Focus
Torino, ora servono i gol: il centrocampo deve dare di più
Il Torino arriva alla sosta con un nuovo spirito, ma l’infortunio del Cholito obbliga Baroni a cercare gol e risposte dal centrocampo.
Il Torino è arrivato a quest’ultima sosta del 2025 con uno spirito completamente diverso rispetto alla precedente. Allora, solo un pareggio contro la Lazio aveva evitato l’esonero di Baroni, che sembrava ormai scritto. Proprio quella gara nella Capitale ha però cambiato il volto dei granata, che da lì in poi hanno raccolto 2 vittorie e 3 pareggi nelle successive 5 partite, battendo il Napoli campione d’Italia e conquistando punti preziosi con Bologna e Juventus. Un altro Toro, più compatto, più convinto, più consapevole dei propri mezzi.
Alla ripresa del campionato, però, Baroni dovrà fare i conti con l’assenza pesante del Cholito Simeone, finora miglior marcatore granata con 4 reti. Recuperare quei gol non sarà semplice, anche perché il numero dei marcatori stagionali è finora ridotto: appena cinque, con tre attaccanti (Simeone, Che Adams e Ngonge) e due difensori (Saúl Coco e Maripán).
In attesa del ritorno al top di Duván Zapata, servirà che il resto della squadra inizi a incidere con maggior continuità.

NIKOLA VLASIC RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Torino, il centrocampo deve diventare determinante
Se c’è un reparto che può davvero aiutare Baroni a sopperire all’assenza del Cholito, è il centrocampo. Il primo nome è quello di Cesare Casadei: solo 2 gol dal suo ritorno in Italia, ma qualità da invasore che Baroni dovrà riuscire a valorizzare pienamente, perché il ragazzo ha gli inserimenti e la fisicità per diventare un’arma importante contro le difese avversarie.
Come lui, anche Nikola Vlašić dovrà alzare il livello: dal croato ci si aspetta molto di più, soprattutto in termini di continuità e presenza negli ultimi metri.
Un altro giocatore che può portare un contributo significativo è Tino Anjorin, che sta finalmente ritrovando condizione dopo la fascite plantare che lo ha frenato per tutto ottobre. Il suo talento può diventare una risorsa preziosa in una fase così delicata, soprattutto in attesa di capire i tempi di recupero di Ilić, per cui sembra profilarsi uno stop lungo, e di rivedere in campo Gineitis, che finora ha avuto poco spazio ma punta a rientrare nelle rotazioni al ritorno dalla sosta.
Se il Torino vuole dare continuità a questo momento positivo, il contributo del centrocampo sarà fondamentale: Baroni avrà bisogno dei loro gol, delle loro invenzioni e della loro personalità per mantenere alta la spinta e rendere sostenibile la corsa granata. Il cammino è ancora lungo: il Toro ha ritrovato il passo, ma ora serve aumentare i gol.
Focus
Garanzia Vincenzo Italiano: l’obiettivo minimo è sempre centrato
Nonostante l’emergenza in difesa, il Bologna batte il Celta Vigo e vede la fase a eliminazione diretta: con Vincenzo Italiano l’obiettivo minimo è una certezza.
La notte europea del Bologna contro il Celta Vigo è molto più di una semplice vittoria. È una conferma. I rossoblù superano una squadra che solo pochi giorni fa aveva espugnato il Bernabéu battendo 2-0 il Real Madrid, e lo fanno in condizioni tutt’altro che ideali, con una difesa falcidiata dalle assenze, e sfornando una delle prestazioni migliori dell’ultimo anno e mezzo.
Un successo pesante, fondamentale, che rilancia il percorso europeo del Bologna dopo un avvio altalenante e lo porta ormai a un passo dalla qualificazione alla fase a eliminazione diretta di Europa League. Con le ultime due vittorie consecutive, la squadra di Vincenzo Italiano non solo ha messo in cassaforte l’obiettivo minimo fissato dalla società, ma può legittimamente guardare più in alto: nei prossimi due match c’è la concreta possibilità di entrare tra le prime otto e garantirsi l’accesso diretto agli ottavi.
