Donnarumma, bufera Di Marzio: “Gigio voleva aspettare, ma il Milan…….”

Donnarumma, a distanza di alcuni mesi dalla chiacchieratissima quanto inaspettata cessione del portierone rossonero al PSG a parametro zero, arrivano rindondanti le parole di uno dei più famosi giornalisti sportivi. Entriamo qui di seguito nel dettaglio.

Continua ancora a far parlare la cessione a parametro zero di Gianluigi Donnarumma al Paris Saint Germain. È infatti Gianluca Di Marzio, noto giornalista sportivo ed esperto di mercato, a volere sollevare un vero e proprio polverone intervenendo sul canale YouTube ospite del collega Carlo Pellegatti. Ecco qui di seguito le sue parole.

” Non so quanti tifosi del Milan se lo ricordano, ma Donnarumma dopo Bergamo piange perché sa che quella sarà la sua ultima partita in rossonero. Nei giorni precedenti infatti gli era già stato detto che era stato acquistato un altro portiere. È stata una decisione del Milan di non aspettare. Donnarumma voleva aspettare la certezza della qualificazione in Champions League, ma il Milan non poteva aspettare perché rischiava di perdere Maignan a causa dell’inserimento della Roma. Il gol a sorpresa l’ha fatto il Milan, il portiere l’ha chiuso prima. Il lunedì dopo, se Gigio fosse stato chiamato in sede, avrebbe firmato con il Milan”.

Donnarumma, la verità è un’altra

Prendiamo atto delle parole di Di Marzio, ma al contempo non possiamo che nutrire dubbi sulla bontà delle stesse. Punto primo, Donnarumma avrebbe potuto parlare con la dirigenza che, solitamente, è sempre aperta a dialoghi costruttivi con ognuno dei suoi giocatori anzichè lasciare la palla al suo agente Mino Raiola.

Punto secondo, Donnarumma aveva una sorta di accordo verbale con Paratici per passare alla Juventus. Noi di Calcio Style, addirittura un anno fa, raccontammo nei dettagli l’operazione che non andò in porto semplicemente perchè nel frattempo Paratici lascio Torino e l’attuale dirigenza decise altrimenti.

Cosa successe è poi sotto gli occhi di tutti, Donnarumma andò al Paris Saint Germain che non aveva di certo necessità di altri portieri, ma la frittata ormai era fatta e, per non rimanere a piede libero a causa di richieste economiche che nessuno voleva soddisfare, a obtorto collo 

ha accettato la panchina di Parigi.