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Il Leicester di Maresca è un disastro: terza sconfitta di fila e promozione a rischio

Il Leicester ha dilapidato quasi del tutto il cospicuo vantaggio accumulato nella sua prima sensazionale parte di stagione.

 

Che qualcosa nel Leicester di Enzo Maresca non andasse era evidente anche quando le cose andavano bene. Nonostante le vittorie e un primato in classifica che sembrava impossibile da scalfire, l’espressione calcistica messa in mostra dalle foxes ha sempre lasciato estremamente a desiderare.

Lo dimostra il nervosismo palesato dallo stesso tecnico italiano in conferenza stampa, quando i colleghi inglesi gli hanno chiesto cosa ne pensasse dei copiosi fischi che puntualmente piovevano da un settore del King Power Stadium a ogni tentativo di costruzione dal basso.

Maresca gioca peggio di De Zerbi

Il calcio di Maresca non piace ai tifosi del Leicester, ma quello è, con ogni probabilità, è il male minore. Nel calcio, a meno di non essere haters di professione e non avere quindi voce in capitolo, contano i risultati e fin quando un allenatore porta i risultati nessun tifoso lo contesta.

Tuttavia, che quello delle volpi sia un calcio terribile da guardare è un qualcosa che nell’East Midlands si fa sempre più fatica a tollerare.

Le vittorie hanno tenuto il castello di carta in piedi per un po’, ma oggi, dopo la terza sconfitta consecutiva in Championship e il vantaggio acquisito sulle concorrenti gettato alle ortiche in un paio di settimane, la sopportazione dei tifosi della Blue Army si appresta a prendere la via del non ritorno.

Quella di Maresca è una squadra monocorde. Capace di recitare un solo spartito e senza uno straccio di piano alternativo. Quando non si riesce a giocare il calcio che si gioca di solito, la manovra degli inglesi diventa lenta, orizzontale, prevedibile e facile da disinnescare per qualunque difesa compatta e ordinata.

Photo Source: LCFC.com

Leicester, promozione a rischio?

Se fino a poco tempo fa la promozione in Premier League delle foxes sembrava una pura e semplice formalità, oggi, con il margine sulla zona playoff ridotto a cinque minuti, lo spettro di un altro anno in Championship inizia a serpeggiare sinistramente nelle menti dei tifosi.

Forse è presto per farsi prendere dagli allarmismi. Nella sconfitta di oggi contro il QPR, alle foxes mancavano Vestergaard, Ndidi, Ricardo Pereira e McAteer. Senza considerare Praet, uscito dopo pochi minuti a causa di un problema fisico. Non si può poi ignorare la fatica accumulata nei centoventi minuti di Bournemouth negli ottavi di finale di F.A. Cup di martedì.

Il problema, però, risiede proprio in questo aspetto. Il Leicester non sembra poter prescindere dai suoi tre principali costruttori di gioco. Vale a dire i due sopracitati Pereira e Vestergaard, oltre a Winks. E quando almeno due di questi non timbrano il cartellino, l’espressione della squadra smette di essere corale e si poggia completamente sulle spalle di Mavididi e Fatawu.

A oggi le foxes rimangono le favorite non solo per conquistare la promozione ma anche per vincere il campionato, perché prima o poi gli infortunati rientreranno e il calendario darà tregua. Tuttavia, il ritorno immediato in Premier è l’obiettivo minimo della dirigenza.

Una conditio sine qua non di cui non si dovrebbe neppure discutere. Riuscire a non vincere il campionato con una squadra del genere e dopo aver accumulato un simile vantaggio sarebbe un’impresa paragonabile a quella fatta da Ranieri

nel 2016. Dando per assodato un lieto epilogo a fine anno, difficilmente i tifosi riusciranno a rimanere tranquilli pensando a quanti punti la loro squadra potrà fare in Premier League giocando in questo modo.

Aggiornato al 02/03/2024 19:37

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Pubblicato da
Marco Palleschi Terzoli
Tag: Leicester

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