Serie A
Torino, Vanoli: “Contro il Venezia servirà un approccio forte. Ricci non ci sarà”
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match contro il Venezia, in programma venerdì alle ore 20:45.
Di seguito un estratto delle parole del tecnico del Torino all’antivigilia della sfida contro il Venezia, che venerdì sera darà il via alla 35° giornata di Serie A.
Torino, le parole di Vanoli
Come si prepara la sfida con il Venezia? Per lei ha anche un significato speciale…
“L’emozione vera c’era nella gara d’andata, arrivata quasi subito dopo quello che avevamo vissuto insieme. Ora è passato un girone intero e ognuno ha i suoi obiettivi. Il Venezia si è ravvivato, è in piena lotta per la salvezza e dobbiamo tenerlo presente. Giocano un buon calcio, faccio i complimenti al mister: lo ha dimostrato ovunque sia stato. Sono molto pericolosi sulle palle inattive, segnano tanto da lì. Noi dobbiamo essere concentrati, attenti, e vogliamo assolutamente questi tre punti”.
Che percorso è stato per il Torino dall’andata a oggi?
“Eravamo partiti con il piede giusto, poi abbiamo cambiato pelle e siamo entrati in una fase di evoluzione. Siamo migliorati tanto, anche se nell’ultimo periodo le assenze non ci hanno permesso di dare continuità”.
Che approccio servirà venerdì?
“Dovrà essere un approccio forte. Stiamo lavorando molto sulla mentalità, senza guardare cosa fanno gli altri. Dobbiamo capire cosa vogliono gli avversari, cosa cercano: non tutte le partite si affrontano allo stesso modo. Venezia e Lecce si giocheranno tutto, fino alla morte sportiva, e noi dovremo dimostrare di avere la nostra identità. L’abbiamo già fatto, poi i risultati dipendono anche da come si interpreta la partita”.
Il Torino è sempre “più o meno” decimo, che sensazione le dà?
“Mi dà fastidio sentir parlare di ‘più o meno decimo’, di vacanze… È bello giocare le partite con motivazioni vere. Se in futuro ci troveremo a lottare per qualcosa di concreto, queste gare diventeranno decisive”.
La squadra è pronta a recepire questo messaggio?
“Deve esserlo. E noi dobbiamo dare il massimo fino all’ultima giornata. Se l’obiettivo è diventato questo, dobbiamo raggiungerlo. È una questione di mentalità, e questo finale di stagione è un allenamento prezioso in tal senso. Vogliamo crescere su questo piano”.
Come stanno gli acciaccati?
“Ricci non ci sarà, ha ancora fastidio per la tendinopatia. Lazaro è squalificato, ma rientra Gineitis. Ilic sta bene, così come gli altri”.
A Napoli ha scelto la difesa a tre. La confermerà anche contro il Venezia?
“Spero si sia capito il motivo: purtroppo abbiamo avuto diverse defezioni. Lazaro non era disponibile, Gineitis lo ha sostituito bene ma poi era squalificato… Non avevamo alternative sulla fascia destra. Per fortuna avevamo lavorato su quel sistema e abbiamo potuto adottarlo. Nella ripresa, con il rientro all’ultimo di Lazaro e Vlasic, abbiamo avuto più opzioni. Per Venezia valuteremo: Gineitis ora è disponibile, vedremo quale sarà la soluzione migliore”.
Appena arrivato a Torino è andato a Superga: il 4 maggio rappresenta uno stimolo in più?
“La storia di questo club deve essere una motivazione quotidiana, non solo il 4 maggio. Cerco ogni giorno, anche durante la settimana, di far capire ai ragazzi che maglia indossiamo. Sarebbe un grande errore soffermarsi solo su quella data… Il 4 maggio è speciale, andare a Superga è un dovere più che un diritto. Dobbiamo onorare una squadra irripetibile, forse unica, per ciò che ha rappresentato: dieci undicesimi in Nazionale… E poi dobbiamo ricordare tutte le persone che hanno perso la vita in quel tragico incidente. È un dovere farlo sempre, nel bene e nel male: a volte lo facciamo bene, altre meno”.
Buffon ha detto che un giorno la vedrà su una panchina ancora più importante. Che effetto le fa?
“Ringrazio Buffon, anche se non ho letto direttamente le sue parole. Devo dire io grazie a lui: ho avuto la fortuna di giocare con uno dei portieri più forti del mondo. Al mio primo allenamento mi chiesero chi mi avesse impressionato di più, risposi subito ‘Buffon’. È un grande uomo, e potrà trasmettere valori importanti anche in Nazionale. Quanto al mio futuro, non sono abituato a guardare troppo avanti. Io guardo al presente e lavoro tanto. Se oggi ho la fortuna di allenare questa grande squadra, è grazie a ciò che ho fatto finora. Il futuro dipende sempre da quello che si costruisce giorno dopo giorno”.
Ha visto i video delle celebrazioni del 4 maggio degli anni passati?
