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Di Maria – Rosario: “L’esilio del Re”

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Boca Juniors-Benfica

Nella lunga intervista di Rosario3 va in onda lo sfogo di Angel Di Maria, costretto ad abbandonare il sogno di concludere la propria carriera a casa, Rosario.

Il legame tra Di Maria e la sua terra natia è stato sempre un amore platonico, non sempre ricambiato. Tuttavia, questa situazione rappresenta solo la punta dell’iceberg di una realtà molto più complessa e sociologica.

L’intervista a Di Maria

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Nell’intervista rilasciata a Rosario3, emerge non solo il Di Maria calciatore, ma anche l’uomo, il padre e l’argentino che lotta contro le ingiustizie e le contraddizioni di un paese dominato dalla violenza e dalla paura. Di Maria trasmette amore per la sua città, desiderio di tornare dove tutto è iniziato, ma anche frustrazione per ciò che sarebbe potuto essere.

“Era tutto pronto perché io tornassi, ma le minacce hanno superato ogni limite. È successo a casa di mia sorella, non era emerso finora perché lei e mio cognato si sono spaventati e non hanno sporto denuncia. La decisione di non tornare al Rosario Central l’ho presa io, dopo la prima minaccia. Il mio desiderio e il mio sogno è sempre stato quello di tornare a giocare con il Central, e ritirarmi con quella maglia addosso. Ovviamente lo ripeto ogni volta che me lo chiedono, perché è quello che sento e ho sempre sperato. Questo era il momento giusto, dopo l’addio alla Nazionale, ma non è accaduto”. Ha concluso Di Maria.

La testa di maiale e un proiettile sulla fronte

“Una scatola con una testa di maiale e un proiettile sulla fronte e una frase che diceva che se fossi tornato al Central, la prossima testa sarebbe stata quella di mia figlia Pia. Si è aggiunta inoltre una minaccia alla stazione di servizio dove hanno sparato dei colpi non molto tempo fa. Lì sarebbe potuto morire chiunque.” Ribadisce Di Maria.

La sicurezza a Rosario e la risposta al governo di Santa Fe

Angel Di Maria ha anche risposto alle dichiarazioni del governo provinciale di Santa Fe, il quale aveva affermato che né l’attaccante né la sua famiglia avevano fatto richiesta di alcun programma di custodia.

“Come farò a chiedere sicurezza quando a Rosario succedono così tante cose pericolose. È irrispettoso che si parli di sicurezza e protocolli per me. Dal momento in cui la gente di Rosario non può andare a lavorare senza il rischio di essere derubata, lì si uccide per uno zaino,” ha proseguito Di Maria. “Nonostante tutto ciò che succede nella mia città, ho sempre scelto di tornare. Quando ho dichiarato di non tornare è stato a marzo, dopo le minacce personali, non per l’insicurezza di Rosario.”

La città di Di Maria: Rosario, una terra martire

Rosario Central, Di Maria

Traffico di Droga e Violenza, una Città in crisi

Negli ultimi anni, Rosario, una delle città più grandi e importanti dell’Argentina, è diventata tristemente famosa per i suoi alti tassi di criminalità. Con un incremento significativo della violenza legata al narcotraffico, la città sta vivendo una crisi che sembra non avere fine. I dati sono allarmanti e dipingono un quadro di una città in difficoltà. Un posto nel quale la lotta per il controllo del territorio tra bande rivali sta avendo un impatto devastante sulla comunità.

Tassi di omicidio in crescita

Nel 2022, Rosario ha registrato un tasso di omicidi di circa 22 per 100.000 abitanti, uno dei più alti in Argentina. Questo dato, già di per sé preoccupante, è peggiorato nel 2023, con circa 120 omicidi segnalati solo nel primo semestre. La violenza dilagante è principalmente attribuita alle guerre tra bande che competono per il controllo del lucrativo traffico di droga.

Narcotraffico: Il cuore del problema

Rosario è un punto nevralgico per il traffico di droga in Argentina. La città è particolarmente colpita dalle attività delle bande criminali che operano nel traffico di cocaina e marijuana. Queste bande sono responsabili non solo degli omicidi, ma anche di numerose rapine e furti che affliggono quotidianamente la popolazione.

Tentativi di contenimento: Interventi governativi

Di fronte a questa emergenza, il governo argentino ha aumentato la presenza di forze di sicurezza a Rosario. Polizia federale e gendarmeria sono stati dispiegati in massa per cercare di arginare la violenza. Tuttavia, i risultati finora ottenuti sono stati limitati, poiché la radicata presenza delle bande criminali rende difficile un controllo efficace del territorio.

Ferite profonde: La situazione socioeconomica

Un aspetto cruciale della crisi a Rosario è la situazione socioeconomica della città. Con alti livelli di disoccupazione e povertà, molti giovani si trovano senza prospettive di lavoro e istruzione; diventando facili prede per il reclutamento da parte delle bande criminali. Gli interventi governativi non possono limitarsi solo alla sicurezza, ma devono includere anche programmi sociali che affrontino queste radici profonde della criminalità.

