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Como, Fabregas: “Noi vogliamo vincere, lavoriamo per vincere le partite”

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Como

A due giorni da Bologna – Como, Cesc Fàbregas parla in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti sul match di sabato.

A due giorni dalla sfida contro il Bologna, Cesc Fàbregas, tecnico del Como,  si è presentato alla consueta conferenza stampa del weekend intento a  rispondere alle domande dei giornalisti.

Ecco le parole di Fàbregas:

Si va ad affrontare un Bologna diverso dalla Lazio, con Orsolini e Castro importanti in attacco. Ci sarà ancora Vojvoda o ha recuperato gli esterni?
“Sì, squadra molto diversa, squadra forte e campione di Coppa Italia. Squadra forte, con giocatori che si conoscono molto bene e non hanno cambiato tanto la rosa. Kuhn ha più allenamenti, ha forzato e ha fatto tutta la settimana. Addai ha fatto tre giorni con noi, se è pronto per partire o no dal 1′ vediamo, devo parlare col medico. Però vediamo, abbiamo opzioni per tanti ruoli. Vediamo domani per l’allenamento”.

Come sta Perrone? E Diao?
“Perrone aveva crampi, ma si è allenato tutta la settimana. Diao mi preoccupa sinceramente, non sta bene: è una cosa che va con quello che era successo all’infortunio dell’anno scorso. Non troppo, però se dopo 4 mesi e l’operazione succede qualcosa di piccolo mi preoccupa. È importante, può fare ruoli differenti e lui è già dentro la nostra dinamica rispetto ad alcuni giovani. Ora dobbiamo forzare altri giocatori e non possiamo dargli tanto tempo, però vediamo come va. Non voglio dire quanto sarà la durata, perché sicuramente sbaglio. Arriverà un comunicato, quando qualcuno si prenderà la responsabilità di farlo. Tutti stanno bene eccetto Dossena”.

Di Diao parliamo di una cosa molto lunga?
“Questo è quello che mi preoccupa, se vai per la strada corta o se fai una strada più lunga adesso per avere il 100% e dura di più dopo. Sei più sicuro. Non sono un dottore però, non lo so, stanno controllando gli specialisti. Non è una frattura, è un problema nella zona dove ha messo la placca”.

Difficile dopo la partita di domenica cambiare. Toccare la squadra, insomma. Cambierà qualcosa?
“No, abbiamo fatto una buona partita, però non sempre escono partite come questa. Non solo per noi perché dipende anche dagli altri, dobbiamo adattarci a loro. Alcune scelte dipendono dalle altre squadre, la Lazio gioca da dietro mentre il Bologna te la mette dietro la linea difensiva, hanno due esterni fortissimi. Hanno centrocampisti forti sulle seconde palle. È una partita molto diversa da quella di domenica. Tutti meritano di giocare”.

Cutrone è partito, ora è a Parma. Pure Gabrielloni…
“Io sono stato fortunatissimo ad avere avuto giocatori che hanno dato tutto per la maglietta. Cutrone lo posso solo ringraziare, è un prestito e non un addio definitivo. Lui si giocherà tutta la stagione e farà 10-12 gol in Serie A, è un giocatore che ha reso possibile la promozione dalla Serie B alla A. Ci sono cose scritte e che succedono per una ragione. Ha sempre dato la vita, ha un pensiero forte e vuole andare al Mondiale. Io qui non posso garantirgli chi gioca e chi no. Lui è molto forte di testa, proverà ad andare in un’altra squadra a giocarsela così che Gattuso possa convocarlo e andare in Nazionale. Gabrielloni? Ho avuto una chiacchierata informale con lui, spero di averlo convinto a restare qua. Dopo è una scelta molto personale, la sua presenza in spogliatoio è molto forte e sono molto convinto che lui debba rimanere per tutto quello che dà. Anche come spirito. Vediamo, è una scelta sua.

Nagelsmann ha detto che se Kuhn non fosse stato infortunato l’avrebbe convocato. Ma in che condizioni è ora?
“No, non è infortunato, penso volesse dire che sta ritornando in forma. Il problema della Nazionale è che deve competere con gli altri e ti devi fidare per dare il 100%. Lui sta bene, è a disposizione, non per tutta la partita ma può entrare”.

