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Roma: i Top e i Flop di inizio stagione

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Roma

Tantissime ombre e poche luci sulla prima parte di stagione della Roma: ecco un resoconto dei migliori e dei peggiori della squadra giallorossa.

Alzi la mano chi ad agosto pensava che la Roma, a circa una settimana dall’inizio del nuovo anno, avrebbe avuto gli stessi punti di Empoli e Torino. Probabilmente quasi nessuno.

Il caos scatenato dall’esonero di Daniele De Rossi dopo un avvio di campionato complicato con il conseguente arrivo di Ivan Juric, le dimissioni di Lina Souloukou e le successive proteste nel tifo giallorosso hanno consegnato alla squadra giallorossa uno dei peggiori inizi di stagione della loro storia.

La classifica di Serie A parla chiaro: dopo diciassette partite la squadra giallorossa ha collezionato 19 punti, a quindici lunghezze dal quarto posto che garantirebbe l’accesso diretto alla prossima edizione della Champions League, l’obiettivo dichiarato di inizio anno. In Europa League i punti sono 9: la somma di due vittorie, tre pareggi e una sconfitta. Numeri ingiustificabili se si pensa agli investimenti economici fatti la scorsa estate.

I motivi vanno attribuiti in gran parte alla gestione dei Friedkin, incapaci di dare una linea guida chiara a livello societario. Mancanze che si sono riversate inevitabilmente sul rendimento della squadra e dei singoli.

I flop della Roma

LA GRINTA DI LORENZO PELLEGRINI ( FOTO SALVATORE FORNELLI )

Lorenzo Pellegrini è stato, per importanza del nome e del ruolo, uno dei primi a risentire di questo caos che da mesi regna all’interno delle mura di Trigoria. Da circa due anni il n.7 della Roma è al centro delle polemiche e dei dibattiti dei tifosi giallorossi e della stampa romana. In molti gli chiedono di dare di più e lo accusano di nascondersi nei momenti difficili.

Lui, ovviamente, si è sempre difeso da queste accuse, dichiarando di essere il primo a soffrire di questa situazione. Sicuramente Pellegrini è forse il primo tifoso della Roma, ma dal suo ritorno nella capitale Ranieri ha deciso di tutelarlo escludendolo per più partite consecutive dall’11 iniziale. Una scelta forte che il tecnico testaccino ha giustificato come l’unico modo per far ritornare la serenità ed il sorriso sul volto del ragazzo.

Roma

MATIAS SOULE IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Uno dei grandi investimenti dello scorso calciomercato estivo giallorosso è stato sicuramente Matias Soulé. Acquistato per oltre 30 milioni dalla Juventus dopo l’ottima annata personale vissuta con il Frosinone, l’argentino era stato etichettato come l’erede tecnico naturale di Paulo Dybala. Il 4-3-3 sembra disegnato perfettamente per adattarsi alle caratteristiche del giocatore, ma l’esonero di De Rossi prima e l’arrivo di Juric poi hanno comportato il cambio di modulo con una difesa a tre e, di conseguenza, un posto in meno sull’ala destra.

Eppure Soulé era stato già impiegato a tutta fascia: una scelta quasi forzata per non relegare Dybala ad un lavoro dispendioso e rischioso per il suo già fragile fisico. Nonostante ciò, qualunque fosse il ruolo in cui venisse impiegato, l’ex Frosinone non ha dimostrato quei lampi di genio visti la scorsa stagione. Ci sono segnali di ripresa, ma la strada è ancora lunga.

ZEKI CELIK IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

A Roma la speranza dell’arrivo di un terzino destro affidabile è diventata quasi meno credibile dell’arrivo di Godot. Motivo per cui, da tante stagioni a questa parte, per un motivo o per l’altro, l’out difensivo di destra giallorosso sembra non essere mai all’altezza rispetto a quello di una squadra che dovrebbe puntare ogni anno ad un piazzamento in Champions League. La stessa motivazione per cui, da più di due anni, Zeki Celik è a tutti gli effetti il terzino destro titolare della Roma.

