Milan: i rischi di prendere Rangnick

Milan è Ralf Rangncik: un matrimonio che si farà. Qualora ci fossero ancora dei dubbi, io onestamente non ne avevo da tempo, il tecnico tedesco sarà direttore tecnico ed al 99% anche allenatore con un briciolo di spiraglio lasciato volutamente ancora aperto a Stefano Pioli. I risultati del tecnico parmense – è bene per dovere di cronaca ricordarlo – non sono eccellenti. Le gare contro la Roma e la Lazio, culminate con due vittorie, sono state ben condotte, giocate da squadra vera, ma non dobbiamo dimenticare gli scivoloni di questo Milan, dal 5-0 contro l’Atalanta alla gara persa contro il Genoa ultimo in classifica e caratterizzata da errori anche tecnici davvero gravi.

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Un ordine che viene dall’alto

I tifosi non ne possono più di questa situazione di stallo, un limbo dal quale il Milan sta facendo fatica ad uscire, ma è l’attuale proprietà ad essere fortemente preoccupata ed adirata sulla gestione corrente, tanto che avrebbe ordinato a dicembre di prendere Rangnick. Da lì i dissapori con Boban e Maldini che avrebbero preferito altri profili con l’Ad Ivan Gazidis che altro non può fare che rispettare le idee del fondo Elliott e portare a termine il loro volere. Rangnick è stato infatti scelto da Singer per dare un colpo di spugna, un forte segnale di discontinuità rispetto al passato ed un progetto nuovo, ambizioso, ma dannatamente rischioso.

Si rischiano gli stessi errori

Il Milan dovrà essere attento e particolarmente oculato nel non ripetere gli stessi errori del passato. La scorsa stagione con Gattuso si è forse visto il migliore Milan della gestione Elliott, una squadra capace di giocarsi fino all’ultimo la qualificazione per la Champions. I rossoneri erano coesi intorno al loro tecnico e la squadra era costruita ad immagine e somiglianza di Gattuso, un errore imperdonabile esonerarlo, ma ancora peggio scegliere Gianpaolo 

quando si conoscevano perfettamente le caratteristiche dei giocatori del tutto inadatte a supportare e sopportare il gioco del tecnico abruzzese. Ed infatti abbiamo visto cosa è successo. E’ stato preso Pioli che ha fatto le stesse cose di Gattuso, ossia ha fatto giocare un calcio decisamente più semplice cercando di mettere a proprio agio ogni elemento della rosa e qualche cosa in più in termini di risultati si è visto. Quale potrebbe quindi essere l’errore? Non cambiare gli interpreti e cambiare l’allenatore. Chiamare Rangnick – prendete questa mia espressione con le pinze e con le dovute proporzioni – sarà come è stato lo scorso anno quando è stato chiamato Gianpaolo, se non verranno cambiati i giocatori. Ritengo che non ci siano molte possibilità, la società dovrebbe avere capito dai propri errori per non commetterne un altro altrettanto identico.

Si avrà il tempo di aspettare?

Un altro dubbio, immaginiamo che per 3-4 partite il gioco stentasse e non arrivassero i risultati. Immagino una gogna mediatica di bibliche proporzioni, Rangnick immediatamente messo sotto discussione e titoloni di giornali pronti a decapitare il tecnico tedesco. Avremo tempo di aspettare? I tifosi no di certo, ma scegiendo uno come Rangnick non si potrà pretendere altro, il suo gioco deve essere assimilato, sviscerato e non bastano di certo due gare per esprimere giudizi. Di contro il tedesco sono parecchi anni che non allena, dovrà riprendere il giro

ed anche questo necessiterà di ulteriore tempo. Quello che è certo è che la proprietà è disposta a difenderlo a spada tratta, è Singer che ha direttamente scelto l’ex Lipsia. Il Milan potrà diventare una bella realtà, ma solo ed esclusivamente se verrà dato tempo, altrimenti bisognerà prepararsi all’ennesima delusione.

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Pubblicato da
Mauro Vigna
Tag: Milan

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