Qual è lo step di processo del Como, anche in relazione all’Europa…
“Ogni settimana è la stessa domanda. Dobbiamo migliorare quanto fatto l’anno scorso. Il presidente ha detto che non potremmo permettercelo? Rivalutare il giocatore giovane in futuro senza dubbio, ma già si è fatto e le conseguenze si sono viste. Per me è difficile parlare di posizionamenti, ma step by step. Ogni settimana vediamo come cresce la squadra. Non è che stiamo spendendo tantissimo, ma a livello di stipendio lo possono fare quasi tutti. Poi noi siamo coraggiosi a dargli spazio per giocare.

L’inizio di Ramon la inorgoglisce?
“Sì, sono contento di lui e di tutti. La nostra scelta è quella di forzare. Come con Nico Paz, nell’allenamento numero uno e poi la partita gli ho detto: ‘Devi giocare’. Era più forte già in quel momento e dall’inizio. Mi aspettavo fosse più indietro, ma ha quella forza e quella fame che alcune volte non puoi far aspettare. Sono pronti e magari arrivano prima di quello che ti aspettavi all’inizio”.

Van der Brempt, un parere sulla Lazio. E può essere riproposto centrale?
“Sicuramente, perché Fellipe Jack va in B a giocare. Sì, nel futuro sarà difensore centrale, è perfetto perché sa scappare e pressare, è coraggioso. Però vediamo quando sarà più stabile. Vojvoda può fare terzino destro e sinistro, è una cosa importante dentro una rosa piccola a livello di numeri ma in tanti possono fare tante cose”.

 Domenica abbiamo visto un’intensità straordinaria. Come mai il Como è entrato in forma così presto?

“Si deve preparare per vincere tre punti. All’inizio, nel mezzo e alla fine. Per trovare sempre soluzioni. Se uno è più stanco? Non importa, entra l’altro e si mangia il campo. La sensazione che ho avuto domenica. Però far entrare Morata, Caqueret, Sergi Roberto negli ultimi minuti pressando sugli avversari, questa deve essere la nostra forza”.

Avete corso come una squadra come fosse fine settembre.
“Non crediamo di fare una settimana di allenamento, 7 su 7. Meglio due più partita, tre giorni forti e riposo. Mi piace molto la motivazione, mi piace dare giorni liberi e lavoro corto per riposare bene e ripartire. Con tanta energia, una squadra organizzata e sostenere questi ritmi nella stagione”.

La settimana di pausa in Nazionale, hai già contato quanti giocatori prenderanno?
“Pre-convocati 12, numero importante per noi. Più del 50% della squadra. Poi vediamo chi saranno. Rimane qua un 40% e la Primavera che si allena con noi. C’è anche Cutrone nei pre-convocati? Non so se posso dirlo. La Spagna lo dice domani”.

Rapporto umano con i giocatori. Quali altri consigli avuti da suoi allenatori cerca di dare ai suoi ragazzi? Anche vista la grande attenzione…
“Devono gestire questo. È parte fondamentale di quello che devono fare da giocatore. Nel bene e nel male. Crescere nella mentalità e vivere giorno dopo giorno. Quando stai a vivere il domani o settimana prossima non stai pensando a ciò che succede oggi. Abbiamo anche visto cose negative di quanto fatto domenica, se ne discute, per me i ragazzi hanno appena iniziato. Noi a volte sbagliamo, ma se pensiamo di essere più belli di quello che siamo sbagliamo. Mi piace la dinamica di squadra, ciò che sento è bello. Sono ragazzi e amici che vogliono lottare l’uno per l’altro. Alcune volte, come con il Barcellona, magari arrivano 3-4 gol. Come l’Inter quest’anno che fa gol in maniera diversa. Devi credere in quello che fai, provando a migliorare e potenziare quello che stai facendo bene”.

C’è ancora una staffetta tra Douvikas e Morata?
“Vediamo sabato. Non ci sono titolari qua. In settimana può cambiare, l’importante è che loro capiscano che chi è in migliore condizione gioca. Voglio che setano che fino all’ultimo minuto tutti sentano vogliano giocare. Chi può incazzarsi o meno deve farlo poco perché magari poi gioca. Rispetto all’anno scorso va già meglio, non c’è qualcuno che molla in allenamento. Poi è mia scelta”.

Discorso italiani in rosa. Abbiamo due gruppi che si allenano, uno titolare e uno a parte. Dovrà essere presentata una lista di 24-25 giocatori, ma esiste ancora la regola dei 4 italiani obbligatori?
“Non è la domanda per me. Questo devi chiederlo a Ludi, il direttore, non ti posso rispondere. Non è il mio. A me nessuno ha detto niente di questo. È tanto tempo che facciamo i calcoli di quello che dobbiamo fare”.

