Europa League
Feyenoord-Roma, le formazioni ufficiali! Out Gimenez e gioca Svilar
Feyenoord e Roma si scontrano per la terza volta negli ultimi tre anni. Questa volta in palio c’è un posto agli ottavi di Europa League.
Il sorteggio dell’urna di Nyon è sembrata quasi uno scherzo. Mai nella storia di nessuna competizione UEFA due squadre si erano affrontate per tre anni consecutivi. Roma–Feyenoord è stata la finale della Conference League di due anni, ma anche il quarto di finale della scorsa Europa League.
Oggi vale un posto nelle migliori sedici della competizione e l’accesso agli ottavi di finale. Il Feyenoord è stato declassato dopo aver essere stato clamorosamente eliminato dalla Lazio nel girone di Champions League. La Roma, invece, ha incredibilmente terminato seconda il proprio girone: dietro allo Sparta Praga.
Quello di oggi è il sesto confronto fra la squadra capitolina e quella di Rotterdam. I precedenti sorridono ai giallorossi, che in cinque sfide con gli olandesi hanno perso soltanto una volta. 1-0 lo scorso Aprile, vittoria resa però inutile dal 4-1 che la squadra di Mourinho rifilò a quella di Slot al ritorno.
Il ritorno dei quarti di finale della scorsa edizione della Europa League è stata la terza vittoria della storia dei romani sul Feyenoord. Oltre alla nota finale di Conference League, i giallorossi vinsero anche 2-1 a Rotterdam il 26 Febbraio del 2015. All’epoca c’era ancora il vecchio format e prima degli ottavi non vi erano dei playoff, bensì dei sedicesimi di finale in cui la squadra allora allenata da Rudi Garcia ottenne la qualificazione dopo l’uno a uno dell’Olimpico.
Feyenoord-Roma, ecco le scelte dei due allenatori
Daniele De Rossi sceglie di proseguire la tradizione del “portiere di coppa” e fa sedere in panchina Rui Patricio (il cui futuro nella Capitale è sempre più incerto) in favore del giovane Svilar. A centrocampo titolare Bove mentre Zalewski torna nel suo ruolo di trequartista al posto di El Shaarawy.
Secondo portiere anche per Slot, che deve fare a meno di Bijlow (infortunato) mentre sono fuori dall’undici titolare anche tre pezzi grossi come Timber, il capitano Trauner e il bomber messicano Santi Gimenez.
FEYENOORD (4-3-3): Wellenreuther; Geertruida, Beelen, Hancko, Hartman; Wieffer, Zerrouki, Stengs; Minteh, Ueda, Paixao. Allenatore: Arne Slot.
ROMA (4-3-3): Svilar; Karsdorp, Mancini, Llorente, Spinazzola; Bove, Paredes, Pellegrini; Dybala, Lukaku, Zalewski. Allenatore: Daniele De Rossi.
Europa League
Europa League, designato l’arbitro della finale
Giornata di designazioni per la UEFA che dopo aver comunicato il fischietto della finale di Champions, ha svelato anche quello per la finale di Europa League.
Europa League, scelto l’arbitro della finale: vecchia conoscenza del calcio italiano
Mercoledì 22 maggio 2024 andrà in scena l’ultimo atto dell’Europa League che vedrà scontrarsi Bayer Leverkusen e Atalanta. Il tutto si svolgerà nella splendida cornice dell’Aviva Stadium di Dublino.
Tra le due squadre nascerà sicuramente un grande spettacolo vista la fantasia offensiva espressa durante questa stagione. Sarà Xabi Alonso VS Gasperini, due idee di calcio rivoluzionarie ed entusiasmanti.
Per l’occasione l’arbitro designato sarà Istvan Kovacs, di origine rumena ma dalla fama internazionale. In carriera ha collezionato 22 presenze in Champions League dal 2018 al 2024 mentre sono 20 quelle in Europa League. Inoltre, vanta la direzione della finale di Conference League vinta dalla Roma contro il Feyenoord nel 2022.
Per quanto riguarda i precedenti del fischietto con le due finaliste, l’unica partita da segnalare è Bayer Leverkusen-Porto risalente alla fase a gironi della Champions League 2022/2023.
