Europa, l’eldorado dei giovani calciatori africani. Lo sciacallaggio senza scrupoli di chi se ne approfitta. Il Fattore umano su Rai3 parla di questo dramma.
Il fenomeno è il titolo della puntata del programma di Rai3 che ha affrontato la dolorosa emergenza del traffico criminale dei ragazzi che inseguono la speranza.
Indice
Apre il documentario Gigi Riva, ex calciatore, giornalista e scrittore. Sostiene che il guaio è il modello europeo del successo facile nel pallone venduto ai ragazzi delle nazioni più povere. Che diventa il sogno più diffuso tra i bambini africani.
La tratta dei baby-calciatori è un fenomeno difficilmente sradicabile.
Le famiglie si indebitano, affidandosi a fantomatici “agenti” che invece li truffano. Una volta in Europa se non sfondano vengono letteralmente abbandonati.
Spesso vivono una doppia vita, fatta di bugie: a casa dicono che va tutto bene, al contrario sbarcano il lunario rubando, campando di espedienti, spacciando droga.
Solo a Parigi lo scorso anno i ragazzi in questa situazioni oscillavano tra i 14000 e i 15000.
Drogba, Sadio Mané, Samuel Kuffour, Michael Essien: loro “ce l’hanno fatta”. Esempi da seguire. Ma le cose non vanno sempre così.
Foot solidaire è un’associazione guidata dall’ex calciatore del Camerun Jean Claude Mbvoumin per contrastare questo fenomeno.
Chiede ai club europei di agire direttamente nelle nazioni africane. Costruire scuole e dentro le scuole organizzare accademie calcistiche, non il contrario.
I ragazzi portati in Europa dall’Africa possono valere una miniera d’oro. Il piccolo fenomeno viene preso a costo zero. Se ben sfruttato, rende e basta. Non c’è risarcimento per lui, per la famiglia o per un eventuale club da cui è stato preso.
Nel 2015 la Procura di Prato ha avviato un’indagine per immigrazione clandestina nei confronti del presidente della Sestese, Filippo Giusti, il presidente del Prato Paolo Toccafondi, il segretario del Prato Alessio Vignoli e Filippo Pacini, 37 anni, agente Fifa di origini toscane.
Con la scusa di uno stage sportivo i ragazzini ottengono un visto turistico. In alcuni casi venivano anche adottati da allenatori, spesso locali trasferiti in Italia: uno di questi è Gbanè, ivoriano assunto come allenatore alla Sestese. Ma una volta in Italia firma le carte con l’inganno per rinunciare alla patria potestà di due bambini che passa a Vignoli.
Gbanè dopo un anno viene privato di lavoro e casa. Dorme per 2 anni nella tribuna dello stadio della Sestese. Decide di fare causa. È così che parte l’indagine.
Tutta questa macchinazione sulla pelle delle persone e, soprattutto, dei bambini ha portato nelle tasche di presidenti, agenti, procuratori tanti, tantissimi soldi.
Un esempio: Christian Michael Kouakou Kouamé, ivoriano che ora gioca nella Fiorentina. Di tutto il gruppo con cui è stato selezionato, è l’unico che è diventato professionista. Con lui Giusti e Toccafondi
hanno guadagnato più di un milione di euro.Oppure Drissa Camara: centrocampista della Costa d’Avorio preso dal Caltara a costo zero da un agente italiano e tesserato con il Parma. Al club d’origine non è stato dato nulla. Anzi, il suo passato lì è completamente svanito nel nulla.
Aggiornato al 24/10/2023 11:09
Fabio Capello ha parlato, fra le altre cose, di Roberto De Zerbi nel corso del…
Antonio Conte continua a guardarsi attorno per capire quale sarà la sua prossima squadra: spunta…
Il futuro attaccante dell'Inter, Mehdi Taremi, ha salutato i tifosi del Porto nella sua ultima…
Stando a quanto riportato dai media turchi, l'Arsenal avrebbe chiuso per Ferdi Kadioglu: 24enne difensore…
Milan, lo avevamo anticipato in esclusiva una settimana fa e non possiamo che confermare grazie…
L'Atalanta di Gasperini ha quasi conquistato la qualificazione alla prossima Champions, ed ha in mano…