“Sì, anche grazie al nostro addetto stampa, che ogni giorno mi racconta aneddoti e mi insegna qualcosa. È una delle cose più belle, ne vado fiero. Ci sono racconti che mettono i brividi. Cerco di trasmettere tutto questo ai ragazzi: l’ho fatto anche con una frase di Pulici. Non è vero che non rispettiamo questa storia in campo: diamo sempre il massimo, ma a volte le cose non riescono. Io so quale strada devo seguire, e continuo a percorrerla”.

NIKOLA VLASIC RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Come sta Vlasic?
“Rientrava da un fastidio al polpaccio, un ematoma che gli dava fastidio. Ora si tratta solo di gestirlo, ma ha i 90 minuti nelle gambe. Diverso il discorso per Lazaro, che era stato fermo più a lungo e richiedeva una gestione differente”.
Che percorso ha fatto Dembele in questi mesi?
“Ha ancora margini di crescita dal punto di vista tecnico, ma fisicamente è migliorato molto e ha doti naturali importanti. Poi, però, c’è il pallone che corre… e per questo in allenamento lo provo anche in altri ruoli, per aiutarlo a comprendere meglio il gioco.
Con lui è un piacere lavorare: si è meritato il gol contro l’Udinese grazie alla voglia e alla determinazione di diventare qualcuno. È questo che cerco nei giovani. Ma bisogna anche saperli seguire: un allenatore deve riuscire a tenere alto l’entusiasmo, anche quando non si vede l’opportunità di giocare. Prima della gara con l’Udinese mi disse che era triste perché non giocava, e io gli dissi che nel calcio può succedere tutto… È entrato e ha segnato.
È stato un bel percorso quello fatto insieme. La cosa più bella è che non lo conoscevo nemmeno: fu il direttore sportivo di Venezia a segnalarmelo e non ebbi nemmeno il tempo di guardare video o schede. È arrivato l’ultimo giorno di mercato, il team manager mi dice che sarebbe arrivato in stazione alle 11:30 di sera… e io pensavo: ma non poteva arrivare al mattino? Solo, di sera, in stazione. Mi viene la pelle d’oca a ripensarci. Ti fa capire che tipo di ragazzo è”.
Tre sconfitte su tre assenze di Ricci. Quanto pesa il fatto che non ci sarà?
“Senza nulla togliere agli altri, sappiamo tutti che crescita ha avuto Ricci e quanto sia importante per noi. Detto questo, mi è piaciuta comunque la risposta della squadra: Linetty, ad esempio, ha fatto una buona prestazione a Napoli, e sono contento per lui. Ma è chiaro che Ricci ha un peso specifico. A Napoli ha provato durante il riscaldamento, ma è sempre meglio avere un giocatore al 100% che uno al 50%. Parliamo di una tendinopatia: serve tempo e bisogna calibrare bene i carichi di lavoro”.
Serie A
Juventus, gerarchie in attacco stravolte? Openda da la svolta
La Juventus batte il Bologna in uno scontro diretto per la zona Champions League. Decisivo l’ingresso in campo di Loic Openda al posto di Jonathan David: il belga può prendersi l’attacco bianconero?
La trasferta dell’Dall’Ara restituisce al campionato un’altra Juventus. La vittoria in casa del Bologna, ottenuta grazie al decisivo impatto dei cambi, da forza al lavoro di Luciano Spalletti e rilancia le ambizioni dei bianconeri. In attesa della gara tra Roma e Como, la Juve torna prepotentemente in corsa per la zona Champions League, ad una settimana dallo scontro diretto con i giallorossi.
Tante note positive nella serata di ieri per i tifosi della Juventus: ad una settimana dalla brutta sconfitta di Napoli, la squadra di Spalletti ha mostrato carattere, gioco in casa di un avversario ostico come il Bologna. Inoltre c’è da registrare il ritorno in campo di Bremer, il gol di Cabal e l’ottimo secondo tempo di Loic Openda.
Juventus, grande prova di Openda

KENAN YILDIZ, DUSAN VLAHOVIC E LOIS OPENDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’attaccante belga, arrivato in estate dal Lipsia, ha mostrato pienamente per la prima volta dal suo arrivo le sue qualità. Entrato in campo al posto di un impalpabile David, Openda ha dato un’importantissimo contributo al match. Ha approcciato in maniera viva già dai primi palloni toccati, il belga è stato decisivo nell’episodio che ha definitivamente cambiato l’inerzia della gara, portandola a favore dei bianconeri. Il numero 20 bianconero ha sfruttato la sua capacità di attaccare la profondità, prendendo ottimamente posizione e costringendo Heggem a spendere il fallo da ultimo uomo, e a prendersi l’espulsione. Da lì la Juventus ha poi trovato il gol del definitivo 1-0 su calcio d’angolo.
Una giocata importante, che gli ha dato fiducia anche nel resto della gara. Openda ha avuto anche per 2 volte l’occasione per trovare il gol del raddoppio, e siglare la sua prima rete in Serie A, ma ha trovato due interventi perfetti di Ravaglia. Risposta importante per un giocatore che aveva fin qui deluso molto. In assenza di Vlahovic, che ne avrà ancora per molto, che possa aver scavalcato David nelle gerarchie?