Il Como viene considerata una squadra cool. È un’idea sua? Questa situazione la disturba?
“Noi vogliamo vincere. Noi lavoriamo per vincere le partite, alcune volte succederà e altre no. E sicuramente quando non accadrà mi direte ‘cos’è successo’. Quando va bene io vado a casa e bevo una birra per analizzare la prossima partita. Bello vincere e quando tutti parlano di te, ma nel calcio non c’è tempo e non c’è spazio. Noi dobbiamo essere qua e chiusi per credere in quello che facciamo”.

Il Bologna è stata una delle ultime partite che non è andata bene.
“Primo tempo catastrofico, secondo molto meglio ma partita molto difficile. Se questo è un altro Como? È una squadra che quando vai a pressarla gioca diretto, parlando con Italiano vede la sua squadra in maniera precisa. È una squadra molto diversa, dinamiche e soluzioni che cambieranno molto. Se vengono lasciati gli spazi giocheranno da squadra di Champions”.

Cos’è successo di brutto con la Lazio?
“Abbiamo rischiato con una linea a 4 statica. Nel gol di Castellanos abbiamo sbagliato, nel tempo di uscita. Un errore può costare tanto. Dopo di là è la partita che è andata bene. Abbiamo fatto bene per coraggio”.

Cosa ci dice su Jimenez? Azon al Getafe?
“Ivan Azon è tornato dall’Ipswich perché non si è trovato l’accordo, non c’entravano le visite mediche. Ma ora lui è in viaggio per tornare in Inghilterra e all’Ipswich sperando che si chiuda. Non arriva una punta”

Como-Cagliari

LA GRINTA DI GABRIEL STREFEZZA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A

Lazio, l’Europa non è più un miraggio: sabato un’occasione

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La Lazio sembra rinata dopo la vittoria di Parma e in vista della 16° giornata può guardare con fiducia alla classifica. Con la Cremonese in palio punti pesanti

Nonostante una situazione difficile sia dal punto di vista numerico che della formazione, la squadra di Sarri ha un obiettivo ben preciso per la prossima partita e i recenti risultati ne alzano la motivazione.

Lazio, senza Zaccagni ma con un grande obiettivo

Le ultime prestazioni dei biancocelesti non sono passate inosservate, soprattutto quelle con Bologna Parma. Sfortunatamente entrambe sono state macchiate da almeno un’espulsione (Gila più Zaccagni e Basic) ma la squadra ha sempre reagito bene, soprattutto senza incassare sconfitte.

Più nello specifico la vittoria del Tardini ha riacceso l’entusiasmo tra i tifosi, che avevano visto una crescita nelle scorse settimane ma le due trasferte di Milano hanno rallentato la corsa alla qualificazione in Europa. L’inaspettato contributo decisivo di giocatori come Noslin (al centro del mercato) ha aiutato la Lazio a risollevarsi e approfittare dei passi falsi di chi sta più in alto.

Ora la classifica recita 22 punti, a sole 3 lunghezze dal Bologna (sesto a quota 25) e 4 dalla Juventus quinta. La situazione sorride agli uomini di Sarri, che contro la Cremonese non vogliono farsi scappare l’occasione di avvicinare ancora da più le posizioni che contano. Essendoci inoltre il confronto diretto tra, proprio Juventus, e Roma le possibilità che la Lazio, in caso di vittoria, possa arrivare a occupare momentaneamente uno spot per l’Europa, sono piuttosto alte.

Nel prossimo turno i biancocelesti dovranno fare a meno del capitano Zaccagni, oltre che di Basic, tassello fondamentale al momento vista la situazione a centrocampo, perciò sarà più complicato arrivare alla vittoria contro una squadra che ultimamente ha dimostrato un’ottima forma ed è messa molto bene in campo. Nicola vuole riprendere la marcia dopo lo stop di Torino, ma questa volta abbattendo una delle big del nostro campionato.

Appuntamento dunque a sabato 20 dicembre alle 18, col fischio d’inizio del match dell’Olimpico.

lazio

FLAMINIA LA NUOVA AQUILA DELLA LAZIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Serie A

Daniel Maldini, ultima chiamata nerazzurra

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Italia

Con Palladino in panchina, l’Atalanta vuole risalire la classifica. Senza Lookman, toccherà a Daniel Maldini dimostrare di meritare la Dea.