Europa League
“Belli ciao” la cronistoria del day after di Leverkusen-Roma
Sconfitta e sfottuta. La ricostruzione degli sfottò (social e non solo) che il Bayer Leverkusen (e non solo) ha rivolto alla Roma.
Roma vicina all’impresa, ma non basta
“Una mattina mi sono alzato e ho trovato l’invasore“. Che, per una volta, non sono i tedeschi. E’ quello che deve aver pensato il Bayer Leverkusen, dopo che la Roma è andata a venti minuti dall’essere la prima squadra a espugnare la BayArena in questa stagione.
Una sensazione di latente fastidio, evidente sin dall’iniziale vantaggio firmato Paredes. Probabilmente non si aspettavano neppure di andare sotto di un gol, considerato che nei giorni antecedenti alla partita erano state promulgate le informazioni per la finale di Dublino, figuriamoci di due.
Una certezza di superiorità corroborata dalla vittoria dell’andata, ma che ha portato i tedeschi a giocare il ritorno quasi con spocchia. E, come spesso accade, quando una squadra approccia con sufficienza a un match è difficile raddrizzare l’inerzia di una partita storta.
Il focus non è un interruttore, che può essere acceso o spento a comando, e l’autogol di Mancini deve essere stato accolto dalla squadra di Xabi Alonso come una sorta di liberazione. Liberazione del proprio territorio, del proprio stadio, che una squadra percepita come ostile (straniera) stava occupando tentando di porre fine a quell’egemonia calcistica che da 48 partite li faceva sentire invincibili.
Mai più Neverkusen, ma la storia non si cancella
Tutto è cominciato con l’esultanza del Bayer Leverkusen alla qualificazione della Roma a discapito del Milan nei quarti di finale. Poi la gara d’andata, vinta due a zero dai tedeschi allo Stadio Olimpico seppur con qualche inaspettato patema, che ha conferito ai teutonici ulteriore consapevolezza nei propri mezzi tecnici.
Poi il ritorno, approcciato come una pura formalità e rischiato di trasformarsi in un incubo. Le granitiche certezze di una squadra prima incrinate, poi sfregiate e infine sul punto di crollare come un castello di carte. E il Bayer Leverkusen ha dimostrato, ancora una volta, che saper vincere è un’arte e che è ancora più importante di saper perdere perché sono più quelli che perdono che quelli che vincono.
Al Leverkusen il soprannome (ben poco edificante) Neverkusen ha pesato come un macigno e la frustrazione accumulata negli anni è esplosa in una dimostrazione di puerile arroganza, che non collima con l’espressione calcistica quasi aristocratica che spesso si vede in campo. Questo è il motivo principale per cui squadre storicamente non abituate a vincere crollano dopo una singola stagione di gloria.
E il comportamento di Frimpong, andato a stuzzicare Svilar dopo l’autogol che ha accorciato le distanze e che ha litigato praticamente con tutti al momento del cambio, esemplifica la condizione di chi non riesce a godersi una vittoria in quanto troppo spaventato dall’idea della sconfitta. E “Bella Ciao“, sparata a tutto volume dal DJ dello stadio, a fine partita ricorda la musica techno uscita dalle casse di San Siro dopo lo scudetto dell’Inter.
Europa League
Leverkusen, Xabi Alonso: “Dopo il 2-0 della Roma ho visto che i miei ragazzi volevano di più”
L’allenatore del Bayer Leverkusen Xabi Alonso ha parlato dopo il match contro la Roma che ha portato il club tedesco in finale.
Leverkusen, le parole di Xabi Alonso:
Di seguito le parole dell’allenatore del Bayer Leverkusen Xabi Alonso, dopo il match vinto contro la Roma in Europa League e che ha portato le Aspirine in finale:
“Wirtz ha preso una botta contro il Borussia Dortmund dalla quale non si è ripreso del tutto. Voleva aiutare la squadra ed esserci… L’ha fatto. Un giocatore come lui è un asset anche al 70%”.
“Siamo felici di essere arrivati alla finale. Ne giocheremo due in una settimana, come conseguenza di ciò. Abbiamo mostrato un grande carattere dopo il secondo gol della Roma. Ho guardato i miei giocatori negli occhi e ho visto che volevano dare di più. Abbiamo ancora la chance di vincere tre titoli, ciò che meriterebbero i miei ragazzi”.
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