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Cagliari-Fiorentina 1-2: cronaca e classifica aggiornata

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Fiorentina

Cagliari-Fiorentina termina 1a2: colpo esterno della Viola, in rimonta, che le permette di credere ancora in un posto per l’Europa.

La squadra di Raffaele Palladino, dopo essere andata in svantaggio a Cagliari, la ribalta grazie a Robin Gosens e Lucas Beltran e -complice anche gli altri risultati- si porta a 4 punti dal quarto posto.

cagliari-fiorentina

LA GRINTA DI LUCAS BELTRAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Cagliari-Fiorentina: la cronaca

Dopo il rinvio di 48 ore, a causa della dipartita del Santo Padre, alla Unipol Domus si gioca Cagliari-Fiorentina.  Partita che parte subito fortissimo, con i sardi che ci provano subito con un cross di Luvumbo, ma De Gea respinge con i pugni. Non passa neanche un minuto ed il Cagliari passa con Piccoli, che mette dentro a porta vuota dopo un tiro rimpallato contro un difensore.

La squadra di Nicola continua a martellare la Viola, e al 12esimo minuto Nadir Zortea, dopo una grande azione calcia e solamente il palo gli nega la gioia del gol e del raddoppio per i Sardi.

La Fiorentina ci prova ma non con azioni concrete. Solo al 27esimo si rende pericolosa con una bella azione di Albert Gudmundsson, che si fa strada verso il portiere poi spara sulla destra ma Elia Caprile anticipa la traiettoria e para in bello stile. Dodo  conquista il rimpallo arrivato fuori area e tenta la conclusione ma il tiro viene fermato da uno dei difensori.

Quattro minuti più tardi il Cagliari lamenta un rigore su Nicolas Viola, ma l’arbitro è irremovibile e non concede nulla.

E come nella maggior parte delle partite pochi minuti dopo la Fiorentina impatta la partita con Robin Gosens al minuto 36: Rolando Mandragora mostra una grande visione di gioco e passa proprio all’esterno Viola, che con grande freddezza trasforma all’angolino basso di destra. E’ 1:1.

Come se non bastasse “piove sul bagnato” per Davide Nicola, costretto a ricorrere al cambio per l’infortunio di Jerry Mina, sostituito da Josè Maria Palomino.

Sul tramonto del primo tempo, esattamente al 44esimo, in seguito ad un intervento di Mario Pongracic l’arbitro Marinelli assegna il rigore. Dopo la revisione al VAR, però, l’arbitro torna indietro sulla sua decisione e annulla il tiro dal dischetto, nell’incredulità della squadra rossoblù.

Termina così la prima frazione.

La seconda frazione inizia subito con un’emozione: al 48esimo Dodo calcia in area un pallone col contagiri per Lucas Beltran, che vola alto e di testa colpisce da centro area indirizzando sotto la traversa. Niente da fare per Elia Caprile. 1:2 Fiorentina.

Azioni poco incisive dopo il gol della Viola, fino al minuto 75′ quando il solito David De Gea si rende protagonista: l’estremo difensore si tuffa come un gatto per respingere il tiro di prima dalla lunga distanza diretto verso l’angolino basso di destra. Sfortunato Razvan Marin, a trovare sulla sua strada un portierone così.

In seguito la partita si trascinerà fino alla fine con azioni di poco conto. Neanche la girandola di cambi scuote il match. L’unica occasione nel recupero (94′) importante capita sempre sponda Fiorentina con Zaniolo, che aggancia un preciso passaggio e solo davanti al portiere lascia partire il tiro sverso la destra. Elia Caprile è attento però e in tuffo riesce a respingere.

Ci prova con la forza della disperazione la squadra sarda, senza esito positivo. Alla Unipol Domus Cagliari-Fiorentina finisce 1-2.

Cambia la classifica

Cambia quindi la classifica, alla luce anche degli altri risultati, sia per la lotta Europea sia per non retrocedere.