In casa Atalanta si respira senza dubbio un’aria diversa dall’arrivo in panchina di Raffaele Palladino. I risultati hanno restituito entusiasmo a un ambiente che sembrava aver perso slancio e, nonostante una classifica che vede ancora la Dea a sei punti dalla zona Europa, la speranza europea oggi è più viva che mai. 

Il percorso in campo internazionale lo conferma: con Palladino sono arrivate due vittorie di grande prestigio contro Eintracht e Chelsea, che hanno reso l’Atalanta la squadra italiana con più punti nella competizione. I 13 punti attuali significherebbero, al momento, qualificazione diretta agli ottavi di finale, a dimostrazione di come i nerazzurri possano tranquillamente stare nell’Europa dei grandi.

Ora, però, Palladino dovrà fare i conti con una perdita importante. Ademola Lookman è partito per la Coppa d’Africa e la sua assenza peserà inevitabilmente sulle rotazioni offensive. Le alternative non mancano, visto che ora potrebbero trovare maggiore spazio Kamaldeen Sulemana, che però rientrerà solo a fine dicembre dopo il problema muscolare accusato in Coppa Italia contro il Genoa, e soprattutto Daniel Maldini.

Monza, Atalanta, Maldini

LA GRINTA DI DANIEL MALDINI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Maldini, l’ultima occasione per rilanciarsi all’Atalanta

Per Daniel Maldini questa fase della stagione ha il sapore di una vera e propria ultima chiamata. Dopo le titolarità nelle prime due giornate di campionato contro Pisa e Parma e quella in Champions League contro il PSG, il suo impiego è stato ridotto al minimo. Qualche minuto sparso, prima con Jurić e poi anche con Palladino, a conferma di una fiducia che finora non si è mai realmente trasformata in continuità. 

L’unica eccezione resta la Coppa Italia, dove Maldini è partito titolare e ha fornito anche un assist, l’unico della sua stagione fino a questo momento. Troppo poco per un giocatore da cui l’Atalanta si aspetta molto di più.

E pensare che appena un anno fa Maldini era uno dei profili più corteggiati del campionato per quanto fatto vedere al Monza, tanto da arrivare anche in Nazionale. Lazio, Napoli e Fiorentina avevano mostrato un forte interesse nei suoi confronti. Alla fine a spuntarla fu proprio l’Atalanta, una scelta che sembrava il passo giusto per consacrarsi ad alto livello, ma che finora non ha dato i frutti sperati.

Adesso, però, il contesto è cambiato. L’Atalanta gira, Palladino ha già dimostrato di saper rilanciare giocatori in difficoltà e l’assenza di Lookman può trasformarsi in una grande occasione. Maldini dovrà sfruttarla, perché questa potrebbe essere davvero l’ultima possibilità per dimostrare di poter stare stabilmente in una squadra di alto livello. E chissà che anche per lui non possa iniziare una nuova fase in nerazzurro, proprio come già successo a Scamacca.

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Serie A

Sassuolo, Boloca pronto al rientro? Il comunicato del club

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Atalanta-Sassuolo, Grosso

Il Sassuolo ha annunciato tramite i propri canali social le novità riguardanti l’infortunio e le condizioni di Daniel Boloca. Scopriamo insieme gli aggiornamenti. 

Il Sassuolo si trova attualmente al 9⁰ posto nella classifica di Serie A, una grandissima sorpresa del nostro campionato. Specialmente se si tratta di un club neopromosso.

Fabio Grosso, i giocatori e tutto l’ambiente neroverde saranno sicuramente molto soddisfatti del rendimento della squadra.

A 5 punti dista il 6⁰ posto in Europa League, dove si trova attualmente il Bologna.

Un modo per facilitare il sogno di raggiungere l’Europa, potrebbe essere il ritorno di Boloca.

Sassuolo

Sassuolo, il comunicato ufficiale del club su Boloca

“Nella giornata di ieri il calciatore Daniel Boloca si è sottoposto a ulteriore consulto ortopedico in seguito al quale si è convenuto di continuare con un recupero conservativo per l’infortunio del ginocchio sinistro. Il calciatore nelle prossime settimane tornerà a lavorare in campo”.

Il classe ’98 vanta 82 presenze e 3 gol con il Frosinone, 71 gettoni e 6 reti con il Sassuolo, 26 apparizioni e 4 centri con il Fossano, 10 incontri con il Francavilla, 9 gare e un gol con la Romanese, 2 sfide con lo Slovan Liberec B e un match con il Tatran Presov. Da aggiungere è anche una presenza in campo con la Romania.

 

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