D’altronde, avere Vincenzo Italiano in panchina significa esattamente questo: sapere che, comunque vada, il traguardo minimo verrà raggiunto. Sempre.
Una carriera costruita sul superare i limiti
La storia di Italiano allenatore è una lunga sequenza di obiettivi centrati, spesso trasformati in imprese. Dall’incredibile terzo posto in Serie D con l’Arzignano Valchiampo, ben oltre le aspettative iniziali, alla promozione in Serie B con il Trapani passando dai playoff. Poi l’esperienza più emblematica: lo Spezia.
Nell’ottobre 2019 sembrava a un passo dall’esonero, invece riuscì a ricompattare l’ambiente e a trascinare i liguri fino ai playoff, culminati nel doppio confronto contro il Frosinone che valse una storica promozione in Serie A. Un traguardo che rese Italiano l’unico allenatore italiano ad aver vinto, anche consecutivamente, i playoff delle tre categorie nazionali.
Un biglietto da visita, arricchito poi dalla salvezza nella stagione seguente, che gli spalancò le porte di una piazza più ambiziosa come Firenze. Italiano ha riportato stabilmente in Europa una Fiorentina reduce da anni di anonimato grazie a un settimo e due ottavi posti, sfiorando più volte il colpo grosso: due finali di Conference League e una di Coppa Italia, perse ma comunque sintomo di un progetto tornato competitivo.

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Italiano, una garanzia anche a Bologna
Le sconfitte nelle finali hanno però incrinato il rapporto con parte della tifoseria viola, fino alla separazione nell’estate 2024 e all’approdo a Bologna. Da lì, un’altra storia di crescita.
In pochi mesi Italiano ha riportato in bacheca un trofeo che mancava da 51 anni, vincendo la Coppa Italia contro il Milan. E quest’anno il Bologna continua a sorprendere: quarti di finale di Coppa Italia già conquistati, qualificazione europea praticamente in tasca e un momentaneo quinto posto in campionato, a soli due punti dalla zona Champions.
Il tutto lavorando sul materiale a disposizione, spesso reinventandosi dopo cessioni importanti, ma senza mai rinunciare a un calcio offensivo, propositivo e riconoscibile.
Cambiano le squadre, cambiano i contesti, ma una cosa resta immutabile: con Vincenzo Italiano in panchina, l’obiettivo minimo non è una promessa. È una certezza.
Focus
Roma, svolta importante per Ferguson? La doppietta in Europa può cambiargli la stagione
Fuoco di paglia o è l’inizio di una grande ripresa da parte di Evan Ferguson? Questo il dubbio principale della Roma. Gasperini pretende di più dal classe 2004.
Importante punto di svolta potrebbe rivelarsi la tappa a Glasgow di ieri sera, che ha visto Evan Ferguson segnare un’ottima doppietta.
Il calciatore ha trascinato la Roma in Europa League ieri sera, nonostante le voci sul giocatore che parlano di un possibile addio a metà/fine stagione.
Un peso importante tolto da dosso da parte dell’attaccante irlandese, che ora spera di partire dal primo minuto nella gara contro il Como.
Alla vigilia di Celtic-Roma, Gasperini si è espresso così sul calciatore: “Non ci sono antipatie e simpatie con i giocatori, ci sono le prestazioni. Ferguson ha avuto tante opportunità. Lo vogliamo aspettare? Certo che lo vogliamo fare. Deve fare meglio, non tanto dal punto di vista tecnico ma anche umano”.

GIAN PIERO GASPERINI PENSA A PAULO DYBALA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, l’opinione di Gasperini sull’ex Brighton
“Ha fatto in partita quello che sta facendo ogni tanto in allenamento. È un ragazzo giovane e bisogna avere pazienza. Il secondo gol è stato bellissimo. È importante la prestazione ed è importante che giochi con questo spirito, mettendo in mostra le sue qualità”.
Riconosce la prestazione e il primo grande passo del giocatore, ma allo stesso tempo lo mantiene con i piedi per terra.
Il giovane non ha mai trovato la doppia cifra in campionato ma, se non dovesse avere ulteriori problemi fisici, il classe 2004 (da poco 21enne) potrebbe tagliare questo traguardo.
