Serie A
Venezia, Di Francesco: “Il Como gioca da grande squadra, a noi manca lucidità in zona gol”
L’allenatore del Venezia Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa, alla vigilia della prossima partita di Serie A in casa del Como.
Unica squadra ancora a secco di vittorie fuori casa, il Venezia farà comunque tesoro degli ottimi pareggi conquistati nelle ultime 2 gare con Lazio e Atalanta, e si prepara alla trasferta contro il Como. I lagunari sono una delle squadre più in forma del momento, ma devono riscattare il ko in rimonta subito all’Olimpico contro la Roma. Entrambe hanno la necessità di vincere: i padroni di casa per staccare quasi definitivamente le dirette concorrenti alla salvezza, gli ospiti per sperare ancora nella permanenza in Serie A.
Como-Venezia: Di Francesco presenta la sfida in conferenza stampa
Eusebio Di Francesco, allenatore dei lagunari, ha presentato la trasferta del Sinigaglia in conferenza stampa.
Le differenze tra il Como e le grandi del nostro campionato
“La metterei vicino, non per i punti, ma per i valori, per le prospettive, per il mercato, per i giocatori che hanno preso, per le idee dell’allenatore e la forte identità che ha. Ha giovani, ma giovani maturi. Ha l’atteggiamento e la mentalità di una big“.
Cosa serve al Venezia
“Serve poco, una scintilla. In allenamento la vedo, va riportata in partita, anche negli ultimi 20 metri. Dico ai miei di liberarsi del peso che hanno, delle paure. Sono convinto che la squadra stia crescendo, abbiamo avuto delle opportunità anche a Bergamo pur con un avversario forte“.
Quasi tutti a disposizione
“Abbiamo recuperato quasi tutti, è rientrato anche Sagrado a lavorare con noi per la prima volta. Ha preso una botta al naso Fila, ma è a disposizione e può giocare con una mascherina. E’ rientrato anche Zampano, siamo tanti ora e ho delle scelte. Solo Sverko e Sagrado sono da valutare per la prossima settimana“.
Il ricordo della salvezza inaspettata col Sassuolo
“Mi auguro di rifarlo, manca quel qualcosa in più per fare quel salto di qualità. Perché no? I ragazzi ci devono credere, noi anche. E’ una partita che diventa determinante. Abbiamo raccolto punti con squadre importanti, stiamo crescendo e dobbiamo essere convinti, consapevoli, ma anche umili. Non penso che sia uno scontro diretto, per la considerazione che ho del Como. Noi meritavamo più punti, ma anche loro, pure se saranno più contenti della loro classifica“.

