editoriale
Juventus, un mercato di giugno per il Mondiale. Kolo Muani…
In casa Juventus le attenzioni sono già rivolte verso la prossima mini sessione di calciomercato: la finestra di giugno in vista del Mondiale per Club.
Per la Juventus due mesi e sarà già mercato. Ma non solo per direttori sportivi e addetti ai lavori, che come sempre cercheranno di giocare d’anticipo.
Questa volta, però, sarà una questione aperta a tutti: dieci giorni, dal 1° al 10 giugno 2025, in cui ogni scenario resterà in bilico. Un mini mercato che vale per dare una spinta ad una Juve al Mondiale per Club: per il prestigio di un torneo e per i grossi introiti che ne pottrebbero derivare dai successi sportivi in campo.

RANDAL KOLO MUANI FA IL SEGNO OK ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, che fare con Kolo Muani?
Ci sono due possibili correnti di pensiero su Kolo Muani. O va riscattato, o va rispedito subito al mittente. Certo, la terza via sarebbe più semplice, cioè quella di averlo per un altro prestito di un anno, ma è peregrino che il Paris Saint Germain possa fare un favore così grosso alla Juventus, seppur non da escludere visto lo stipendio esagerato del centravanti. In ogni caso, presa per buona la chiusura del PSG per almeno i primi mesi d’estate (cioè cercherà offerte e magari, tirandola lunga, si potrebbe anche spuntarla) va fatto un rapido conto sulle qualità, ancor più che sul mero inserimento da titolare fisso su cui deciderà Tudor.
Le ultime su mercato
Sarà cruciale fare chiarezza sui riscatti. Alcuni sono già definiti, come quelli obbligatori di Nico Gonzalez e Di Gregorio. Altri sono diventati vere opportunità di mercato, vedi Kalulu. E poi ci sono i casi più incerti, quelli che faticano a rientrare nei piani. Anche per una questione di costi.
La domanda centrale è: vale davvero la pena investire oggi 30 milioni per acquistare Francisco Conceição dal Porto? Non si tratterebbe di un riscatto, perché non esiste un’opzione d’acquisto. Sarebbe una scelta da ponderare con attenzione
editoriale
Milan, ma chi lo fa il mercato? L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, chi lo fa il mrcato? E’ un dubbio che spesso noi tifosi rossoneri abbiamo, visto anche diversi precedenti.
Le richieste di Massimiliano Allegri in estate erano volte ad avere in squadra un difensore centrale esperto, un profilo come Xhaka e un attaccante dalle caratteristiche differenti rispetto a Santiago Gimenez. E’ invece arrivato Odogu, giovanissimo e non pronto, Nkunku del quale se ne fa nulla e l’attaccante messicano è rimasto. Il contentino Rabiot è potuto accadere solo ed esclusivamente perché il francese era stato messo fuori rosa col Marsiglia.
Un quadretto poco edificante per un nuovo allenatore il quale aveva preteso delle garanzie dalla dirigenza nella persona di Giorgio Furlani.
E ancora, Allegri aveva chiesto Vlahovic, ma si è infortunato, discorso rimandato in estate. Per sopperire la situazione avrebbe accolto di buon grado Mauro Icardi, ma all’argentino non è piaciuta l’offerta del Milan di un biennale da 5 milioni di euro.
Ecco quindi che Giorgio Furlani ha deciso di spingere per Niclas Fullkrug, attaccante che nella stagione 2025 è riuscito addirittura a far peggio di Gimenez, il che è tutto dire.
Ma la domanda che sorge spontanea e che mi viene fatta da centinaia di tifosi….Igli Tare? Mistero. Sappiamo infatti che tutti gli acquisti e le cessioni devono passare dalla scrivania dell’AD rossonero pertanto la figura di Tare pare fin da subito ridimensionata. Insomma, non ci siamo praticamente accorti del cambio in estate, quando il Milan, orfano di un direttore sportivo, ha assoldato l’ex Lazio salvo poi coinvolgerlo poco nelle varie scelte di mercato.
editoriale
Milan, stai buttando un’occasione d’oro: l’editoriale di Mauro Vigna
Milan, probabilmente mai come quest’anno i rossoneri hanno la possibilità di dire la loro durante la campagna acquisti invernale, oppure no. La seconda opzione di certo spaventa.
Diciamocela tutta, è un campionato al rallentatore. Non esiste una vera e propria squadra che sta andando in volta, per usare un termine ciclistico che tuttavia bene fa capire l’attuale situazione. Tante squadre a pochi punti di distanza l’una dall’altra, molti di questi persi per casa, chi durante gli scontri diretti, vedasi il Napoli e chi, come il Milan, contro le piccole.
