Milan: molti sono i dubbi, ma non si torna indietro

È un Milan efficace quello che stiamo ammirando dal dopo lockdown, una squadra in forma atletica eccezionale, una mentalità finalmente vincente ed un gioco che da tempo non si vedeva. I meriti vanno divisi in modo equo, un plauso senz’altro alla serietà dei ragazzi che si sono sempre allenati anche durante la pausa seguendo le direttive dei preparatori atletici, alla grinta di Ibrahimovic che dal punto di vista motivazionale è secondo a nessuno ed al tecnico Pioli che nonostante un periodo sicuramente migliorabile, ha saputo raccogliere i cocci e piano piano unirli insieme fino a far diventare la squadra quasi indistruttibile. Il buon senso imporrebbe di veder come va da qui alla fine del campionato e, in caso di incoraggianti segnali, continuar con Pioli, quantomeno per convincere e convincersi di avere tratto insegnamento dagli errori del recente passato.

La scelta di Rangnick

Torniamo indietro di 7 mesi e con la testa andiamo sul campo di Bergamo dal quale il Milan esce battuto, surclassato ed umiliato dall’Atalanta che si impone per 5-0 e mostra tutti i limiti tecnici e mentali di una squadra allo sbando con un allenatore arrivato da poco per salvare il disastro lasciato da Gianpaolo. Da quella gara la proprietà Singer è furente, ordina a Gazidis di contattare Ralf Rangnick decidendosi ad attuare quella sorta di rivoluzione che già aveva in mente l’anno prima, ma che per mancanza di coraggio e di esperienza non aveva posto in essere. Nel frattempo i risultati del Milan continuano a stentare, abbiamo ancora sotto gli occhi la sconfitta a San Siro per 2-0 da parte del Genoa con il tecnico Pioli completamente allo sbando che sotto di due reti a fine gara fa entrare un difensore. Inspiegabile per chiunque. La dirigenza continua a pensare di avere fatto la scelta giusta, blocca definitivamente Rangnick ed imbastisce la trattativa durante la pausa per il Coronavirus.

Cosa fare ora?

Resta ovvio che alla base degli ultimi risultati confermare Pioli sarebbe probabilmente la scelta più giusta, ma con Rangnick cosa succederebbe? Una telefonata, abbiamo scherzato e arrivederci? Probabilmente no, esiste un pre accordo a titolo oneroso, difficile, anzi impossibile tornare indietro ancorché il mercato è stato imbastito secondo le idee del tecnico tedesco. Che senso avrebbe prendere profili graditi a Rangnick e tenere Pioli in panchina? E soprattutto, ipotizziamo che Pioli rimanga, se durante la prossima stagione i risultati stentassero ogni domenica ci sarebbe lo spauracchio dell’esonero avendo in società la presenza ingombrante di Rangnick. Ritengo che non si possa più tornare indietro. A Pioli vanno i sinceri ringraziamenti, ma il nuovo corso tocca a Rangnick con Gazidis 

in cima alla torre, se fallirà sarà il primo ad essere gettato giù e tutto il progetto a ruota. Il momento è epocale, il Milan può svoltare, mettere la freccia e tornare verso i fasti del passato, ma rischia in modo enorme un ennesimo capitombolo che potrebbe essere devastante in termini di appeal, di credibilità ed economici.

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Pubblicato da
Mauro Vigna
Tag: Milan

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