diventato uno dei suoi più cari amici.
All’indomani della sua scomparsa raccontò un episodio divertente che ha visto protagonista il serbo: “Quando venne alla Sampdoria compròuna macchina gialla, un BMW sportivo. Me lo ricordo così.
E un giorno andò a prendere Arianna (Rapaccioni, la compagna, ndr) alla stazione a Genova. Era fermo davanti alla stazione, con questa macchina gialla, e un signore, uscito dalla stazione, è salito dietro.
Mihajlovic lo ha guardato e gli ha detto: ‘Che c***o fai qui dietro?’ E il signore gli ha risposto: ‘È un taxi…’. E Sinisa: ‘Ti sembra un taxi questo?
“.Mancini ne era così amico da averne lanciato la carriera da allenatore nel 2o06, quando lo volle come suo vice all’Inter.
La sua carriera da tecnico lo ha portato un po’ dappertutto: dall’Inter al Bologna, passando per Bologna, Sampdoria, Milan e la Nazionale serba.
La notizia della sua leucemia gli era arrivata all’indomani del rinnovo con il Bologna, nel luglio 2019. Nel 2020 era diventato anche cittadino onorario del capoluogo emiliano.
I bolognesi, e il resto dell’Italia, non lo dimenticheranno mai.
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