Serie A
Roma, Ranieri: “Voglio che i miei non si facciano mangiare, Pellegrini un fenomeno”
Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dalla delicata sfida interna contro l’Atalanta di Gasperini.
Claudio Ranieri, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa a due giorni dal big match dell’Olimpico contro la lanciata Atalanta di Gasperini. La formazione giallorossa dovrà tentare il tutto per tutto per raccogliere punti contro gli orobici per non rimanere nelle zone basse della classifica.
Il match, valido per la 14° giornata di campionato, è in programma lunedì 2 dicembre alle ore 20:45.

PAULO DYBALA E LORENZO PELLEGRINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, le parole di Ranieri
Contro l’Atalanta vedremo la Roma con la difesa a 3?
“Affrontiamo la terza squadra che ha più o meno la stessa filosofia. Quella di attaccare sempre, di andare sempre in verticale. Il Napoli con Antonio Conte è all’inizio, al quarto mese, quinto mese. Il Tottenham, adesso non ricordo quanti anni, se sono due o tre anni, pur con un sistema differente ma gioca con la mentalità di attaccare sempre. Ecco, l’Atalanta è quella macchina perfetta. Complimenti al presidente Percassi perché per i primi quattro anni, ricordo, diceva di doversi salvare e intanto scalava, scalava e salivano sempre di più in classifica e adesso giustamente cercano di fare il massimo. Il massimo significa ritornare in Champions League anche il prossimo anno, cercare di migliorare il campionato passato.
Andiamo ad affrontare una squadra che oserei dire essere perfetta. E noi abbiamo visto il barlume, il barlume di luce. Ho rivisto giocatori volere intensamente un qualcosa di positivo. In questo momento dobbiamo rendere i nostri tifosi orgogliosi di quello che riusciamo a fare. Non stiamo bene come io vorrei perché non è possibile dopo una settimana, dieci giorni di lavoro. Avevo detto ai giocatori di rispondere colpo su colpo. Vogliamo rendere i nostri tifosi orgogliosi di quello che facciamo. Poi in questo momento possiamo vincere, possiamo perdere, ma noi dobbiamo avere questa visione.
L’Atalanta è prima per gol fatti, è prima per le occasioni da gol, è terza per le verticalizzazioni, è prima nei tiri in porta, è seconda nei cross, prima nei recuperi palla… ti mangia. Ecco, io non voglio che i miei giocatori vengano mangiati, io voglio vedere lunedì una gran bella partita. Questo è quello che io mi auguro, è quello che stimolerò i miei giocatori a fare davanti ai nostri tifosi. I nostri tifosi l’ultima partita in casa sono andati via prima. Ecco, io vorrei che restassero come sono rimasti a Londra contro il Tottenham. E poi potevamo anche aver perso, non aver fatto il gol al novantesimo. Io vorrei che escano dal campo e dicano “oh, finalmente hanno fatto tutto quello che dovevano fare”. Questo è il mio augurio”.
Sui tifosi.
“Siamo noi adesso che dobbiamo far rinnamorare i nostri tifosi. Perché i nostri tifosi sono magnifici. E, giustamente, quando le cose non vanno bene, dicono alcune cose che vanno fatte. Per cui noi dobbiamo dare il massimo. E i nostri tifosi lo capiscono”.
La posizione perfetta per Saelemaekers?
“Noi allenatori siamo sempre alla ricerca di quei giocatori che sappiano interpretare più situazioni. Io ho parlato con lui, lui ama molto stare alto sul centro-sinistra, però mi ha detto che si trova bene anche da quell’altra parte. Io lo vedo più proiettato verso l’avanti ma deve aiutare la squadra. A Dovbyk gli ho detto non tornare mai indietro, però ha fatto un recupero strepitoso nel secondo tempo perché si era trovato nell’azione a chiudere. Per cui, ecco, se lo fai una volta mi piace, ma non è che deve correre sempre dietro al suo avversario. Per cui Saelemaekers è un giocatore ritrovato, naturalmente non ha i 90 minuti, però si è visto con che piglio è andato sempre nell’uno contro uno, ha dato il passaggio chiave a Angelino. Stiamo ritornando quelli che i tifosi conoscono”.
La Roma vuole seguire il modello dell’Atalanta? Anche con il prossimo allenatore?