Di Maria e le speranze per un futuro migliore

In questo contesto, la voce di Angel Di Maria risuona come un richiamo alla resilienza e alla speranza. Il suo amore per Rosario e il desiderio di vedere la sua città rinascere sono sentimenti che possono ispirare un cambiamento. Il cammino è lungo e pieno di impervie. Ma con determinazione e unità, Rosario può aspirare a un futuro più luminoso. Un futuro dove i sogni non siano spezzati dalla paura dei colpi di una pistola, ma realizzati con orgoglio e sicurezza, potendo contare su un destino diverso.

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Il ct dell’Albania Sylvinho : ‘Mancini? Unico come allenatore’

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Fiorentina

L’ex calciatore e ora allenatore Sylvinho ha raccontato la sua esperienza di vita e carriera in una recente intervista rilasciata a gianlucadimarzio.com, sottolineando come i viaggi e i rapporti umani l’abbiano arricchito.

Sylvinho, l’ex calciatore brasiliano, si definisce un “cittadino del mondo”. Dopo aver vissuto in Brasile fino a 23-24 anni, ha giocato in Inghilterra, in Spagna, al Celta Vigo e al Barcellona, oltre a fare il collaboratore di Mancini all’Inter e poi nella Selecao. “Ho vissuto di tutto”, ha raccontato a gianlucadimarzio.com.

L’approccio con il mondo albanese gli ha ricordato sfumature verdeoro. “Un ambiente quasi brasiliano. A un albanese piace fare due chiacchiere, passare del tempo insieme. Il contatto è parte fondamentale della comunicazione non verbale. Questo sicuramente mi ha facilitato l’inserimento dentro una cultura e un paese che non conoscevo. Anche in Italia è così”, ha raccontato.

“Tu diventerai un grande allenatore”

Lo spogliatoio è stata la casa di Sylvinho per 15 anni. Poi la nuova veste, spinto anche da un consiglio. “Ivan Carminati, un ex preparatore atletico di Mancini all’Inter, mi disse: ‘Silvio sarai un grande allenatore perché stai facendo un bel percorso’. Io sono un tipo di persone che custodisce queste frasi. Ognuno poi hai propri tempi, così è la vita”, ha raccontato.

Il rapporto con Mancini e l’Italia

Mancini e l’Italia. Due costanti nella vita di Sylvinho: “Ci sono alcuni allenatori che ti lasciano qualcosa: alla Pinetina, alla fine di ogni seduta d’allenamento, Mancini faceva 20 minuti di corsa. Io mi aggregavo e parlavamo di qualsiasi cosa, sia per quanto riguarda il calcio giocato – e quindi gli schemi, i posizionamenti – che la vita. Mancini l’ho vissuto sia da calciatore che da collega. Lui è diretto, se ti vuoi dire una cosa lo fa guardandoti negli occhi: è una persona pura. Ha molta personalità: non è mica semplice gestire le rose che ha allenato lui”, ha detto.

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Fonte: Gianluca Di Marzio

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Bayern Monaco, chi si rivede: Davies è di nuovo disponibile 262 giorni dopo!

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Bayern Monaco

Alphonso Davies torna disponibile per il Bayern Monaco dopo 262 giorni: una notizia attesa da tifosi e appassionati di calcio.

Il ritorno di Alphonso Davies

Dopo un lungo stop durato ben 262 giorni, Alphonso Davies è finalmente tornato disponibile per il Bayern Monaco. L’esterno canadese, che aveva subito un grave infortunio, è stato incluso nella lista dei convocati per la partita contro il Kompany. Questo ritorno rappresenta una notizia estremamente positiva non solo per il club bavarese, ma anche per i diversi tifosi che hanno seguito con apprensione il suo percorso di recupero.

Davies, con la sua velocità e abilità tecnica, è stato un elemento chiave per il Bayern Monaco nelle stagioni passate. Il suo rientro in campo offre nuove opzioni tattiche all’allenatore e promette di riportare quel dinamismo sulla fascia che tanto era mancato durante la sua assenza.

L’impatto sul Bayern Monaco

Il rientro di Davies potrebbe avere un impatto significativo sulla stagione del Bayern Monaco. La squadra, già forte di suo, ritrova un giocatore in grado di fare la differenza in ogni partita. Con le competizioni europee che incombono e la Bundesliga che entra nel vivo, il contributo di Davies potrebbe rivelarsi cruciale per le ambizioni del club.

L’allenatore del Bayern avrà ora l’opportunità di reintegrare gradualmente il talentuoso canadese, sfruttando al meglio le sue caratteristiche per affrontare le sfide future. I tifosi possono quindi guardare con ottimismo ai prossimi impegni, sperando di vedere presto Davies in azione al massimo delle sue potenzialità.

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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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Milan, sospiro di sollievo per Leao: la situazione

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Milan, lo abbiamo visto uscire ieri sera durante la gara contro il Torino e si è temuto subito il peggio. Vediamo qui di seguito le condizioni di Rafael Leao.

A caldo sembrava uno di quegli infortuni che richiedono tempo, invece la situazione sembra essere migliore rispetto al previsto.

Per Rafael Leao la risonanza ha escluso la presenza di lesioni muscolari.

Il quadro infiammatorio, perfettamente delineato e circoscritto, verrà trattato con specifiche terapie a partire da oggi pomeriggio.

L’obiettivo del Milan è quello di riavere Leao a disposizione per la semifinale della Supercoppa Italiana in programma il 18 dicembre in Arabia Saudita.

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