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Ranking UEFA per club: classifica e come funziona

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Durante telecronache di partite internazionali per club o spulciando riviste e giornali specializzati sul calcio, sarà capitato decine e decine di volte di imbattersi nel termine ranking UEFA. Certo per chi mastica”un po’ di inglese sarà facile associare ranking con graduatoria o classifica, ma non tutti conoscono nel dettaglio i meccanismi UEFA e soprattutto cosa significa questo speciale ordine. Nel ranking UEFA degli ultimi cinque anni, dal 2016 al 2021, troviamo una sola squadra italiana nelle prime dieci posizioni: la Juventus tornata quest’anno sotto la guida di Max Allegri.

Juventus quinta, Roma tredicesima, Napoli solo ventesimo

Inutile ribadire che il dominio fatto registrare dai club italiani in Europa fra la fine degli anni ‘80 e il primo decennio del duemila è un lontano ricordo. L’ultima squadra italiana a vincere un trofeo europeo per club è stata infatti l’Inter allenata all’epoca da Mourinho, che si aggiudicò la Champions League 2009-2010 nella finale del Bernabéu contro il Bayern di Monaco.

Nella speciale classifica del ranking UEFA, il dominio è ora prettamente spagnolo e inglese, con il solo Bayern di Monaco a rompere questa tendenza e facendo entrare la Germania sul podio. Nei primi quattro posti dal 2016 al 2021 troviamo infatti stabili Bayern di Monaco primo la passata stagione con 134,000 punti totali, secondo il Real Madrid con 127,000 e terzo il City di Guardiola con 125,000 che anticipa di poco il Barcellona quarto con 122,000. Nel 2019-2020 la Spagna ha piazzato addirittura tre squadre fra le prime quattro: Real secondo, Barcellona terzo e l’Atletico di Simeone quarto.

Alla conclusione della stagione 2020/2021, la federazione spagnola vede tre propri club fra i primi dieci, mentre quella inglese quattro con Manchester United settimo, Liverpool e Arsenal rispettivamente nono e decimo. L’unica squadra francese è il PSG, che si è assestato all’ottavo posto nella stagione passata. Per trovare la prima squadra italiana in questa graduatoria bisogna arrivare al quinto posto occupato dalla Juventus, arrivato a quota 122,000 punti e quest’anno nuovamente pronto all’assalto dello Scudetto, come indicano le quote delle scommesse sulla Serie A, ma soprattutto della Champions League, competizione che Allegri ha sfiorato due volte prendendo altrettante finali. Napoli e Roma, le altre due italiane fra le prime venti, sono parecchio dietro: i giallorossi al tredicesimo posto e i partenopei al ventesimo.

Pixabay.com

Come si calcola il punteggio del ranking UEFA e a cosa serve?

Andando a sbirciare il coefficiente UEFA per nazioni, vediamo che l’Inghilterra occupa la prima posizione grazie ai tanti risultati conseguiti dai propri club negli ultimi cinque annim non ultimo quello rappresentato dalla finale tutta inglese della passata edizione della Champions League vinta dal Chelsea contro il Manchester City. La Spagna è invece seconda, mentre al terzo posto troviamo l’Italia, quarta la Germania spinta soprattutto da Bayern e Borussia Dortmund, mentre rimane quinta la Francia.

Ma che valenza ha questa classifica, e come viene calcolata? Innanzitutto non parliamo soltanto di prestigio, anche se quello conta e tanto soprattutto quando parliamo di livelli alti come le competizioni internazionali per club. Il coefficiente UEFA, altresì conosciuto come ranking, è un sistema in vigore dal 1979 per stilare una classifica di squadre di club e successivamente decidere quali e quante per ogni campionato nazionale parteciperanno alle successive competizioni continentali per club. Il sistema di punteggio attuale è in vigore dalla stagione 2018-2019, con delle piccole modifiche nella scorsa annata: per ciò che riguarda la Champions, la partecipazione alla fase a gironi  vale quattro punti, la vittoria dalla fase a gironi in poi vale due punti il pareggio dalla fase a gironi in poi rappresenta un punto e infine la partecipazione agli ottavi vale quattro punti.

Accade così che l’Italia ha per esempio perso una posizione per la nuova stagione, scendendo al quarto posto superata dalla Bundesliga, mentre il Portogallo supera la Russia che perde così un posto in Champions League. Dietro l’Italia c’è invece la Francia, che ha garantiti tre posti sicuri in Champions League, mentre dal decimo posto (Olanda) in poi, viene garantito l’accesso diretto alla massima competizione di un solo club.

I risultati delle italiane nelle coppe europee sono quindi importanti, oltre che per aspetti economici e di prestigio, anche per aprire le porte delle competizioni continentali a più squadre possibile.

Fondatore e Direttore Editoriale della testata giornalistica Calciostyle.it. Nato a Roma, classe 1981.