“Finché mi dice modello Atalanta mi piace. Noi ci rapportiamo sempre a quello che è la nostra visione. Adesso tutti i tennisti devono sembrare Sinner, adesso tutti dobbiamo sembrare l’Atalanta. L’Atalanta è un modello di vertice che va preso anche come modello. Perché no? Ognuno con le sue caratteristiche, ognuno con le sue difficoltà, ognuno con le sue qualità. Però è una squadra che piano piano è diventata un emblema dell’Italia… E questo è importante, è un modello che hanno saputo creare, hanno costruito dalla base, perché se non ricordo male anche Gasperini all’inizio, le prime cinque, sei partite, non era andato tanto bene.
Poi dopo è andato, è sbocciato e ha creato gioco, giocatori che magari quando sono andati via non hanno reso per quello che rendevano all’Atalanta. E questo significa che l’allenatore ha avuto un gran merito di tutto questo. Per cui bisogna levarsi il cappello e fare i complimenti a tutta la società. Dal padre Percassi, al figlio che è stato mio giocatore nel Chelsea, all’allenatore, a tutti quanti, perché stanno tutti remando in un’unica direzione”.
Secondo lei è vero che lei e Gasperini siete così diversi? Avrebbe meritato di vincere di più nella sua carriera?
“Io ho fatto il mio, sono super contento, perché ognuno di noi sa quello che ha trovato nel momento che è arrivato in una squadra, il momento storico di un’altra squadra, per cui io sono super soddisfatto della mia carriera. Gasperini viene sempre definito un allenatore che gioca uomo contro uomo, gioca in maniera diversa. Ormai sono tanti i figli di Gasperini che giocano in quella maniera. No, io sono un allenatore che cerca di fare il meglio con i giocatori che ha. Non ho un sistema definito. Definiti sono i miei giocatori. Io cerco di metterli, quasi tutti, nel loro posto migliore.
Certo che qualcuno magari gli devo chiedere un extra lavoro, perché magari non è proprio la sua posizione. Perciò io mi sento un allenatore che riesce a tirar fuori il meglio da ogni giocatore, in ogni situazione dove sono stato. Anche perché quando sono stato mandato via, mi sembra che chi è entrato al posto mio non ha fatto meglio di me. Per cui ho questa presunzione a 73 anni”.
Sulla gestione di Dybala.
“Dybala l’ho valutato allenamento dopo allenamento. Sappiamo che il ragazzo può cadere in alcune problematiche e io devo essere pronto a capirle. L’ho fatto uscire a Londra perché avevo bisogno, innanzitutto, di un altro giocatore che mi pressasse e mi chiudesse l’avversario più vicino alla sua area di rigore. Non ho nulla in contrario a dire che quando si è acceso ha fatto delle cose meravigliose perché l’assist per il goal, l’altra azione quando gli abbiamo messo la palla dentro, il tiro che il portiere ha fatto una super parata. So benissimo che invece magari Soulé non ha fatto quelle cose splendide che sa fare Dybala in questo momento, però mi ha dato tanta corsa, tanta pressione. Per cui io devo valutare bene ogni volta tutto”.
E su quella di Pellegrini.
“Gli ho detto: “guarda tu stai correndo come un pazzo, senti il peso di questa situazione, voglio che tu ti diverta, adesso stacchiamo la corrente, ti resetti e vedrai che più avanti ritornerai il centrocampista che io conosco”. Io ho avuto due fenomeni nella mia carriera, parlo di centrocampisti bravi a far gol: uno è Lampard e l’altro Pellegrini. Lo critichiamo tanto, ma quanti centrocampisti fanno i gol che fa Pellegrini? Per cui in questo momento io aiuto la Roma, perché il mio lavoro è aiutare la Roma. Quanto dura questa situazione? Dipende quando riattacchiamo la spina. Col calcio non si può dire quanto dura questa cosa. E posso dire che già comincia a far gol, a trovare la porta, quando invece sono arrivato non la trovava.
Anche l’attaccante lo vedi quando è in forma, come tira prende sempre la porta, quando non è in forma tira magari la palla non la prende bene o tira fuori e adesso lui come tira prende la porta e fa gol, per cui sta cominciando quel processo di ricrescita di cui ha bisogno il ragazzo. E’ un ragazzo molto sensibile, molto introverso e soffre più di tutti per la situazione che riguarda De Rossi. Ho letto che le colpe di De Rossi sono le sue ma non è vero assolutamente niente, niente di niente e questo i tifosi lo devono sapere. Ne Mancini, ne Cristante, ne Pellegrini hanno mandato via Daniele, anzi hanno fatto i pazzi per farlo restare. Bisogna che la gente sappia la verità”.