Un’occasione d’oro quindi per gli uomini di Massimiliano Allegri, secondi a un solo punto dai cugini capolisti e pieni di rammarichi per i soli due punti contro Cremonese, Pisa e Sassuolo. Ho coniato il termine neopromossite, ovvero una patologia insorta nel Milan quando c’è da giocare contro le neopromosse. I motivi sono ancora tutti da capire, ma i numeri non mentono mai.
E sarebbe così facile imporsi in questo campionato, se solo la dirigenza lo volesse. Mai come quest’anno basterebbero tre acquisti mirati, forti ed esperti per potere arrivare in fondo al campionato e probabilmente vincerlo. Serve un attaccante diverso da Niclas Fullkrug il quale in Premier League sta eguagliando Santiago Gimenez con la pochezza di zero gol e zero assist.
Il Milan non è un centro di recupero per giocatori persi, lo stiamo facendo con Nkunku con risultati al momento disastrosi, lo faremo con Fullkrug, sperando finisca diversamente. La botta di c…., ops fortuna, l’abbiamo avuta con Pulisic del quale ci riferivano che era sempre infortunato, un giocatore finito…beh, ce ne fossero di giocatori così. Ma non possiamo vivere di scommesse, ci servono solide realtà e Fullkrug ad oggi non lo è.
Ci serve un forte difensore centrale e per quanto bene possa volere a Thiago Silva, è un azzardo grande come una casa perché il giocatore ha 41 anni e arriva da una stagione in cui ha fatto oltre 40 presenze. Vecchio e bollito, mi viene da dire, con il giusto e dovuto timore reverenziale che porta un campione del genere, ovviamente. Così difficile prendere un Joe Gomez qualsiasi?
E per finire ci serve un terzino destro, Saelemaekers, fresco di rinnovo fino al 30 giugno 2031, non le può giocare tutte, se me ne accorgo io, penso che anche lo staff tecnico possa lontanamente immaginarlo. E Athekame quando esntra in campo provoca le preoccupazioni che avevo quando c’era lui, Emerson Royal.
Siamo sempre alle solite, basterebbe così poco per allestire una squadra competitiva, e ripeto, in questo campionato il Milan, con una rosa adeguata, potrebbe tranquillamente dire la sua. Peccato che a gennaio, come ci è stato riferito, si andrà a pescare alla voce opportunità di mercato che equivale partire da Milano, andare al casinò e puntare sul rosso e sul nero chiudendo gli occhi e sperando vada bene.
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Juventus, finalmente Spalletti ha lasciato il segno!
Vittoria importante al Dall’Ara e secondo clean sheet di fila. La Juventus di Luciano Spalletti ha finalmente giocato un buon calcio.
La Juventus torna da Bologna con molto più dei tre punti. L’1-0 del Dall’Ara rappresenta una tappa chiave della stagione e, soprattutto, la prima autentica versione “spallettiana” dei bianconeri: squadra compatta, aggressiva, coraggiosa e finalmente riconoscibile. Una vittoria pesante, che rilancia la corsa Champions e prepara il terreno allo scontro diretto con la Roma per il quarto posto.
La chiave della vittoria della Juventus
Contro un Bologna confuso e poco convincente, la Juve ha imposto il proprio ritmo fin dall’inizio. Pressing alto, baricentro avanzato e gestione lucida del pallone hanno segnato una netta discontinuità rispetto alle precedenti uscite, comprese quelle in campo europeo. Il primo tempo è stato solido, la ripresa ancora più autoritaria, con i rossoblù pericolosi solo a sprazzi, come sulla traversa colpita da Zortea.
Il gol decisivo arriva a metà secondo tempo e porta la firma inattesa di Cabal, al secondo centro stagionale dopo quello contro l’Atalanta, bravo a sfruttare un cross preciso di Yildiz. Determinante anche l’impatto dei cambi, che hanno dato la spallata decisiva a una gara controllata per lunghi tratti. Da segnalare il rientro di Bremer nel finale, mentre Koopmeiners sarà assente contro la Roma per squalifica.

Il risultato sta persino stretto alla Juventus, che crea molto ma conferma qualche limite sotto porta. Openda spreca due occasioni nitide, Ravaglia evita un passivo più pesante e un gol di David viene annullato per fuorigioco. Segnali incoraggianti anche da Yildiz, sempre più centrale nel gioco pur senza trovare la rete.
Il successo vale il quinto posto e, almeno per una notte, il -1 dalla Roma, in attesa degli altri risultati. È il secondo clean sheet esterno del campionato, un dato che certifica la solidità ritrovata dopo un rendimento lontano da casa troppo discontinuo.
Spalletti ha parlato della “vittoria più bella” da quando siede sulla panchina bianconera, ma ha invitato alla prudenza. Bologna non è un punto d’arrivo, bensì una ripartenza. La prossima sfida con la Roma sarà il vero spartiacque dove si misureranno ambizioni, maturità e la reale crescita di una Juventus che sembra aver finalmente trovato la sua strada.
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