GAETANO ORISTANIO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La crescita di Schingtienne e Marcandalli: uno gioca sempre in casa, l’altro fuori
“E’ una pura coincidenza, non ci avevo pensato. Scelgo in base a quello che vedo durante la settimana. Schingtienne sa sicuramente meglio cosa vogliamo, ma Marcandalli è entrato con personalità. Cerco sempre di variare in base all’avversario sfruttando al meglio le qualità che ho a disposizione“.
Attacco punto dolente
“Manca il gol più che altro. Per il resto l’attacco ha fatto un grande lavoro sia in fase difensiva che per la capacità di creare qualche situazione pericolosa. Chi ha avuto più occasioni a Bergamo paradossalmente è stato Zerbin, si poteva fare meglio in entrambe le occasioni, ovvio che poi gli attaccanti devono cercare di attaccare di più la porta come ha fatto Yeboah che è stato un po’ sfortunato sul colpo di tacco. Bisogna continuare a crederci e magari calciare anche di più, non dico dalla grande distanza, non alla disperata, ma con convinzione quando ce n’è la possibilità“.
Manca lucidità negli ultimi metri, come contro la Lazio e l’Atalanta
“Sì, quella freddezza e lucidità di saper scegliere l’opzione migliore ci è mancata, ma fa parte della crescita. Purtroppo siamo in fase avanzata nel campionata, ma è un percorso che un po’ paghi con giocatori che non hanno magari grande esperienza o che sono giovani, il rischio è solo questo, però anche facendo una scelta sbagliata si può fare gol ugualmente“.
Un bilancio attuale dopo due terzi di stagione
“Molto bene, sono solo un po’ dispiaciuto, avrei voluto vedere la squadra un po’ più in alto in classifica, dare più punti ai tifosi, dare più soddisfazioni, ma siamo sempre in tempo per averne. Lavoro con tanti ragazzi vogliosi in gamba, positivi e che si mettono a disposizione. Bisogna crederci, spetta a noi eliminare tutte le negatività“.
Serie A
Lazio-Cremonese 0-0, all’Olimpico regna la noia
All’Olimpico finisce 0-0 Lazio-Cremonese, poche emozioni e possibile svolta nel finale ma il risultato non si sblocca con le squadre che si dividono la posta.
La 16° giornata, formato spezzatino, di Serie A si è aperta a Roma con la sfida tra i biancocelesti di Sarri e i grigiorossi guidati da Davide Nicola.
Lazio-Cremonese 0-0, mancato l’aggancio alla zona Europa
Match decisamente bloccato per tutta la durata del primo tempo con tanti errori in impostazione dei padroni di casa, che più di qualche volta hanno rischiato di favorire le ripartenze di Bonazzoli e Vardy. L’assenza di Zaccagni pesa e Pedro non da più le garanzie di un tempo, sulla fascia opposta invece un ispirato Cancellieri è stato più volte coinvolto nella manovra offensiva.
Dall’altra parte il centrocampo formato da Bondo, Folino, Barbieri, Grassi e Pezzella ha inizialmente retto bene la qualità di Guendouzi e nella ripresa il copione, almeno nella prima parte, è stato lo stesso. Poche occasioni e partita sugli scudi per più di un’ora, i cambi hanno visto il rientro dopo il rosso nel derby di Belahyane insieme a Noslin.
I due ex Hellas Verona, in particolare l’olandese, hanno inciso positivamente ma non sono bastati a sbloccare il risultato in favore dei biancocelesti. All’Olimpico regna la noia per tutto il resto del secondo tempo, senza emozioni e occasioni degne di nota.
Il picco si raggiunge negli ultimi secondi di partita quando uno strappo di Guendouzi lancia Cancellieri davanti al portiere, che viene steso al limite dell’area da Ceccherini. Rosso diretto spulso e punzione dal limite dell’area a Cataldi che però spedisce alto di pochissimo.
Termina dunque 0-0 tra Lazio e Cremonese, i padroni di casa salgono a quota 23 punti mentre i lombardi toccano quota 21. Nel prossimo turno i biancocelesti saranno ospiti dell’Udinese mentre allo Zini arriverà il Napoli di Conte.

GUENDOUZI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Juventus-Roma, le formazioni ufficiali
Juventus-Roma, match valido per la sedicesima giornata di Serie A, mette di fronte i bianconeri di Spalletti (padroni di casa) e i giallorossi di Gasperini.
Juventus-Roma, formazioni ufficiali
Di seguito le formazioni ufficiali del match.
JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Bremer, Kelly; McKennie, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Conceicao, Yildiz; Openda. Allenatore: Luciano Spalletti.
ROMA (3-4-2-1): Svilar; Rensch, Ziolkowski, Mancini; Celik, Cristante, Koné, Wesley; Soulé, Pellegrini; Dybala. Allenatore: Gian Piero Gasperini.

Serie A
Theo Hernandez su Maldini: “Io e Calabria a Milanello con la sua maglia”
Theo Hernandez critica la gestione del Milan e l’assenza di “milanismo” nel club dopo l’addio di Paolo Maldini, citando un episodio vissuto insieme a Calabria.
Theo Hernandez e il legame con Maldini
Theo Hernandez ha espresso il suo disappunto riguardo alla gestione del Milan, sottolineando la mancanza di “milanismo” nel club. In un’intervista, il terzino sinistro ha rivelato che lui e il capitano Davide Calabria si erano presentati l’anno scorso a Milanello indossando la maglia di Paolo Maldini, un gesto che non è stato accolto favorevolmente da alcuni membri del club. Hernandez ha evidenziato come la rimozione di Maldini sia stata un errore, affermando che “hanno strappato una bandiera per nulla”.
L’assenza di una famiglia rossonera
Hernandez ha continuato a parlare della mancanza di identità nel Milan attuale, riferendosi alla partenza di Zlatan Ibrahimovic come un altro colpo importante per la squadra. Ha descritto gli anni passati come “magici”, sottolineando che il club aveva una forte identità familiare. Secondo il giocatore, la presenza di figure storiche come Maldini e Ibrahimovic è fondamentale per mantenere lo spirito e l’identità del Milan.

Theo Hernandez
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Fonte: l’account X di Schira
#TheoHernandez su #Maldini: “Io e Calabria l’anno scorso ci presentammo con la maglia di Paolo a Milanello, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra si sente mancanza di milanismo nel club. Eravamo una famiglia: sono stati anni magici” #Milan
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 20, 2025
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