Con questa vittoria la Fiorentina sale a 56 punti, ottava in classifica. Il treno Champions, dunque, si riassume così: Bologna 60, Juventus 59 (sconfitta a Parma), Lazio 59, Roma 57e poi la Viola.

Anche il discorso retrocessione si fa sempre più ingarbugliato: Verona 32, Parma 31, Cagliari 30, Lecce 26, Venezia ed Empoli 25 e il Monza fanalino di coda a 15.

Sempre più entusiasmante questo finale di campionato, come non si vedeva da molto tempo. Chi la spunterà?

 

 

 

 

Serie A

Torino, Vagnati si congeda: “Orgoglioso di aver servito un grande club”

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Davide Vagnati lascia il Torino: il Direttore Sportivo saluta il club granata dopo molti anni di lavoro intenso e di totale dedizione sportiva.

Torino

Torino, le parole di Davide Vagnati

Un addio significativo

Davide Vagnati, il Direttore Sportivo del Torino, ha ufficialmente annunciato il suo addio al club granata, segnando la fine di un’era caratterizzata da impegno e risultati significativi. Dopo anni passati a rappresentare uno dei club storici del calcio italiano, Vagnati ha espresso il suo orgoglio per aver potuto lavorare in un ambiente così prestigioso.

In un comunicato condiviso sui social, Vagnati ha dichiarato: “È stato un onore aver rappresentato un club così importante.” Le sue parole riflettono la passione e l’impegno che ha dedicato al Torino durante il suo mandato. La notizia ha immediatamente suscitato reazioni tra i tifosi, che si chiedono quali saranno i prossimi passi per il club e chi prenderà il posto di Vagnati.

Futuro e prospettive

L’addio di Vagnati apre una nuova fase per il Torino, che si prepara ad affrontare il futuro con nuove sfide e opportunità. La dirigenza sarà ora chiamata a trovare un sostituto all’altezza, capace di guidare il club verso nuovi traguardi. Il lavoro di Vagnati ha lasciato un’eredità importante, e il suo successore dovrà continuare su questa strada per mantenere il Torino competitivo ai massimi livelli.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio.

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Serie A

Fiorentina, Commisso: “La Fiorentina non è in vendita. Resteremo in Serie A, ma i giocatori…”

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Rocco Commisso, Fiorentina

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, smentisce le voci su una possibile cessione del club e suona la carica per il finale di stagione.

Fiorentina

Fiorentina le parole di Rocco Commisso

La possibile cessione e le voci su Renzi

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha rilasciato dichiarazioni importanti a La Nazione riguardo alla situazione attuale del club: “La Fiorentina non è in vendita. Tutti devono sentirsi responsabili della situazione attuale. Chiedo scusa ai tifosi.” Negli ultimi giorni il club gigliato era stato al centro di alcune speculazioni, che volevano la società pronta a passare di mano. Erano già emersi i primi nomi, tra cui quello clamoroso di Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, ex sindaco di Firenze e dichiarato tifoso Viola, era apparso in cima alla lista, ma l’imprenditore italo-americano ribadisce la sua volontà di restare al timone del club.

Le scuse ai tifosi e le prospettive future

Nel suo intervento, Commisso ha chiesto scusa ai tifosi per la situazione difficile, riconoscendo che, nonostante gli ingenti investimenti nel mercato, i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Ha ribadito il suo impegno per migliorare le prestazioni della squadra e ha invitato tutti i membri del club a fare la loro parte per superare questo momento critico. Le parole del presidente sottolineano un chiaro intento di non abbandonare il progetto Fiorentina, ma di rafforzarlo e riportarlo ai livelli che i tifosi si aspettano.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Schira.

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Serie A

Torino, il ritorno di Petrachi è una splendida notizia?

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Torino

Il Torino ha sollevato dall’incarico il Ds Davide Vagnati, lasciando spazio così a un ritorno molto gradito dai tifosi granata di Gianluca Petrachi. 

