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L’evidente lezione del Sarrismo
E alla fine esonero fu. Come nella più classica delle storie nate male, in una calda mattinata di agosto si conclude mestamente l’avventura di Maurizio Sarri alla Juventus. Una scelta che aveva già sorpreso la scorsa estate quando dopo la separazione con Allegri, Agnelli non aveva mai fatto mistero di voler tentare il colpo Guardiola per poi ripiegare sull’ex Chelsea. Una scelta sicuramente filosofica, rinnovare il famoso “vincere è l’unica cosa che conta” abbinandolo anche ad una presunta bellezza calcistica. Si sa però che quando si va ad intaccare una mentalità radicata in 120 anni di storia il rischio fallimento è sempre dietro l’angolo. La vittoria dello scudetto, il nono consecutivo, attenua sicuramente il commento e forse lo rende anche inopportuno, ma la tanto auspicata ambizione all’estetico è miseramente naufragata sotto i colpi dei campioni della Juve che hanno clamorosamente smentito le idee di Sarri.
I calciatori prima delle idee
La stagione di Maurizio Sarri ha dimostrato una volta di più che nel calcio nessuna filosofia di gioco è più importante dei calciatori che la devono poi mettere in pratica. Gli artefici ultimi di ogni prestazione, di ogni partita, sono coloro che scendono in campo a correre dietro un pallone che rotola. Il Sarrismo, moda tipicamente nostrana dell’esaltazione del nulla, fu coniato a Napoli quando Sarri aveva giocatori con le caratteristiche giuste per sviluppare le sue idee di calcio. L’etichetta di allenatore “bello da vedere” è stata però successivamente smentita sia al Chelsea, dove pur vincendo non si sono più riviste certe dinamiche napoletane, e ancor di più alla Juve, club in cui per portare a casa lo scudetto l’ex banchiere si è dovuto piegare alle esigenze di un gruppo poco incline, per caratteristiche e per indole, a seguire le sue idee. Sarri alla Juve ha dunque vinto affidandosi ai campioni, quelli senza i quali nessuno schema o filosofia può mai funzionare.
Il pentimento di Agnelli
Quello maturato lungo tutta la stagione è stato il più grande pentimento dell’era Agnelli. La consapevolezza di aver fatto una scelta sbagliata, scoppiata poi fragorosamente dopo la clamorosa eliminazione col Lione negli ottavi di Champions, lo ha spinto all’inevitabile decisione odierna. In un club come la Juventus, fagocitore di trofei per antonomasia, vincere resterà sempre l’unica cosa che conta. E alla fine della stagione meno vincente del lunghissimo ciclo juventino (fino allo scorso anno i trofei portati a casa erano sempre stati almeno 2), il presidente bianconero ha forse capito che perseguire sulla strada conosciuta da un secolo è molto più produttivo che inseguire utopici sogni di frivola bellezza. Alla Juve conta vincere il più possibile. In barba all’incomprensibile Sarrismo.
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Cagliari-Roma, le ultimissime dall’Unipol Domus: Borrelli e Ferguson guidano gli attacchi di Pisacane e Gasperini
Alle ore 15:00 andrà in scena la sfida pomeridiana tra Cagliari e Roma all’Unipol Domus. Un incrocio tra ambizioni salvezza e vertice della classifica.
Cagliari–Roma sarà il match del pomeriggio di questa domenica di serie A, che sta vivendo un turno suddiviso su tre giorni e che si concluderà domani.
I padroni di casa hanno raccolto finora 11 punti, e per ora sono fuori dalla zona retrocessione, e ambiscono a tenere a distanza le inseguitrici.
Dal lato capitolino, invece, attualmente la classifica dice quarto posto con 27 punti, frutto di nove vittorie e quattro sconfitte.
Ultime Cagliari
Dopo la parentesi Coppa Italia, Pisacane torna a puntare sui titolarissimi.
Perciò Caprile difenderà i pali, con Zappa, Deiola e Luperto in difesa.
A centrocampo agiranno Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho e Obert, mentre in attacco Esposito affiancherà Borrelli.
Ultime Roma
Gasperini non può concedere cali di tensione ai suoi, soprattutto alla luce del risultato di ieri dell’Inter, che è scattato a +3 sui giallorossi, in attesa degli impegni di Napoli e Milan.
La settimana che va ad iniziare sarà caratterizzata dall’impegno in Europa League contro il Celtic, ma all’Unipol Domus sarà schierata la formazione migliore, senza calcoli.
L’unico dubbio riguarda l’attacco, con Ferguson che dovrebbe partire dal 1′, ma occhio a Dybala e Baldanzi, nel caso si dovesse puntare sull’attacco leggero.
Probabili formazioni
Cagliari (3-5-2): Caprile; Zappa, Deiola, Luperto; Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho, Obert; S.Esposito, Borrelli. Allenatore: Fabio Pisacane
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, N’Dicka, Hermoso; Celik, Cristante, Kone, Tsimikas; Soule, Pellegrini; Ferguson. Allenatore: Gian Piero Gasperini
La squadra arbitrale
Arbitro: Zufferli
Assistenti: Tegoni – Fontemurato
Quarto ufficiale: Di Marco
Var: Guida
AVar: Pezzuto
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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
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Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
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