Serve sicuramente maggiore continuità se si tratta di minutaggio, anche se secondo l’allenatore ex Atalanta “le occasioni per il giocatore sono state tante”.
Nell’effettivo, su 15 presenze, quelle da titolare sono state 7. È vero quello che ha detto Gian Piero Gasperini, ma è da dire che un numero simile non è sufficiente per giudicare un’intera stagione.
Parlando in breve termine è giusta la scelta dell’allenatore, ma con la doppietta di ieri sera sicuramente potrà aumentare questo minutaggio.
Staremo a vedere se Ferguson riuscirà a rendere come sperano i tifosi e l’allenatore, ma la prestazione di ieri sera è un passo importante per il calciatore.
Focus
Magic moment per Jamie Vardy: miglior giocatore di novembre
Il mese straordinario di Vardy è stato coronato dal riconoscimento più prestigioso: il premio EA SPORTS FC Player of the Month di novembre.
Se qualcuno nutriva ancora dubbi sull’impatto dell’ex attaccante del Leicester che, a 38 anni, è sbarcato in una neopromossa come la Cremonese, questi sono stati definitivamente spazzati via. I dati di novembre parlano chiaro e hanno premiato Jamie Vardy, che si è tolto una soddisfazione enorme, per la gioia dell’intera città di Cremona.
Se è vero che in termini puramente statistici non è stato il migliore del mese, nessuno ha inciso sulla propria squadra quanto l’attaccante inglese: con il gol alla Juventus e la doppietta al Bologna, ha sempre garantito prestazioni di alto livello, mostrando carattere da vendere. Sono proprio questi gli aspetti che hanno contribuito al lavoro della squadra di Nicola, che sta beneficiando in pieno della sua presenza.
Vardy non ha brillato nell’ultima sfida contro il Lecce, e forse proprio questo sorprende: perché nelle settimane precedenti era stato il trascinatore assoluto della Cremonese, uno dei protagonisti della sua scalata e della ritrovata competitività rispetto alla stagione 2022/2023, conclusasi con la retrocessione in Serie B per la squadra grigiorossa. A testimonianza del suo ruolo centrale non servono solo i numeri: servono la leadership e la mentalità, qualità che l’ex Foxes porta in campo minuto dopo minuto.
Non a caso anche l’Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha voluto sottolineare ciò che Vardy rappresenta oggi per il nostro calcio:
“Jamie Vardy è davvero un giocatore d’altri tempi, uno di quei talenti che con la loro storia, le loro imprese e lo spirito indomito con cui vivono ogni partita esprimono al meglio il romanticismo del calcio. Il suo arrivo alla Cremonese, abile a cogliere l’occasione quest’estate, è stato accolto con grande entusiasmo da tutti i tifosi della Serie A e Vardy sta ricambiando con prestazioni di altissimo livello, leadership innata e gol importanti, frutto della cattiveria agonistica e delle capacità balistiche che l’hanno sempre contraddistinto”.
Parole che descrivono perfettamente l’ascesa che accompagna Vardy fin dai tempi del Leicester, dalle notti di Premier League fino allo storico titolo del 2016 sotto la guida di Claudio Ranieri. Oggi quello stesso spirito combatte e trascina a Cremona, città che lo ha accolto come un simbolo inatteso e luminoso.

L’ESULTANZA URLO DI CLAUDIO RANIERI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
In attesa di capire come evolverà la stagione della Cremonese, una cosa è già certa: Vardy ha conquistato la Serie A. E il suo primo premio in Italia, lontano dalla sua Leicester, vale come una nuova, ennesima impresa di un giocatore davvero d’altri tempi.
Quale sarà il prossimo capitolo della sua avventura italiana lo scopriremo strada facendo. Intanto, però, Vardy ha già riscritto qualcosa: a 38 anni si è preso Cremona e la Serie A. La sua esperienza, la sua fame e la sua capacità di incidere nelle partite stanno facendo la differenza in una neopromossa che aveva bisogno esattamente di un leader così. Novembre gli ha consegnato un premio importante; il resto dipenderà dal campo. Ma per ora, Jamie Vardy si è guadagnato ogni applauso.
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