Parliamo di un Ds dalla grandissima esperienza, che ha mostrato già in passato di saper regalare grandissimi colpi a basso prezzo.

L’ha mostrato a Roma, l’ha mostrato soprattutto a Torino e, come detto da Petrachi stesso, l’esperienza con la Salernitana è stata la seguente: “Fin prima della Salernitana avevo un rendimento da otto. Non avevo mai sbagliato una stagione. Quei sei mesi hanno macchiato il mio percorso”.

Andiamo ad analizzare meglio la carriera di uno dei ds migliori in Italia.

Torino

Torino, Da Bremer e Immobile a Mancini: ecco tutti i migliori affari nella carriera di Petrachi

La sua carriera parte con un’ottima parentesi al Pisa, dal 2007 al 2008 che convince il Torino a puntare sul ds italiano.

A gennaio 2010 passa in granata e ci rimane, per 9 lunghi anni. Un percorso che ha visto arrivare un Petrachi e andarne via un altro.

Era un Torino ben diverso da quello che conosciamo oggi. Navigava in Serie B e risalire in A si stava rivelando più complicato del previsto.

Grazie a vari acquisti, nel corso degli anni i granata hanno avuto modo di non solo tornare in Serie A, ma anche di raggiungere l’Europa League. 

Tra i colpi più importanti merita una menzione sicuramente Danilo D’Ambrosio.

Arrivò per 500mila euro nel gennaio del 2010 dalla Juve Stabia in comproprietà, in 6 mesi il classe ’88 si guadagnò la conferma in granata, diventando fondamentale sia per la promozione che per la salvezza in Serie A.

Sirigu artivò dopo una stagione insoddisfacente all‘Osasuna, Petrachi però decise di puntarci sopra.

Glik venne acquistato dal Palermo per 300mila euro e divenne un punto fermo della difesa granata. Fu ceduto al Monaco per ben 11 milioni di euro.

Altra super plusvalenza fu Maksimović: acquistato nel 2013 dall’Apollon Limassol (che lo aveva appena preso dalla Stella Rossa) per meno di 3 milioni, venne venduto al Napoli nel 2016 per 26 milioni.

Bruno Peres fu portato a Torino da Petrachi nel settembre 2014, in cambio di 2 milioni al Santos. Venne poi acquistato dalla Roma, per una cifra vicina ai 15 milioni di euro.

Altri colpi dall’altissimo spessore sono poi stati sicuramente Ciro Immobile, vero trascinatore dei granata nella stagione 2013/14 che ha condotto il Torino alla qualificazione in Europa League. 

Senza dimenticare Andrea Belotti, capitano e bomber per moltissimi anni dei granata.

Da menzionare sicuramente Bremer, arrivato come un completo sconosciuto dall’Atlético Mineiro, ceduto poi per 50 milioni alla Juventus.

Davide Zappacosta arrivato nel 2014 dall’Atalanta, è stato poi ceduto per 25 milioni al Chelsea nel 2017.

Infine anche Cerci, Darmian, Ansaldi, Džemaili, Benassi e Buongiorno (prodotto del vivaio ma comunque valorizzato dal club) sono stati dei colpi importanti.

Alla Roma sono da nominare Smalling, Mkhitaryan e Gianluca Mancini in particolar modo.

Nonostante la breve e non particolarmente felice esperienza con la Salernitana, il ds stesso, tempo fa, ha voluto ribadire il proprio operato in termini numerici: “Alla Salernitana ho prodotto un lavoro da 50 milioni di euro: 32 milioni di entrate dal mercato e 18 milioni risparmiati sugli ingaggi. A fronte di tutto questo, però, mi sono ritrovato con soli 1 milione e 200mila euro per costruire la squadra. Con una cifra simile puoi solo ritoccare, non cambiare l’ossatura”.

In ogni caso, il ritorno di Petrachi farà sicuramente molto piacere alla stragrande maggioranza dei tifosi del toro.

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