L’impegno e la costanza non mancano al turco, ma ci sono degli evidenti limiti tecnici di base. Tanti errori grossolani da parte di Celik, sia nella fase offensiva che in quella difensiva (vedi Firenze), hanno solamente confermato delle lacune a cui il direttore sportivo Ghisolfi avrebbe dovuto pensare già da giugno.

I top della Roma

Mile Svilar ( FOTO SALVATORE FORNELLI )

Nella sin qui complicata stagione giallorossa ci sono state pochissime certezze, ed una di queste è senza ombra di dubbio Mile Svilar. Già con l’arrivo di De Rossi il portiere serbo aveva scalzato nelle gerarchie Rui Patricio, che pagava un evidente calo di rendimento rispetto al suo arrivo nella capitale. Spesso a Roma si è parlato della mancanza di una presenza affidabile tra i pali dai tempi di Allison e sulla necessità di intervenire sul mercato, ma a suon di parate e di prestazioni eccezionali il serbo è diventato uno dei punti fermi di questa Roma.

Nonostante i 23 gol subiti in 17 partite di campionato ed i cinque in nove match europei Svilar è sempre uscito dal campo come uno dei migliori dei giallorossi. Senza la sua presenza e le sue parate, probabilmente, il passivo di reti da parte della Roma sarebbe stato ancora più pesante.

MANU KONE IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

De Rossi lo aveva chiesto a gran voce negli ultimi giorni di mercato, costringendo Ghisolfi ad una trattativa serrata per strappare l’ex centrocampista del Borussia M’Gladbach dalla concorrenza del Milan. I motivi di tale insistenza da parte del tecnico di Ostia sono parsi lampanti agli occhi di tutti sin dalle prime uscite dell’ivoriano in maglia giallorossa.

Una forza fisica sovrannaturale ed una capacità innata di essere al posto giusto al momento giusto hanno trasformato Konè in uno degli imprescindibili della squadra, con buona pace di Ivan Juric che spesso lo relegava in panchina per motivi misteriosi. Il francese ha già messo a segno due reti in questa stagione tra Serie A ed Europa League, ma ad impressionare tifosi ed addetti ai lavori è la continuità di rendimento del centrocampista. Un giocatore che è entrato facilmente nelle grazie dei sostenitori giallorossi, che sperano di averlo dalla loro parte ancora per molto tempo.

Roma, Niccolò Pisilli

L’ESULTANZA URLO DI NICCOLO PISILLI DOPO IL GOL VITTORIA PER LA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

In questa difficile stagione giallorossa una delle note positive, forse la più positiva, è quella relativa a Niccolò Pisilli. Mourinho lo aveva lanciato, De Rossi lo ha confermato. Il gol con il Venezia è il simbolo di quello che i tifosi romanisti vorrebbero vedere ogni domenica sul campo: attaccamento alla maglia. Forse è un concetto più semplice se ad indossare quella stessa maglia c’è un romano ed un romanista doc.

Nonostante i titolari inamovibili del centrocampo targato Ranieri siano Konè e Paredes, il giovane centrocampista giallorosso è il primo chiamato in causa quando uno dei due manca, e la risposta è sempre positiva. Inserimento, tackle, gol: Pisilli ha tutte le carte in regole per poter diventare uno dei migliori del suo ruolo. Il presente, ma soprattutto il futuro, sono suoi.

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Napoli, dal Bologna al Bologna: il cerchio che si chiude

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Il Napoli ritrova il Bologna in finale di Supercoppa: un mese e mezzo dopo la notte più buia, una sfida che vale molto più di un trofeo.

