<p data-start="0" data-end="607"><strong>Matteo Materazzi è malato di SLA, lotta contro la malattia. Intanto una raccolta fondi e il sogno di una partita benefica per finanziare una possibile cura.</strong></p>
<h2 data-start="0" data-end="607">Materazzi: le parole sulla diagnosi</h2>
<p data-start="0" data-end="607">Quando hai fatto del calcio la tua carriera, l’ultima cosa che vuoi è rimanere bloccato su una sedia. E non poter più nemmeno cmminare. Se sei cresciuto tra campi sportivi, spogliatoi e partite decisive, l’idea di perdere il controllo del tuo corpo è un incubo difficile anche solo da immaginare. Per <strong><a href="https://www.calciostyle.it/notizie/matteo-materazzi-e-il-dramma-della-sla-laiacs-si-mobilita-per-lui">Matteo Materazzi</a>,</strong> procuratore sportivo e fratello dell’ex campione del mondo <strong>Marco,</strong> quel pensiero è diventato realtà. Una diagnosi di SLA gli ha stravolto la vita nel giro di un anno. Lo ha spinto a lottare, ancora una volta, ma stavolta fuori dal campo, dove si gioca una partita durissima: quella contro il tempo.</p>
<p data-start="609" data-end="1135">In un’intervista intensa e toccante rilasciata a <em data-start="658" data-end="673">La Repubblica</em>, Matteo racconta il suo presente con lucidità e coraggio: “<em>Con questa malattia è vietato sperare, ma io voglio vivere. Di notte sogno di correre ancora</em>”. La voce è quella di chi ha conosciuto da vicino lo sport, ma soprattutto il dolore. Ogni giorno è una sfida. Serve aiuto per tutto: per lavarsi, vestirsi, salire in macchina, persino mangiare. Le mani si muovono ancora, ma le braccia non rispondono più come prima. E le notti sono un calvario di crampi e formicolii.</p>
<p data-start="1137" data-end="1345">“<em>Mi spaventa non vedere crescere i miei figli</em>”, dice. È forse la frase che più racconta il lato disumano della SLA, che non si limita a colpire i muscoli, ma scava dentro gli affetti, strappa pezzi di futuro.</p>
<h2 data-start="1137" data-end="1345">Uno per tutti</h2>
<p data-start="1347" data-end="1700">Ma Matteo non è solo. Al suo fianco, la moglie <strong>Maura</strong> ha deciso di rendere pubblica la battaglia lanciando una<a href="https://www.gofundme.com/f/wjkcp-una-speranza-per-matteo"> raccolta fondi su <em>GoFundMe</em></a> per finanziare terapie sperimentali. “<em>I malati di SLA spendono cifre enormi</em>&#8221; spiega lui. &#8220;<em>E la burocrazia è lenta, mentre la malattia corre. Abbiamo già speso 100mila euro solo per rendere la mia giornata vivibile</em>”.</p>
<p data-start="1702" data-end="2102">E così nasce un progetto concreto. L&#8217;intento è quello di sviluppare un farmaco per la mutazione genetica che ha colpito lui e tanti altri (sono <a href="https://www.old.aoucagliari.it/home/it/visualizza_notizia.page?contentId=NWS133664">300 solo in Sardegna</a>). La Columbia University e un laboratorio di San Diego hanno avanzato proposte: servono 2,5 milioni di euro per creare e testare un ASO (oligonucleotide antisenso) e tentare di portare una cura anche in Italia. “<em>Forse non servirà a me, ma potrà salvare altri</em>”.</p>
<p data-start="2104" data-end="2400">Il calcio, ancora una volta, fa squadra. Sono arrivate donazioni da grandi nomi del pallone: <strong>Antonio Conte</strong> e la moglie <strong>Elisabetta, <a href="https://www.calciostyle.it/calciomercato/inter-carnevali-inzaghi-via-senza-indennizzo-non-lo-capisco-per-lookman-alla-fine-troveranno-la-soluzione">Simone Inzaghi</a></strong> e <strong>Gaia.</strong> Persino <strong>Ibrahimovic</strong> ha fatto arrivare il suo sostegno con un messaggio e un’emoji: “<em>L’ho conosciuto quando giocava con Marco</em>”, ricorda Matteo.</p>
<p data-start="2402" data-end="2686">E proprio Marco Materazzi, fratello e simbolo del trionfo mondiale del 2006, è vicino più che mai. “<em>Ci videochiamiamo ogni giorno. Provo a recuperare il tempo perso. Vuole organizzare una partita benefica all’Olimpico: gli Azzurri 2006 contro un’All Star degli stranieri del passato”.</em></p>
<p data-start="2688" data-end="3033" data-is-last-node="" data-is-only-node="">Il pallone può diventare di nuovo un’occasione per cambiare le cose, per trasformare una battaglia personale in una causa collettiva. Quella che Matteo sta giocando con tenacia e dignità, ogni giorno, contro una malattia che non fa sconti. Ma che non è riuscita, a togliergli il sogno di tornare a correre. Anche solo in sogno.</p>
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Aggiornato al 06/08/2025 14:57
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