Serie A
Modric si presenta: “Ho sempre provato affetto per il Milan. Non possiamo accontentarci della mediocrità”
Inizia ufficialmente oggi l’avventura di Luka Modric al Milan. Il campione croato è stato presentato in conferenza stampa come nuovo giocatore dei rossoneri.
Enorme entusiasmo in casa Milan per la prima giornata di Luka Modric. Il centrocampista croato, pallone d’oro nel 2018, ha scelto il club rossonero per proseguire la sua carriera dopo aver terminato l’esperienza al Real Madrid. Modric non vuole smettere di illuminare sul terreno di gioco, e spera di esprimere il suo enorme talento anche in Italia.
Nella giornata di oggi il classe 1985 ha fatto rientro dalle vacanze, pronto a mettersi a disposizione di Massimiliano Allegri. Inoltre il campione croato ha risposto alle domande dei cronisti presenti a Casa Milan per la conferenza stampa di presentazione. Di seguito le sue parole.

ZAGREB, CROATIA – JULY 16, 2018 : Croatian National Team welcome home celebration on Ban Jelacic Square. Luka Modric best player on the Fifa World Cup 2018 celebrating on the stage.
Milan, Modric si presenta ai tifosi
Prime impressioni dopo le vacanze.
“Ho avuto tre settimane di ferie, mi sono riposato, ma mi sono anche allenato per arrivare nella migliore condizione atletica possibile. Ho visto le partite contro Arsenal e Liverpool e ho visto tanti aspetti positivi, spero possa continuare così la crescita della squadra”.
C’è ancora tempo alla tua età per emozionarsi? Impressioni sul Milan.
“Qualsiasi età c’è sempre tempo per emozionarsi, ultimamente ho avuto un addio emozionante al Real Madrid. Sono cresciuto guardando il calcio italiano e il Milan era la mia squadra preferita in Italia, era molto seguita in Italia. Anche perché c’era il mio idolo Boban e ho sempre avuto un affetto particolare per i rossoneri”.
Obiettivi in Italia.
“Ci ricordiamo del Milan come una delle squadre migliori al mondo. Non bisogna accontentarsi di una stagione mediocre o di qualificarci alla Champions. Per quanto riguarda la mia visione del Milan, ma bisogna essere anche umili: bisogna lavorare sodo per riportare la squadra ad alti livelli. Sono molto competitivo, voglio portare questo alla squadra. L’obiettivo minimo è la qualificazione in Champions, ma il Milan deve lottare per vincere trofei: è il mio obiettivo e deve esserlo anche per chiunque lavori al Milan. Ma bisogna rimanere umili e avere un gruppo solido”.
A che livello vedi la Serie A?
“Io posso offrire la mia esperienza. Lavorerò tanto, darò il massimo per cercare di fare le stesse cose che ho fatto altrove. So che ci sono grandissime aspettative su di me, ma sono pronto per questo. Non vedo l’ora di iniziare questa sfida e spero di rispondere alle esigenze. Seguo molto la Serie A perché ci sono tanti calciatori croati, mi è sempre piaciuto seguire il campionato italiano. E’ molto competitivo e sta tornando all’epoca in cui era il migliore torneo al mondo, le squadre sono molto organizzate e questo lo rende diverso dalla Liga spagnola. Mi devo adattare velocemente a questo calcio”.
Hai sentito Boban? Hai parlato con Ibra?
“Con Boban ultimamente no, ma parlavamo spesso di Milan quando ci vedevamo. Ho visto Zlatan, anche Ancelotti mi ha parlato molto bene del Milan. Avevo già quest’impressione positiva, il Milan è una grande società e una grande tifoseria. Quando questi personaggi ti parlano del club in questi termini è chiaro che migliora la percezione. L’accoglienza che ho ricevuto è stata impressionante”.
Hai vinto la Champions 2017 contro Allegri, il tuo nuovo mister.
“Probabilmente non è un bel ricordo per lui, cercherò di non parlarne troppo con Allegri. Non voglio che resti arrabbiato con me, non vedo l’ora di conoscerlo. Sono molto contento di essere allenato da Allegri, è uno degli allenatori più forti al mondo, è un vincente e non vedo l’ora di scoprire le sue aspettative e come mi vede in campo”.
Uno dei tuoi obiettivi è il Mondiale: come vuoi arrivare all’appuntamento?
“Troppo presto per dirlo. L’obiettivo è giocare il Mondiale, ma intanto bisogna qualificarsi. Non guardo troppo avanti, cerco di vivere il presente e fare le cose per bene adesso. Per questo voglio iniziare questa nuova avventura, prepararmi al meglio per far sì che mi faccia trovare al livello che la società richiede. Per il futuro ci sarà tempo per parlarne”.
