Champions League
Niclas Fullkrug è l’ultimo “nove vero” del calcio moderno
La rete di Niclas Fullkrug ha mandato il Borussia Dortmund a giocarsi il ritorno della semifinale di Champions a Parigi da favorito.
Andare a Parigi con un gol di vantaggio, in una gara a eliminazione diretta, non è certo un accadimento che fa divenire ricolmo di ottimismo il cuore dei sostenitori giallo neri. L’ultima volta, in piena pandemia, il PSG di Tuchel ribaltò la doppietta di Haaland (2-1 Dortmund all’andata) grazie alla reti di Neymar e Bernat.
Si giocava a porte chiuse, differentemente dall’andata che fu una delle ultime partite a porte aperte prima della crisi pandemica, ma era anche una partita (un ottavo di finale) dal peso specifico nettamente differente rispetto a quella di ieri sera. E la rete di Fullkrug rischia di essere molto più pesante dell’allora doppietta di Haaland.
Il calcio ha cambiato il suo concetto di “centravanti“
Il concetto di “vero nove” o “nove puro” è lentamente scivolato via dal dibattito calcistico, come un rivolo d’acqua in un tombino lavato via da una pioggia torrenziale. La modernità calcistica ha portato in dote una crescente necessità di occupare gli spazi con tanti uomini e soprattutto con uomini diversi.
Sempre più squadre prediligono il fraseggio stretto al cross dalle fasce. Sempre meno squadre alzano il pallone a campanile dalla difesa: quasi tutti preferiscono iniziare a costruire l’azione palleggiando da dietro. E sempre più squadre preferiscono avere un attaccante mobile, associativo, che non dia punti di riferimento alle difese avversarie.
Non è un caso quindi come sia sempre più raro trovare nell’epoca moderna centravanti il cui physique du role rispecchi perfettamente (o anche solo in larga parte) i crismi dell’attaccante inglesi anni 70/80. Quei pochi che resistono all’ineluttabile scorrere del tempo lo fanno grazie a capacità tecniche e atletiche fuori dall’ordinario. Sono merce rara e vanno considerate come delle eccezioni, non la regola.
Lo “spazio” lasciamolo agli astrofisici
Del resto anche Guardiola dichiarò pubblicamente di non aver bisogno di un centravanti, in quanto “il suo centravanti era lo spazio“. Eppure persino lui, il patrocinatore di tale concetto, fu costretto (parzialmente) a tornare sui suoi passi dopo la finale di Champions League persa contro il Chelsea.
Sconfitto da una squadra, ironia della sorte, che esattamente come lui giocava senza un vero e proprio centravanti di ruolo. Eppure, la prima cosa che Tuchel fece da Campione d’Europa in carica, fu quella di identificare nell’acquisizione di un centravanti di peso l’acquisto ideale per trascinare la squadra al Next Level.
Stessa cosa che fece una volta arrivato a Monaco, evidentemente scottato dalla finale di Champions persa a sua volta per aver preferito Choupo-Moting a Mauro Icardi, eppure parliamo di giocatori (Lukaku, Haaland e Kane) che a un’imponente struttura fisica abbinano tutti capacità tecniche e qualità atletiche di prim’ordine.
Nulla a che vedere con Niclas Fullkrug, che meglio di tutti esemplifica il concetto di “centravanti vecchio stampo“. Il classico pivot offensivo che non eccede in nulla (quantomeno dal punto di vista atletico e tecnico) e che solo a guardarlo ti riporta con la mente a un’altra epoca: quella della preparazione fisica senza le macchine.

Photo Source: BVB.de
Fullkrug, un gol (e una partita) d’altri tempi
La partita del Borussia Dortmund contro il PSG sembra appartenere a un’altra epoca, almeno stando al martellamento mediatico a cui veniamo sottoposti ogni singola volta che la Champions League entra nel vivo.