Serie A
Genoa, finisce la striscia positiva dopo oltre un mese
Il Genoa non è riuscito a fermare l’Inter ed è ha incassato la prima sconfitta, Coppa Italia esclusa, da quando De Rossi siede sulla panchina.
Niente da fare per il Grifone che al Ferraris contro la squadra di Chivu offre una grande prestazione che però non restituisce punti. La testa è già al match con l’Atalanta, sempre in casa.
Genoa, con De Rossi è la strada giusta: a testa alta anche con l’Inter
L’avvento del nuovo tecnico sulla panchina rossoblu ha portato una ventata d’aria fresca a tutto l’ambiente. La società ha capito che era arrivato il momento di cambiare e mai scelta fu più azzeccata. Il Genoa sembra rinato e i risultati ne sono la dimostrazione.
Prima dell’arrivo di De Rossi, il Grifone occupava l’ultima posizione in classifica con 3 punti in 9 giornata. La sconfitta interna contro la Cremonese è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, da quel momento in poi il vento è cambiato.
Prima la vittoria in casa del Sassuolo con il duo Murgita-Criscito all’ultimo secondo, poi una serie di quattro risultati utili consecutivi (2 vittorie e 2 pareggi) contro Fiorentina, Cagliari, Hellas Verona e Udinese. Dal punto di vista del gioco, l’ex Roma non ha voluto stravolgere più di tanto rispetto quanto fatto fino al momento del suo insediamento, tuttavia l’impronta tattica ha subito dei leggeri cambiamenti e alcuni singoli stanno mostrando tutto il loro potenziale.
Colombo ha ritrovato gol e assist, Leali continua a difendere i pali in modo intelligente ed efficace, a centrocampo Norton-Cuffy sta imparando a gestire fase offensiva e difensiva. La produzione di occasioni è aumentata ma anche se la sconfitta con l’Inter era attesa (per certi versi) e la squadra è comunque uscita tra gli applausi, la vittoria in coda dell’Hellas Verona ha riaperto prepotentemente la lotta alla salvezza.
Ora infatti sono solo due i punti di vantaggio sulla zona retrocessione e il calendario adesso vede tre impegni molto complicati (Atalanta, Roma e Milan) con in mezzo lo scontro diretto col Pisa.
Serie A
Juventus, sei Yildiz dipendente?
La Juventus di Spalletti, in attesa di trovare una quadra a livello tattico, si affida alle giocate del gioiello turco. I bianconeri sono Yildiz-dipendente?
Con la vittoria di ieri sera al Dall’Ara contro il Bologna di Italiano, la Juventus di Spalletti è salita al quinto posto in classifica, scavalcando proprio i felsinei. Una vittoria che cancella, in parte, la sconfitta in casa del Napoli di una settimana fa.
La Vecchia Signora ha già cambiato allenatore. Iniziata la stagione con Tudor, adesso sulla panchina bianconera c’è Luciano Spalletti. Un profilo di alto livello per far tornare la Juventus ai livelli che merita, ovvero quelli che riguardano lo Scudetto.
Nonostante il tempo avuto a disposizione, l’ex tecnico Napoli non è riuscito ancora a trovare una quadra a livello tattico. Anche ieri contro il Bologna, Spalletti ha optato per un 3-4-2-1: un sistema di gioco molto diverso dal solito 4-3-3 che ci ha abituato nella sua lunga carriera.

KENAN YILDIZ FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
E infatti, il gioco ne sta risentendo parecchio. La Juventus ha una difficoltà incredibile a creare occasioni da rete e rendersi pericolosa in zona offensiva. Poche le soluzioni a disposizione della faretra di Spalletti, che deve fare a meno anche dell’infortunato Vlahovic. David, Openda, e Zhegrova per ora sono degli oggetti misteriosi, mentre Conceicao, nonostante le qualità importanti, sbaglia spesso le scelte da fare.
Rimane solamente Yildiz, faro del reparto offensivo della Juventus. Il turco in questa stagione si è preso sulle spalle l’intera formazione bianconera, diventando l’unico giocatore in grado di accendere i compagni.
Nelle ultime uscite è stato evidente la presenza o meno in campo del turco. C’è una squadra con il 2005 in campo ed una senza. Tra Serie A e Champions League l’ex Bayern Monaco è stato quasi sempre decisivo, tra assist e goal.
In Champions contro il Bodo serve l’assist per far partire la rimonta bianconera, mentre contro il Pafos serve David per il 2-0 finale. In campionato la musica non cambia: nelle ultime tre gare (Cagliari, Napoli e Bologna) ha collezionato 3 reti ed un assist. Il turco ha messo lo zampino in ogni goal messo a segno.
La questione perciò è la seguente: il talentino turco sta viaggiando su medie da vero top player ma non può sicuramente reggere l’intero peso del reparto offensivo per tutta la stagione. Serve un apporto da altri giocatori, altrimenti si rischia di sprecare le magie continue del giovane turco.
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