Scelta del Milan e ruolo di Tare.
“Per me è stata una scelta molto facile quando Tare mi ha chiamato. E quando si è recato in Croazia è stato importante perché ha mostrato quanto il Milan ci tenesse e quanto credesse che io possa essere ancora performante ad alto livello: è stata la svolta per me. Quando arriva qualcuno che ti voglia acquistare ti spiega il progetto, dopo di chè ho avuto bisogno di tempo per parlare con la mia famiglia, ma dentro di me sapevo che sarebbe stata la scelta migliore. Una scelta arrivata molto velocemente dopo l’ultima col Real, ma dimostra la fiducia che mi hanno dato”.
Qual è la cosa che ti ha colpito in particolare del gruppo?
“Ho visto diversi aspetti positivi, ma si tratta solo di amichevoli. E’ difficile esprimere troppe opinioni in questo momento della stagione. Ci sono tanti campioni in rosa, il mister deciderà il modulo che useremo, però ho visto un’ottima squadra, mi sembra che ci sia anche un’ottima atmosfera tra i giocatori in campo: anche questo è importante per creare un gruppo forte”.
“Come ho detto prima abbiamo già parlato un po’ con Allegri, credo che tutti sappiano che mi sento più a mio agio in mezzo, dove posso organizzare la squadra, dettare i tempi. Però devo ancora parlare con l’allenatore per capire la sua visione e a partire da lì devo lavorare tanto, giocare al massimo e aiutare la squadra per ottenere i risultati. Il ruolo che ho avuto al Real Madrid è dove mi sento più a mio agio, poi posso adattarmi a qualunque posizione. La priorità è la squadra, non l’individuo, e questa deve essere la nostra mentalità”.
Serie A
Lazio, gennaio decisivo: il mercato sancirà le ambizioni
La Lazio attende gennaio tra entusiasmo e timori: Sarri vuole rinforzi veri, ma il mercato dipenderà da uscite, budget e ambizioni della società.
In casa Lazio cresce l’impazienza per capire quale sarà il reale impatto del mercato di gennaio. Il passaggio del turno in Coppa Italia contro il Milan ha portato nuovo entusiasmo, ma il pareggio in campionato contro il Bologna lo ha subito raffreddato. Non per la prestazione, che è stata di altissimo livello anche in dieci uomini e avrebbe meritato i tre punti, quanto per la classifica che lascia in eredità.
Nell’ultima giornata i biancocelesti sono stati superati da Sassuolo e Cremonese e si ritrovano ora al decimo posto, con la zona Europa distante cinque punti. Un margine tutt’altro che proibitivo, ma che va accorciato recuperando gli indisponibili e, soprattutto, con l’arrivo di qualche nuovo acquisto.

MATTEO CANCELLIERI E VALENTIN CASTELLANOS RAMMARICATI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lazio, gennaio è un’incognita
Da mesi Sarri chiede rinforzi, soprattutto tra centrocampo e attacco. Lato società, però, regna il silenzio: tifosi e allenatore non sanno nemmeno se sarà possibile intervenire sul mercato. La priorità della dirigenza è evitare un’altra estate con blocchi o limitazioni, e per farlo servono uscite e plusvalenze, con un profilo di mercato orientato più a colpi a parametro zero, come Insigne, o a investimenti molto mirati e a basso costo.
Sarri, però, è stato chiaro: se i nuovi arrivi non aumenteranno realmente il livello tecnico della squadra, allora è meglio non farli. Il tecnico sta portando avanti un lavoro enorme con ciò che ha a disposizione, spesso in emergenza, e un segnale forte dalla società sarebbe il giusto premio al percorso intrapreso.
Gennaio sarà dunque un mese chiave, quello che dirà davvero quali sono le ambizioni del club. La Lazio ha ancora tutto il tempo per rientrare nella corsa europea, ma servono scelte chiare: rinforzi mirati, cessioni intelligenti e la volontà di sostenere un progetto tecnico che sta funzionando nonostante le difficoltà.
I tifosi attendono risposte, Sarri anche di più. E ora tocca alla società dimostrare di voler crescere con la sua squadra e con il suo allenatore.
Serie A
Cremonese e Sassuolo, due favole che sognano in grande
In queste 14 giornate di Serie A ci sono stati diversi colpi di scena e nello specifico due squadre stanno stupendo tutti. Cremonese e Sassuolo sono due favole.
Le sorprese in questo inizio di stagione non finiscono mai e tra quelle più grandi riguardano due neopromosse che stanno continuando a vincere e convincere.