Su Dovbyk.
“Ha avuto quei piccoli problemi in Ucraina. Ha avuto quel problema al ginocchio che non avverte più e questo è buon segno. Sappiamo come va servito questo ragazzo e noi lo stiamo aiutando. Ho parlato alla squadra, ho fatto vedere dei filmati su come dobbiamo aiutarlo perché lui è il nostro bomber. Non dobbiamo caricarlo di responsabilità, però diamogli le palle che quel tipo di attaccante necessita”.
Lei ha lavorato sulle verticalizzazioni. Sapeva che giocavano molto dietro?
“Io sono tifoso del calcio. Io amo quando vedo delle partite che tutte e due le squadre provano a farsi gol e sono contento. In questi 4-5 mesi, sapeste quante volte vedevo in tv altre squadre che giocavano palla dietro, palla dietro, palla al portiere, palla di qua e cambiavo canale. Secondo me la partita dell’altra sera col Tottenham è stata bellissima perché loro ci volevano fare gol e noi volevamo fare gol. Io credo che la gente si sia divertita, poi è finita 2-2, poteva finire 5-5, poteva finire 5-2 per loro, poteva finire 5-2 per noi, però questo è quello che io voglio, che la gente venga alla partita e dica, ‘oh finalmente proviamo a vincere'”.
Si apre un dicembre che vedrà la Roma impegnata tra campionato e coppa e cinque volte all’Olimpico e due fuori casa. Quanto è importante, dopo questa prima sua fase, affrontare una squadra in formissima come l’Atalanta e andare poi a affrontare un dicembre con tante gare in casa, con avversari più alla portata, almeno sulla carta?
“Nella mia carriera da giocatore e da allenatore non ho mai visto il nome dell’avversario, perché possiamo affrontare la squadra più straordinaria e la troviamo in un momento che non gli gira. Allora io dico sempre bussiamo e vediamo chi abbiamo dall’altra parte. Non mi è mai interessato il nome, per cui per me sono tutte squadre che ti vogliono battere, con le loro qualità, con le loro strategie, e noi dobbiamo essere bravi e furbi a cercare di vincerle. Il calcio è semplicità, è la cosa difficile farlo semplice”.
Serie A
Daniel Maldini, ultima chiamata nerazzurra
Con Palladino in panchina, l’Atalanta vuole risalire la classifica. Senza Lookman, toccherà a Daniel Maldini dimostrare di meritare la Dea.
In casa Atalanta si respira senza dubbio un’aria diversa dall’arrivo in panchina di Raffaele Palladino. I risultati hanno restituito entusiasmo a un ambiente che sembrava aver perso slancio e, nonostante una classifica che vede ancora la Dea a sei punti dalla zona Europa, la speranza europea oggi è più viva che mai.
Il percorso in campo internazionale lo conferma: con Palladino sono arrivate due vittorie di grande prestigio contro Eintracht e Chelsea, che hanno reso l’Atalanta la squadra italiana con più punti nella competizione. I 13 punti attuali significherebbero, al momento, qualificazione diretta agli ottavi di finale, a dimostrazione di come i nerazzurri possano tranquillamente stare nell’Europa dei grandi.
Ora, però, Palladino dovrà fare i conti con una perdita importante. Ademola Lookman è partito per la Coppa d’Africa e la sua assenza peserà inevitabilmente sulle rotazioni offensive. Le alternative non mancano, visto che ora potrebbero trovare maggiore spazio Kamaldeen Sulemana, che però rientrerà solo a fine dicembre dopo il problema muscolare accusato in Coppa Italia contro il Genoa, e soprattutto Daniel Maldini.

LA GRINTA DI DANIEL MALDINI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Maldini, l’ultima occasione per rilanciarsi all’Atalanta
Per Daniel Maldini questa fase della stagione ha il sapore di una vera e propria ultima chiamata. Dopo le titolarità nelle prime due giornate di campionato contro Pisa e Parma e quella in Champions League contro il PSG, il suo impiego è stato ridotto al minimo. Qualche minuto sparso, prima con Jurić e poi anche con Palladino, a conferma di una fiducia che finora non si è mai realmente trasformata in continuità.
L’unica eccezione resta la Coppa Italia, dove Maldini è partito titolare e ha fornito anche un assist, l’unico della sua stagione fino a questo momento. Troppo poco per un giocatore da cui l’Atalanta si aspetta molto di più.