Il Napoli ha scoperto ieri sera che sarà il Bologna l’avversario nella finale di Supercoppa Italiana. Una sfida che va ben oltre il valore del trofeo. Proprio contro i rossoblù, prima dell’ultima sosta per le Nazionali, la squadra partenopea aveva probabilmente toccato il punto più basso della sua stagione. La sconfitta in Emilia aveva aperto una fase delicatissima: voci insistenti sulle possibili dimissioni di Antonio Conte, presunte fratture nello spogliatoio, un clima pesante che sembrava destinato a trascinarsi a lungo, come un domino pronto a cadere.

E invece, da quel momento, qualcosa è cambiato. Al rientro in campo il Napoli ha iniziato a cambiare passo, trovando continuità e convinzione. Le vittorie contro Atalanta, Roma e Juventus hanno restituito fiducia a un ambiente che sembrava smarrito. Non sono mancati i passi falsi, come quelli della scorsa settimana contro Benfica e Udinese, ma la vittoria contro il Milan nella semifinale di Supercoppa ha lasciato sensazioni diverse: un Napoli che continua a cambiare pelle e che, forse, è davvero rinato.

Napoli

L’ESULTANZA GRINTOSA DI ANTONIO CONTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Napoli, una finale per guardare avanti

Ora, però, serve la conferma definitiva. Di nuovo il Bologna, di nuovo la squadra di Vincenzo Italiano, questa volta con in palio un trofeo. Vincere la Supercoppa permetterebbe di riscattare un inizio di stagione complicatissimo, ma sarebbe soprattutto un segnale forte. Battere i felsinei, un mese e mezzo dopo quella sconfitta che aveva annichilito l’ambiente azzurro, significherebbe chiudere un cerchio, trasformando una ferita aperta in un punto di ripartenza.

Il successo avrebbe un peso enorme anche in prospettiva. Il nuovo anno vedrà il Napoli impegnato nella difesa del titolo e desideroso di andare avanti in una Champions League finora più sofferta che brillante. 

Vincere l’ennesimo big match di questo periodo manderebbe un messaggio chiaro anche alle rivali: il Napoli c’è, ed è pronto a giocarsela fino in fondo. Dal Bologna al Bologna, dunque. Il passato recente è lì, davanti agli occhi. Il futuro, invece, passa da questa finale. Sta al Napoli decidere come affrontarlo.

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Aleksey Batrakov, il talento che ha stregato Barcellona e Psg!

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Barcellona

Il Lokomotiv Mosca vanta in rosa il giocatore più prezioso della Russian Premier League, ovvero Aleksey Batrakov. Barcellona, Psg e Porto hanno mostrato interesse.

Aleksey Batrakov è un trequartista classe 2005 del Lokomotiv Mosca. Vale 25 milioni di euro e, in 2 stagioni (sino ad ora) ha realizzato 60 presenze, 30 gol e 15 assist.

Un contributo offensivo che farebbe scalpore anche se si trattatasse di una punta, ma stiamo parlando di un trequartista di soli 20 anni.

La sua permanenza in Russia dalla prossima stagione appare improbabile, dato l’interesse di club come Barcellona, Psg e Porto.

Il giocatore ha un contratto che lo lega al club sino al 2029. A meno che non siano il giovane stesso e i propri agenti a spingere per una cessione, potrebbero essere necessari 30 milioni di euro o anche più per acquistarne le prestazioni.

Barcellona

Dal Barcellona al Psg, ma chi è Batrakov?

Il giocatore attualmente vanta 15 gol e 6 assist in 23 presenze. È il miglior marcatore del e il secondo miglior assistman in questa stagione del campionato russo.

È il calciatore con più tiri nello specchio della porta nel Lokomotiv Mosca (1.4), è quello che tenta più tiri a partita (2.8), quello che ha creato più occasioni importanti (9) e il primo per passaggi chiave nei 90 minuti (3.1 a partita).

Offensivamente è un gioiello assoluto, in ogni singolo aspetto possibile.

La sua qualità più distintiva è la capacità di arrivare in area di rigore al momento giusto. Ha l’istinto di un attaccante con l’intelligenza tecnica di un regista.