Cremonese e Sassuolo, due neopromosse con l’indole delle grandi
Spesso la Serie A rappresenta lo scoglio più difficile da affrontare se si arriva dalla categoria inferiore, non è però il caso di grigiorossi e neroverdi che ultimamente stanno raccogliendo ottimi risultati.
La scorsa stagione una ha dominato il campionato di Serie B e recuperato la massima categoria dopo una sola stagione mentre l’altra ha vinto i playoff in finale contro lo Spezia, tornando tra le grandi del calcio italiano dopo la retrocessione del 2023. Dal punto di vista del mercato entrambe si sono mosse concretamente, aggiungendo alla rosa elementi di esperienza ma anche giovani promesse che si stanno effettivamente rivelando adatte alla categoria.

LA GRINTA DI FABIO GROSSO CHE FA IL SEGNO OK ( FOTO SALVATORE FORNELLI )
Il rendimento
Partendo dalla squadra di Grosso, il bilancio per queste prime 14 partite recita: 6 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte. Tra i successi spiccano quelli contro Atalanta, Lazio e Fiorentina ma allo stesso modo stanno incidendo fortemente anche quelli contro Hellas Verona, Udinese e Cagliari. Nonostante gli alti e bassi di Berardi (oggi infortunato), il resto della squadra sta rendendo molto al di sopra delle aspettative grazie ad un gioco offensivo e frizzante che permette anche di difendere mantenendo il controllo del gioco. Tante occasioni e dominio della trequarti avversaria hanno finora inciso positivamente su alcune delle prestazioni del Sassuolo che si trova ora a 3 punti dalla Juventus e 4 da un piazzamento europeo.
Allo stesso modo la Cremonese di Nicola può dire di poter puntare ai bianconeri visto il piazzamento e le ultime prestazioni, soprattutto contro Bologna e Lecce, hanno portato alle stelle l’entusiasmo dei tifosi. Tra la doppietta di Jamie Vardy al Dall’Ara e il ritorno alla vittoria in casa grazie a Bonazzoli e Sanabria, l’attenzione attorno ai grigiorossi è aumentata notevolmente. Le 5 vittorie, i 5 pareggi e le “sole” 4 sconfitte dimostrano l’ottimo impatto della Cremo sulla Serie A dopo la promozione. Il mercato in questo senso ha avuto un impatto devastante visto che anche in difesa la situazione è piuttosto positiva. Diciassette gol subiti, 3 in più rispetto alla Juventus e gli stessi dell’Atalanta, uniti ai diciotto segnati, restituiscono un bilancio più che importante.
Entrambe sono nella posizione di poter sognare e come sappiamo non costa nulla, ma tutto starà nella continuità e nel calendario.
Serie A
Torino, Cairo rassicura Baroni: “Esonero? Non è in discussione”
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, conferma la fiducia a Marco Baroni, nonostante i soli quattro punti di margine sulla zona retrocessione.

Torino, le parole di Cairo
Sconfitta bruciante con il Milan
Dopo la sconfitta per 3-2 contro il Milan, il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha rilasciato dichiarazioni importanti riguardo alla posizione dell’allenatore Marco Baroni. Cairo ha sottolineato che Baroni non è in discussione, nonostante il risultato negativo. “Il tema non è l’allenatore. Qualcosa è mancato”, ha affermato Cairo, indicando che la squadra avrebbe dovuto gestire meglio la situazione dopo l’espulsione che ha lasciato i granata in dieci uomini. Ha anche elogiato la prestazione di Zapata, definendola una bella partita. La prossima sfida contro la Cremonese è cruciale, e Cairo ha dichiarato che la squadra deve affrontarla come se fosse l’ultima gara della stagione.
Verso la sfida contro la Cremonese
Con l’ombra della sconfitta ancora presente, il Torino si prepara per la prossima partita di campionato contro la Cremonese. L’incontro sarà decisivo per rialzare il morale della squadra e dimostrare che il percorso intrapreso con Baroni è quello giusto. L’enfasi sarà posta sulla concentrazione e sulla capacità di non ripetere gli errori commessi contro il Milan. Baroni avrà l’occasione di dimostrare che la fiducia di Cairo in lui è ben riposta, cercando di ottenere un risultato positivo che possa rilanciare le ambizioni del Torino in campionato.
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Fonte: l’account X di Schira.
Urbano #Cairo: “#Baroni non si discute. Il tema non è l’allenatore. Qualcosa è mancato. Abbiamo preso il 3-2 del #Milan quando eravamo in dieci: dovevamo essere più furbi noi. Oggi bella partita di #Zapata. Sabato contro la Cremonese dobbiamo giocare come se fosse l’ultima gara”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 8, 2025
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