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Champions League, il nuovo format incuriosisce

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Champions League

La Champions League della prossima stagione promette sorprese importanti

Il nuovo format della massima competizione europea porta con sè molte novità importanti, a partire dalla prima fase che sarà a campionato. Ogni squadra dovrà giocare otto partite: quattro in casa e quattro in trasferta. La novità più importante – oltre al numero di incontri – è proprio quella di dover affrontare una sola squadra senza obbligo di andata e ritorno. Le partite saranno suddivise in maniera molto semplice: due contro compagini della prima fascia, due contro quelle di seconda, due contro quelle di terza e due contro quelle di quarta. Le prime otto accederanno direttamente agli ottavi di finale.

Dal nono posto al sedicesimo si affronteranno in una sorta di spareggio che decereterà le altre otto squadre qualificate agli ottavi di finale, da qui il format rimane lo stesso che conosciamo. Andata e ritorno fino alla finale unica che si disputerà il 31 maggio 2025 all’Allianz Arena di Monaco. Nessuna retrocessione in Europa League per le squadre partecipanti.

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Guardiola: “La Champions l’abbiamo vinta grazie a Lukaku”

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Guardiola

Tornato a parlare di Champions League dopo l’eliminazione contro il Real Madrid di Ancelotti, nonostante un’ottima prestazione, leggiamo le parole di Guardiola 

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Guardiola, sogno Champions sfumato

A volte il calcio è strano. E non sempre vince chi gioca meglio. Così è successo in occasione del ritorno dei quarti di finale di Champions League a Pep Guardiola e il suo Manchester City, caduti ai rigori sotto i colpi del solito Carlo Ancelotti e del Real Madrid. Questo mette fine al sogno di realizzare il Treble, o Triplete, come lo chiamano gli spagnoli. Restano ancora la FA Cup e la Premier League da portare a casa. Ma, nel frattempo, il tecnico spagnolo, ha voluto fare un curioso parallelismo ricordando la finale contro l’Inter della scorsa stagione.

Guardiola

Guardiola

La gratitudine di Guardiola

Non ha nulla da recriminare Guardiola. Né nulla per cui rimproverare i suoi giocatori. Anzi, per loro solo parole di gratitudine. Ecco cosa ha detto ai suoi: “Dopo la gara col Real ho ringraziato i miei calciatori. Siamo stati noi stessi più di sempre ma non è bastato. Per me la cosa più difficile non è alzare il trofeo, bensì essere lì per 6-7 anni di fila a lottare per vincere qualcosa. Questa è la cosa più difficile”.

Romelu Lukaku ai tempi dell'Inter - guardiola

La sfortuna di oggi e la fortuna di un anno fa

Guardiola ha sottolineato come tutti i tifosi e gli addetti ai lavori oggi dicano che il Manchester City avrebbe meritato il passaggio del turno. Tuttavia, il mister, sempre molto onesto intellettualmente, ha voluto fare una piccola e curiosa precisazione, in merito al concetto di fortuna. Ecco le sue parole: “Abbiamo perso l’ultima gara col Real dopo essere stati davvero bravi. Mentre con l’Inter abbiamo vinto la Champions con Lukaku che da tre metri, ripeto tre metri dalla linea di porta, da solo, ha colpito in pieno Ederson, il nostro portiere. Lì tutti hanno detto che il City era bravo, mentre col Real abbiamo fatto meglio senza però riuscire a segnare. Contano i dettagli, nel calcio è così e va accettato”.

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Real Madrid, Bellingham elogia Ancelotti: “È la nostra più grande forza”

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Real Madrid

Al termine della lotteria dei rigori, Jude Bellingham, stella nascente del Real Madrid ha parlato del match contro il Manchester City.

Jude Bellingham, asso del Real Madrid, al termine della gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Manchester City ha rilasciato una breve intervista ai microfoni di TNT Sports soffermandosi sul match dell’Etihad.

Nonostante il fuoriclasse inglese non abbia particolarmente brillato i Blancos sono riusciti a strappare il pass per la semifinale dopo un tesa gara, terminata con la lotteria dei rigori.

Sulla strada del Real Madrid verso la conquista della 15° Coppa dalle grandi orecchie ci sarà il Bayern Monaco, il quale ha fatto fuori l’Arsenal di Arteta con il risultato finale di 3-2.

Jude Bellingham - Depositphotos

Real Madrid, le parole di Bellingham

“È un sollievo perché abbiamo messo tutte le nostre energie. Sarebbe stato tremendo se all’improvviso ci avessero portato via la qualificazione. Bisognava lavorare davvero duro per batterli, vincere la partita è stata una ricompensa enorme. È davvero incredibile, momenti come questo sono magici ed è solo grazie alla mentalità e alla cura dei dettagli, come i rigori: i ragazzi hanno mantenuto la calma, è qualcosa di magico. È stato bellissimo; mio fratello era qui ed era la prima volta che mi vedeva giocare per il Real, ne sono davvero orgoglioso”.

Il fuoriclasse si è soffermato poi su Carlo Ancelotti:

“Non avrei mai potuto immaginare come sarebbe iniziata la mia storia con il Real Madrid. Sono orgoglioso di essere qui e spero che possa continuare a lungo. La nostra più grande forza è che il nostro allenatore trova il modo di darci libertà. È la calma fatta persona: l’ho sorpreso a sbadigliare prima della partita e gli ho chiesto se era stanco, mi ha risposto: ‘Vai ed emozionami!”.

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