E pensare che appena un anno fa Maldini era uno dei profili più corteggiati del campionato per quanto fatto vedere al Monza, tanto da arrivare anche in Nazionale. Lazio, Napoli e Fiorentina avevano mostrato un forte interesse nei suoi confronti. Alla fine a spuntarla fu proprio l’Atalanta, una scelta che sembrava il passo giusto per consacrarsi ad alto livello, ma che finora non ha dato i frutti sperati.
Adesso, però, il contesto è cambiato. L’Atalanta gira, Palladino ha già dimostrato di saper rilanciare giocatori in difficoltà e l’assenza di Lookman può trasformarsi in una grande occasione. Maldini dovrà sfruttarla, perché questa potrebbe essere davvero l’ultima possibilità per dimostrare di poter stare stabilmente in una squadra di alto livello. E chissà che anche per lui non possa iniziare una nuova fase in nerazzurro, proprio come già successo a Scamacca.
Serie A
Sassuolo, Boloca pronto al rientro? Il comunicato del club
Il Sassuolo ha annunciato tramite i propri canali social le novità riguardanti l’infortunio e le condizioni di Daniel Boloca. Scopriamo insieme gli aggiornamenti.
Il Sassuolo si trova attualmente al 9⁰ posto nella classifica di Serie A, una grandissima sorpresa del nostro campionato. Specialmente se si tratta di un club neopromosso.
Fabio Grosso, i giocatori e tutto l’ambiente neroverde saranno sicuramente molto soddisfatti del rendimento della squadra.
A 5 punti dista il 6⁰ posto in Europa League, dove si trova attualmente il Bologna.
Un modo per facilitare il sogno di raggiungere l’Europa, potrebbe essere il ritorno di Boloca.

Sassuolo, il comunicato ufficiale del club su Boloca
“Nella giornata di ieri il calciatore Daniel Boloca si è sottoposto a ulteriore consulto ortopedico in seguito al quale si è convenuto di continuare con un recupero conservativo per l’infortunio del ginocchio sinistro. Il calciatore nelle prossime settimane tornerà a lavorare in campo”.
Il classe ’98 vanta 82 presenze e 3 gol con il Frosinone, 71 gettoni e 6 reti con il Sassuolo, 26 apparizioni e 4 centri con il Fossano, 10 incontri con il Francavilla, 9 gare e un gol con la Romanese, 2 sfide con lo Slovan Liberec B e un match con il Tatran Presov. Da aggiungere è anche una presenza in campo con la Romania.
Serie A
Cagliari, Borrelli out contro l’Atalanta? Ansia per Pisacane
Il Cagliari dopo gli infortuni di Mattia Felici e ad inizio stagione di Andrea Belotti, rischia di veder fuori anche Gennaro Borrelli.
Le condizioni dell’attaccante ex Brescia sono ancora da valutare, non è sicura una sua assenza contro il Pisa.
Il centravanti è rimasto a riposo per i postumi della distorsione alla caviglia rimediata sabato a Bergamo contro l’Atalanta.
La sua presenza domenica è in dubbio, anche se lo staff medico non perde la speranza di recuperarlo in tempo per la gara dell’ora di pranzo.

GIOVANNI DI LORENZO E SEBASTIANO ESPOSITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Cagliari, Borrelli un’ottima sorpresa per Pisacane
Arrivato senza grandi aspettative. Non avrebbe dovuto essere uno dei protagonisti del Cagliari, ma un’ottima alternativa in attacco.
Con i già citati infortuni ha dovuto necessariamente giocare da titolare, sorprendendo tutto l’ambiente sardo.
Insieme a Sebastiano Esposito è il miglior marcatore dei rossoblù, con 3 reti siglate da entrambi sino a questo momento.
Per la punta classe 2000 è da segnalare anche una rete realizzata in Coppa Italia, che porta il suo score a 4 reti realizzate in 16 partite.
Si sta assumendo dunque la responsabilità di sostituire un più che decisivo Roberto Piccoli, che in 40 presenze ha siglato 12 gol.
L’ex Atalanta e attuale giocatore della Fiorentina è stato riscattato per 12 milioni di euro dai sardi e poi ceduto ai viola per quasi 25.
I tifosi aspettano impaziente gli aggiornamenti su Borrelli, nella sperenza che riesca a recuperare per la sfida salvezza contro il Pisa.
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