Merito sicuramente di Edin Terzic: allenatore pragmatico e per questo non apprezzato sino in fondo da una tifoseria dal palato fino. Tuttavia, in un periodo storico in cui persino modelli storicamente virtuosi come quello della BVB fanno fatica a tenere il passo delle superpotenze europee, un bagno d’umiltà e un calcio all’ideologia spicciola sono il metodo migliore per trascinare una squadra oltre i propri limiti.
Il calcio di Terzic non sarà spumeggiante e coinvolgente come quello di Klopp, ma lui non ha neppure i giocatori che aveva Klopp. E riportare questo Borussia Dortmund in finale di Champions, a oltre dieci anni di distanza dall’ultima volta, sarebbe un’impresa ancor più grande di quella compiuta dal tecnico tedesco poiché s’inserisce in un contesto di complessivo decadimento di tutte le outsider.
Fullkrug, il bomber di Hannover
Dalla celebre finale di Wembley del 2013, quella persa nel Der Klassiker europeo contro il Bayern Monaco al 90esimo per un gol di Robben, la BVB ha incassato un qualcosa come 800 milioni di euro dalle cessioni dei propri pezzi pregiati. La sostenibilità economica è la conditio sine qua non per la sopravvivenza di tutti i club non di prima fascia, ma che quasi sempre viene raggiunta a discapito della competitività.
Il Dortmund non ha più rivinto la Bundesliga, non ha più raggiunto nemmeno la semifinale di Champions e ha vinto “solo” cinque titoli nazionali: due DFB-Pokal e tre DFL–Supercup. E il volto di un Borussia pronto a fare la storia non poteva che essere Fullkrug: l’Unsung Hero che si è preso i riflettori internazionali a 31 anni.
E chissà se Terzic avesse potuto contare sul nativo di Hannover lo scorso anno, quando perse il Meisterschale all’ultimo respiro (anche) per la grave malattia che lo ha privato di Haller. Forse avrebbe riportato a Dortmund un titolo agognato per oltre dieci anni. E forse, con un campionato e una finale di Champions in più, il giudizio sul suo operato sarebbe diverso. I “se” non hanno mai cambiato la storia, ma il calcio è fatto di episodi.
Champions League
Liverpool, Slot: “Abbiamo vinto una grande partita. Su Salah…”
Il tecnico del Liverpool, Arne Slot, ha avuto modo di esprimersi sulla partita vinta per 0-1 contro l’Inter in Champions League. Ecco le parole dell’allenatore.

Liverpool, le parole di Arne Slot
Arne Slot sulla situazione di Mohamed Salah
“Separo queste cose, i risultati… È stato molto difficile per i giocatori subire il gol all’ultimo minuto contro il Leeds. Era già una situazione emotivamente difficile, quello che è successo dopo ha tolto loro anche l’energia”.
Arne Slot sul fatto che vorrebbe che Mohamed Salah tornasse in squadra
“Beh, si dice che tutti commettono errori nella vita, ma la domanda è: anche i giocatori dovrebbero riconoscerlo… E l’iniziativa dovrebbe venire dal giocatore o da me?”
Arne Slot sulla possibilità di parlare con Salah prima della Coppa d’Africa
“Salah? Non abbiamo ottenuto tanti bei risultati di recente, oggi abbiamo invece vinto una grande partita in Champions in un grandissimo stadio. Bisognerebbe parlare di chi ha giocato stasera, so che venerdì in conferenza stampa mi faranno domande ancora su Salah, ma dobbiamo parlare della grande prestazione di stasera”.
Champions League
Inter, Chivu: “Era giusto un pareggio. Rigore? Combattiamo contro le ingiustizie”
Il tecnico dell’Inter, Cristian Chivu, ha avuto modo di esprimersi sulla partita persa per 0-1 in Champions League contro il Liverpool. Ecco le parole dell’allenatore.

