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Daniele Bartocci, un matrimonio al top. Calciostyle protagonista su Studio Piu’
Party a stelle e strisce per il giornalista marchigiano Daniele Bartocci e la sua sposa Martina. Calciostyle protagonista in diretta nazionale, con tanti ospiti big presenti al party.
Domenica 24 luglio sul Conero la cerimonia religiosa seguita dal pranzo a Villa Ester (Fermo) con intrattenimento e dj set a cura di Radio Studio Più (ospiti Dj Sandy e Christian Redox, volti noti della Dance Station d’Italia), con diretta nazionale sia in radio che in tv.
Un format matrimoniale tutt’altro che classico, tra interviste, giochi e interventi stile tavola rotonda, oltre che tanto romanticismo ovviamente, il tutto seguito in diretta da una delle top radio italiane.
Si tratta del primo matrimonio in diretta nella storia di Radio Studio Piu’, storica dance station del nostro paese.
E c’era anche Calciostyle che entra nello speciale albo d’oro.
Tra i presenti il Prof. Valerio Temperini, docente Università Politecnica Marche e membro del Consiglio Direttivo Parco del Conero, l’ex viceallenatore di Julio Velasco Alberto Santoni, il maestro campione del tennis Alessandro Carbonari, il cantante interista dei Capabrò Diego Brocani, l’Avvocato Bruno Bartocci (marchigiano d’adozione e che ha seguito la trattativa Milan-RedBird), il primo uomo italiano di Belen Rodriguez imprenditore Simone Bolognesi (volto noto di Uomini e Donne da noi intervistato di recente), il marchigiano protagonista del ballo internazionale e danza Lorenzo Tarabelli e tanti altri.
Una cerimonia emozionante per Martina e Daniele Bartocci (FOTO), giornalista vincitore negli ultimi tempi di vari premi come il premio Professionista dell’Anno Sport&Food, il premio Renato Cesarini come miglior giornalista under35, il premio di miglior blogger sportivo (Blog dell’anno 2020), il premio Myllennium Award a Roma.
Per Bartocci, che con Calciostyle ha condiviso tanti bei momenti, e la sua Martina una giornata indimenticabile.
Felicitazioni agli sposi.
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Pioli, secondo posto poi Napoli: il futuro del tecnico
Pioli, una serata da dimenticare quella di ieri sera in Europa League contro la Roma. Andiamo a vedere cosa gli riserverà il futuro in base alle informazioni che abbiamo raccolto.
“Portate pazienza fino alla fine della stagione”, questo ha detto ieri sera Stefano Pioli durante la conferenza stampa che ha messo i titoli di coda alla partecipazione in Europa League. E a dire il vero, di pazienza i tifosi ne hanno sempre meno.
Ma c’è un cammino in campionato da portare avanti, un secondo posto da difendere con le unghie e coi denti e soprattutto un derby da giocare lunedì sera. Ci si aspetta una reazione decisa, sebbene i cugini interisti abbiano mille motivazioni per fare bene proprio in quella serata.
Il futuro di Pioli è praticamente già scritto, noi di Calcio Style lo sosteniamo da tempo. Non è sicuramente una partita a spostare l’ago della bilancia a favore o contro il tecnico parmense. La decisione era già stata presa e, con la gara di ieri, si è solamente fortificata l’idea tra la dirigenza di avere fatto la scelta giusta.
Ci sono buone possibilità che Pioli possa scendere al sud Italia ed accasarsi al Napoli. Nonostante De Laurentiis abbia finora fatto una corte serrata ad Antonio Conte, anche l’ego ha una certa importanza. Vedersi respinto in almeno 3 occasioni non deve di certo essere piaciuto al vulcanico presidente partenopeo il quale avrebbe deciso di puntare su Pioli.
Un allenatore ideale per ricostruire un ambiente complicato. Lo abbiamo visto con il Milan quando da zero ha saputo portare la squadra allo scudetto. Anche dal punto di vista dell’ingaggio, Pioli sarebbe decisamente più a buon mercato rispetto al leccese. Tra De Laurentiis e Pioli ci sono stati contatti diverse settimane fa. Il tecnico parmense aveva fatto capire di essere lusingato dall’interesse, tuttavia non si era pronunciato perché concentrato sulla stagione in corso. Come più volte detto, si ragionerà a bocce ferme, ma siamo certi che le cose stiano andando avanti.
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Roma-Milan 2-1, De Rossi inchioda il Diavolo: le pagelle
Roma-Milan 2-1, i capitolini battono i rossoneri e si guadagnano il passaggio del turno in Europa League. All’Olimpico i giallorossi si impongono grazie ai gol di Mancini e Dybala. A nulla è servito il gol di Gabbia nel finale.
Maignan 6: ultimamente gli tocca spesso raccogliere palloni alle sue spalle, ma di colpe ne ha ben poche.
Calabria 4: concorso di colpa con il tecnico che lo utilizza (sbagliando) a centrocampo (dal 46 Reijnders 5: inspiegabile questo cambio)
Gabbia 5,5: errore su Dybala, ma tiene botta e segna la rete dei rossoneri
Tomori 5: cerca di reggere una situazione non facile. Balla in maniera eccessiva, ma ha l’attenuante del rientro
Theo Hernandez 4: si vede poco e si fa espellere nel finale
Musah 5: si innamora troppo del pallone, ma ha grinta da vendere. Uno dei meno peggio
Bennacer 5: prova complicata, viene sostituito per lasciare spazio ad un altro attaccante (dal 40’ Jovic 4: non incide)
Pulisic 4,5: sbaglia troppi palloni, la peggiore partita da quando è al Milan
Loftus-Cheek 4: in un pessimo stato di forma, si vede praticamente mai (dal 46’ Chukwueze 6: il più in forma)
Leao 3: grandi premesse, ma imbarazzante e al limite dell’irritante
Giroud 3: non gli si può chiedere di più, non ne ha
Pioli 2: sbaglia tutto, cambi inspiegabili e sotto l’aspetto della mentalità in campo non si commenta nemmeno. Subìsce in due occasioni una lezione di calcio da De Rossi
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Cannavaro: “La mia Juve era fortissima. Al Real non è permesso sbagliare nulla”
Fabio Cannavaro ha parlato ai microfoni di Radio Serie A soffermandosi in particolare sulle avventure con le maglie di Juventus e Real Madrid.
Fabio Cannavaro, leggenda del calcio italiano, è intervenuto ai microfoni di Radio Serie A ricordando i tempi dell’esperienze con le maglie di Juventus e Real Madrid.
Le parole di Cannavaro
“Dopo l’Inter trascorsi due anni a Torino dove i tifosi mi ritennero da subito ai livelli di Buffon e Del Piero, anche perché sul campo ho sempre garantito prestazioni importanti. Lì sono stato bene, ci hanno annullato due campionati ma la realtà è che quella era una Juve fortissima. Poi nel 2006 la società mi fece capire che c’era la necessità di cedere qualcuno e mi avvertirono della trattativa con il Real Madrid. Quando arrivi lì e visiti la sala trofei del club ti rendi conto che con quella maglia addosso non è permesso sbagliare nulla”
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