Supporta tanto l’attacco e torna anche indietro, si sacrifica per tentare di recuperare palla e far ripartire l’azione in attacco, spesso con lui a guidarla.

La sua intelligenza calcistica è eccezionale: interpreta gli spazi, anticipa le reazioni difensive e trova costantemente angolazioni che aprono percorsi di progressione per la sua squadra.

Davanti alla porta, mostra una calma e una precisione fuori dal comune per un giocatore della sua età.

Invece di forzare tiri dalla distanza (sebbene possa tirare anche da lontano con ottima precisione), cronometra le sue incursioni in area di rigore, concludendo con precisione e compostezza. I suoi movimenti gli permettono di aggirare i duelli fisici; segna evitando il contatto piuttosto che subendolo.

primo tocco preciso e un controllo eccellente negli spazi stretti. Pur non essendo un dribblatore naturale, il suo gioco di collegamento rapido e la capacità di combinare palla in spazi ristretti lo rendono molto efficace nelle zone d’attacco affollate.

La sua agilità, il suo equilibrio e la sua tecnica pulita gli garantiscono di perdere raramente il possesso palla sotto pressione.

Avrebbe le caratteristiche tecniche per giocare anche come seconda punta, ma al momento fisicamente sarebbe troppo faticoso per lui.

Alto 171cm e con un fisico ancora da dover irrobustire. In Russia potrebbe anche interpretarlo, ma nei top 5 campionati russi non sarebbero sufficienti le alte qualità tecniche per eludere i duelli avversari.

Una tappa intermedia sarebbe la più consigliata nel suo caso. Al Porto, con Farioli, potrebbe maturare molto e senza particolari pressioni.

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Torino, Vlasic finalmente decisivo: quanti gol quest’anno?

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Torino

La stagione del Torino sta vivendo di alti e bassi ma nell’ultimo match è tornato a incidere Vlasic. Di questo passo può superare il proprio record personale.

Nella vittoria contro la Cremonese per 1-0 è risultata decisiva la rete di Nikola Vlasic, sempre centrale nel progetto granata ma spesso sfortunato nonostante i bonus.

Torino, segna ancora Vlasic ma finalmente è decisivo

Quello che ha rappresentato e continua a rappresentare il fantasista serbo per la società granata è degno dei migliori veterani del calcio. Nonostante le poche stagioni effettive con la maglia del Toro (4 con quella corrente), ha collezionato quasi tutte le presenze disponibili, diventando sempre più idolo dei tifosi.

In totale sono 17 gol e 16 assist in 119 presenze totali, a dimostrazione delle fedeltà ma anche dell’integrità fisica di cui la società ha potuto godere in questi anni, inoltre ha conquistato anche la fascia da capitano.

Dal punto di vista del gioco poi Vlasic è sempre stato un fantasista fuori dagli schemi, capace di inventarsi una giocata dal nulla e mandare in porta un compagno o incidere in prima persona.

In questa stagione, prima della 15° giornata, aveva già messo il timbro contro Como Milan ma in entrambi i casi il risultato poi non è stato in favore del Torino. Stesso discorso per gli assist (2 fin qui), serviti contro Lecce e nuovamente rossoneri. Finalmente dunque, e per la prima volta in questa stagione, un suo contributo è risultato decisivo per portare a casa punti (3).

Grazie anche all’aiuto di Zapata, Vlasic è riuscito a sbloccare il risultato contro la Cremonese in una partita complicata dal punto di vista fisico ma poi diventata in discesa dopo il gol del vantaggio.

A oggi dunque sono 3 i gol stagionali in 15 partite, lo scorso anno ne segnò in 30 partite, quello precedente sempre 3 mentre al primo in granata raggiunse quota 5. Per questo motivo i presupposti per infrangere il record personale di reti in Serie A ci sono tutti, tanto dipenderà dalla bravura del giocatore ma anche dall’umore della squadra, spesso influenzato da Vlasic che è anche il capitano.

vlasic

NIKOLA VLASIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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