Focus
Bologna, serve il miglior Castro per puntare alla Champions
Il Bologna insegue il sogno Champions League e si prepara ad affrontare la Juventus in uno scontro diretto che potrebbe rivelarsi decisivo.
Il Bologna sta vivendo una stagione incredibile sotto la guida di Vincenzo Italiano. A quattro giornate dalla fine, i rossoblù sono a un solo punto dal quarto posto e si preparano a disputare la finale di Coppa Italia. Un traguardo che pochi, forse nessuno, avrebbero immaginato a inizio anno.
Ma la squadra emiliana non ha intenzione di fermarsi ora. Domenica sera, al Dall’Ara, arriva la Juventus in una sfida fondamebtale per vendicare il deludente pareggio di Udine, ma soprattutto per riprendersi il quarto posto, attualmente occupato proprio dai bianconeri.

L’ESULTANZA DI CASTRO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Bologna, Castro accelera
In vista del big match, uno dei giocatori più attesi è Santiago Castro. L’attaccante argentino, autentica rivelazione del campionato, non parte titolare dallo scorso 16 marzo contro la Lazio. Durante la pausa per le Nazionali ha subito un trauma contusivo al piede destro che lo ha frenato nelle ultime settimane, limitandolo solo a brevi spezzoni contro Napoli, Inter e Udinese e nessuno contro l’Atalanta.
Ora, però, Castro sta meglio e scalpita per esserci contro la Vecchia Signora, anche se difficilmente partirà dall’inizio. Italiano vuole gestirlo con attenzione in vista anche della finale di Coppa Italia contro il Milan, ma sa bene che il suo ingresso a gara in corso potrebbe cambiare le sorti della partita.
Le speranze del Bologna passano anche dai suoi piedi: se Castro torna al top, la qualificazione in Champions e il sogno Coppa Italia, possono davvero diventare realtà.
Focus
Napoli, dal Bologna al Bologna: il cerchio che si chiude
Il Napoli ritrova il Bologna in finale di Supercoppa: un mese e mezzo dopo la notte più buia, una sfida che vale molto più di un trofeo.
Il Napoli ha scoperto ieri sera che sarà il Bologna l’avversario nella finale di Supercoppa Italiana. Una sfida che va ben oltre il valore del trofeo. Proprio contro i rossoblù, prima dell’ultima sosta per le Nazionali, la squadra partenopea aveva probabilmente toccato il punto più basso della sua stagione. La sconfitta in Emilia aveva aperto una fase delicatissima: voci insistenti sulle possibili dimissioni di Antonio Conte, presunte fratture nello spogliatoio, un clima pesante che sembrava destinato a trascinarsi a lungo, come un domino pronto a cadere.
E invece, da quel momento, qualcosa è cambiato. Al rientro in campo il Napoli ha iniziato a cambiare passo, trovando continuità e convinzione. Le vittorie contro Atalanta, Roma e Juventus hanno restituito fiducia a un ambiente che sembrava smarrito. Non sono mancati i passi falsi, come quelli della scorsa settimana contro Benfica e Udinese, ma la vittoria contro il Milan nella semifinale di Supercoppa ha lasciato sensazioni diverse: un Napoli che continua a cambiare pelle e che, forse, è davvero rinato.

L’ESULTANZA GRINTOSA DI ANTONIO CONTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, una finale per guardare avanti
Ora, però, serve la conferma definitiva. Di nuovo il Bologna, di nuovo la squadra di Vincenzo Italiano, questa volta con in palio un trofeo. Vincere la Supercoppa permetterebbe di riscattare un inizio di stagione complicatissimo, ma sarebbe soprattutto un segnale forte. Battere i felsinei, un mese e mezzo dopo quella sconfitta che aveva annichilito l’ambiente azzurro, significherebbe chiudere un cerchio, trasformando una ferita aperta in un punto di ripartenza.
Il successo avrebbe un peso enorme anche in prospettiva. Il nuovo anno vedrà il Napoli impegnato nella difesa del titolo e desideroso di andare avanti in una Champions League finora più sofferta che brillante.
Vincere l’ennesimo big match di questo periodo manderebbe un messaggio chiaro anche alle rivali: il Napoli c’è, ed è pronto a giocarsela fino in fondo. Dal Bologna al Bologna, dunque. Il passato recente è lì, davanti agli occhi. Il futuro, invece, passa da questa finale. Sta al Napoli decidere come affrontarlo.
Focus
Aleksey Batrakov, il talento che ha stregato Barcellona e Psg!
Il Lokomotiv Mosca vanta in rosa il giocatore più prezioso della Russian Premier League, ovvero Aleksey Batrakov. Barcellona, Psg e Porto hanno mostrato interesse.
Aleksey Batrakov è un trequartista classe 2005 del Lokomotiv Mosca. Vale 25 milioni di euro e, in 2 stagioni (sino ad ora) ha realizzato 60 presenze, 30 gol e 15 assist.
Un contributo offensivo che farebbe scalpore anche se si trattatasse di una punta, ma stiamo parlando di un trequartista di soli 20 anni.
La sua permanenza in Russia dalla prossima stagione appare improbabile, dato l’interesse di club come Barcellona, Psg e Porto.
Il giocatore ha un contratto che lo lega al club sino al 2029. A meno che non siano il giovane stesso e i propri agenti a spingere per una cessione, potrebbero essere necessari 30 milioni di euro o anche più per acquistarne le prestazioni.