LAUTARO MARTINEZ PENSA ALLA CHAMPIONS LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, le parole di Cristian Chivu
“Era giusto un pareggio per come si era messo, abbiamo subito all’inizio la loro pressione ma poi abbiamo trovato la chiave e le giocate giuste. Poi abbiamo fatto due cambi che ci hanno condizionato nel momento clou, eravamo obbligati a non farle. Poi arriva un episodio a fine partita, il secondo nelle ultime due giornate di Champions e non portiamo a casa niente. Abbiamo provato a dare il nostro meglio, abbiamo avuto coraggio di provarci fino in fondo. Dovevamo essere più lucidi in avanti, è stata una partita condizionata dai due cambi”.
Sul rigore?
“Commento poco le decisioni arbitrali, io parlo di educazione e su quello che dobbiamo insegnare. L’arbitro l’aveva interpretata bene in partita, poi il VAR quando interviene bisogna capire le dinamiche. Bisogna accettare la decisione arbitrale, dobbiamo combattere contro le ingiustizie e pensiamo a cosa di buono vogliamo fare”.
Si aspettava questo Liverpool?
“Ci aspettavamo la loro pressione, la loro intensità. Abbiamo cominciato un po’ intimoriti. Abbiamo trovato qualche trama di gioco, nel secondo tempo ci aspettavamo di continuare su quell’energia e abbiamo cercato di farlo. Ma quando sono calate le energie ci siamo abbassati un po’ troppo”.
Champions League
Champions League, Szoboszlai piega i nerazzurri! Finisce 0-1 Inter-Liverpool
Grande equilibrio in campo nei primi 45 minuti di Inter-Liverpool. Poche emozioni, ma il brivido Konaté ha fatto tremare gli interisti.
All’11’ minuto è uscito per infortunio Hakan Çalhanoǧlu, al suo posto è entrato Piotr Zieliński.
I nerazzurri hanno realizzato un totale di 5 tiri, mentre gli uomini di Arne Slot solamente 3.
Gli eventi principali di questi primi 45 minuti sono stati sicuramente le uscite anzitempo di Çalhanoǧlu ed Acerbi, sostituiti poi da Zieliński e Bisseck.
Ma l’occasione più significativa di tutte è stata la rete al 35′ minuto di Konaté, tra i più discussi in casa Liverpool.
Ma il gol viene annullato per tocco di mano di Ekitiké. Dopo aver rivisto il tutto al var, l’arbitro annulla il gol del difensore ex Lipsia. Braccio troppo largo secondo il direttore di gara per giudicarlo come “movimento congruo”.
Infine Lautaro Martínez ha una grandissima occasione negli ultimi minuti del primo tempo. Gran palla di Bastoni per Lautaro che si inserisce e colpisce di testa, ma Alisson è provvidenziale. 0-0.

LAUTARO MARTINEZ PENSA ALLA CHAMPIONS LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il secondo tempo di Inter-Liverpool
La seconda metà di gara vede due squadre più movimentate, grintose e con voglia di vincere la partita.
Tuttavia, ad avere la meglio è nettamente il Liverpool. Sia per il gol su rigore di Szoboszlai, arrivato all’87 minuto, sia per statistiche.
0.43 xg a 1.47, una differenza importante che ha poi rappresentato il risultato finale del match.
Nonostante le grandi parate di Sommer su Ekitiké al 77′ e all’80’ minuto, l’Inter si trova costretta ad arrendersi su un calcio di rigore.
All’84’ Wirtz va giù sul contatto con Bastoni che trattiene un po’. Per l’arbitro non ci sono però i presupposti per il rigore, almeno inizialmente.
Dopo una revisione al var, l’arbitro assegna il calcio di rigore all’87’. Szoboszlai realizza il tiro dal dischetto con successo, con Sommer che intuisce l’angolo ma non arriva al pallone.
0-1 e match che si conclude con il medesimo risultato. Seconda sconfitta consecutiva in Europa per gli uomini di Chivu, che scendono al 5⁰ posto in classifica.
Ossigeno per il Liverpool, che raggiunge l’8⁰ posto in classifica e la vittoria in un periodo di grande crisi.
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