Dal Barcellona al Psg, ma chi è Batrakov?
Il giocatore attualmente vanta 15 gol e 6 assist in 23 presenze. È il miglior marcatore del e il secondo miglior assistman in questa stagione del campionato russo.
È il calciatore con più tiri nello specchio della porta nel Lokomotiv Mosca (1.4), è quello che tenta più tiri a partita (2.8), quello che ha creato più occasioni importanti (9) e il primo per passaggi chiave nei 90 minuti (3.1 a partita).
Offensivamente è un gioiello assoluto, in ogni singolo aspetto possibile.
La sua qualità più distintiva è la capacità di arrivare in area di rigore al momento giusto. Ha l’istinto di un attaccante con l’intelligenza tecnica di un regista.
Supporta tanto l’attacco e torna anche indietro, si sacrifica per tentare di recuperare palla e far ripartire l’azione in attacco, spesso con lui a guidarla.
La sua intelligenza calcistica è eccezionale: interpreta gli spazi, anticipa le reazioni difensive e trova costantemente angolazioni che aprono percorsi di progressione per la sua squadra.
Davanti alla porta, mostra una calma e una precisione fuori dal comune per un giocatore della sua età.
Invece di forzare tiri dalla distanza (sebbene possa tirare anche da lontano con ottima precisione), cronometra le sue incursioni in area di rigore, concludendo con precisione e compostezza. I suoi movimenti gli permettono di aggirare i duelli fisici; segna evitando il contatto piuttosto che subendolo.
primo tocco preciso e un controllo eccellente negli spazi stretti. Pur non essendo un dribblatore naturale, il suo gioco di collegamento rapido e la capacità di combinare palla in spazi ristretti lo rendono molto efficace nelle zone d’attacco affollate.
La sua agilità, il suo equilibrio e la sua tecnica pulita gli garantiscono di perdere raramente il possesso palla sotto pressione.
Avrebbe le caratteristiche tecniche per giocare anche come seconda punta, ma al momento fisicamente sarebbe troppo faticoso per lui.
Alto 171cm e con un fisico ancora da dover irrobustire. In Russia potrebbe anche interpretarlo, ma nei top 5 campionati russi non sarebbero sufficienti le alte qualità tecniche per eludere i duelli avversari.
Una tappa intermedia sarebbe la più consigliata nel suo caso. Al Porto, con Farioli, potrebbe maturare molto e senza particolari pressioni.
Focus
Torino, Vlasic finalmente decisivo: quanti gol quest’anno?
La stagione del Torino sta vivendo di alti e bassi ma nell’ultimo match è tornato a incidere Vlasic. Di questo passo può superare il proprio record personale.
Nella vittoria contro la Cremonese per 1-0 è risultata decisiva la rete di Nikola Vlasic, sempre centrale nel progetto granata ma spesso sfortunato nonostante i bonus.
Torino, segna ancora Vlasic ma finalmente è decisivo
Quello che ha rappresentato e continua a rappresentare il fantasista serbo per la società granata è degno dei migliori veterani del calcio. Nonostante le poche stagioni effettive con la maglia del Toro (4 con quella corrente), ha collezionato quasi tutte le presenze disponibili, diventando sempre più idolo dei tifosi.
In totale sono 17 gol e 16 assist in 119 presenze totali, a dimostrazione delle fedeltà ma anche dell’integrità fisica di cui la società ha potuto godere in questi anni, inoltre ha conquistato anche la fascia da capitano.
Dal punto di vista del gioco poi Vlasic è sempre stato un fantasista fuori dagli schemi, capace di inventarsi una giocata dal nulla e mandare in porta un compagno o incidere in prima persona.
In questa stagione, prima della 15° giornata, aveva già messo il timbro contro Como e Milan ma in entrambi i casi il risultato poi non è stato in favore del Torino. Stesso discorso per gli assist (2 fin qui), serviti contro Lecce e nuovamente rossoneri. Finalmente dunque, e per la prima volta in questa stagione, un suo contributo è risultato decisivo per portare a casa punti (3).
Grazie anche all’aiuto di Zapata, Vlasic è riuscito a sbloccare il risultato contro la Cremonese in una partita complicata dal punto di vista fisico ma poi diventata in discesa dopo il gol del vantaggio.
A oggi dunque sono 3 i gol stagionali in 15 partite, lo scorso anno ne segnò 5 in 30 partite, quello precedente sempre 3 mentre al primo in granata raggiunse quota 5. Per questo motivo i presupposti per infrangere il record personale di reti in Serie A ci sono tutti, tanto dipenderà dalla bravura del giocatore ma anche dall’umore della squadra, spesso influenzato da Vlasic che è anche il capitano.

NIKOLA VLASIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
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