Europa League
Liverpool – Atalanta: probabili formazioni e dove vederla
Di seguito tutto quello che c’è da sapere sul match tra Liverpool e Atalanta, valido per l’andata dei quarti di finale di Europa League in programma domani alle 21:00.
Indice
Liverpool – Atalanta: probabili formazioni e dove vederla
Il match di Europa League tra Atalanta e Liverpool mette di fronte due squadre con ambizioni diverse ma che vogliono entrambe andare fino in fondo in questa edizione di Europa League.
Il club bergamasco arriva al match dopo una pesante sconfitta in campionato contro il Cagliari e vuole invertire la rotta, visto il buon cammino europeo.
I Reds dal canto loro dopo aver liquidato lo Sparta Praga agli ottavi vogliono arrivare fino in fondo nella competizione europea e non solo.
Qui Liverpool
Il Liverpool di mister Kloop in vista del match casalingo contro l’Atalanta avrà diverse assenze in particolar modo nel reparto arretrato, infatti non saranno del match il portiere Alisson, al suo posto giocherà Caoimhin Kelleher, mentre per quanti riguarda la difesa non ci saranno Matip e Arnold che verranno sostituiti da Quansah e Tsimikas.
Nel reparto offensivo non ci saranno Jota e Thiago, e si darà spazio a Gakpo e Gravenberch.
Qui Atalanta
L’Atalanta in vista del match esterno ha recuperato tutti i titolari tranne il difensore centrale Scalvini che verrà sostituito da Hien, per quanto riguarda il reparto offensivo i neroazzurri hanno recuperato tutte le loro pedine tra cui anche De Keteleare che dovrebbe partire titolare nel match.
Probabili formazioni
Dove vederla
Il match tra Liverpool e Atalanta, in programma giovedì 11 aprile alle ore 21.00, sarà trasmessa in tv su Sky Sport Calcio (202) e Sky Sport (253), e in live-streaming su NOW eDAZN.
Europa League
Leverkusen, Xabi Alonso: “Ho una squadra eccezionale, mercoledì andremo a tutto gas”
L’allenatore del Bayer Leverkusen Xabi Alonso, ha parlato dopo il match vinto contro l’Augsburg, proiettandosi sulla finale di Europa League contro l’Atalanta.
Bayer Leverkusen, le parole di Xabi Alonso
Di seguito le parole rilasciate dall’allenatore del Bayer Leverkusen Xabi Alonso, dopo il match vinto dai suoi ragazzi contro l’Augsburg, incentrate anche sulla finale di Europa League in programma mercoledì contro l’Atalanta alle 21:00.
“I bravi giocatori è stato un ottimo allenamento. Ho una squadra eccezionale qui. Abbiamo avuto una bella atmosfera ogni giorno. Sono molto grato di poter lavorare con ragazzi del genere. Oggi festeggeremo, ma al più tardi fino a lunedì. Mercoledì andremo a tutto gas! Abbiamo un piano chiaro.
Tutto era sicuro con i tifosi al nostro fianco, so ancora saltare bene (ride ndr). Non sono solo i giocatori, ma anche le loro famiglie, i tifosi: siamo tutti uniti. Abbiamo meritato tantissimo questo titolo, siamo rimasti imbattuti. È una gioia enorme per noi”.
Europa League
Europa League, designato l’arbitro della finale
Giornata di designazioni per la UEFA che dopo aver comunicato il fischietto della finale di Champions, ha svelato anche quello per la finale di Europa League.
Europa League, scelto l’arbitro della finale: vecchia conoscenza del calcio italiano
Mercoledì 22 maggio 2024 andrà in scena l’ultimo atto dell’Europa League che vedrà scontrarsi Bayer Leverkusen e Atalanta. Il tutto si svolgerà nella splendida cornice dell’Aviva Stadium di Dublino.
Tra le due squadre nascerà sicuramente un grande spettacolo vista la fantasia offensiva espressa durante questa stagione. Sarà Xabi Alonso VS Gasperini, due idee di calcio rivoluzionarie ed entusiasmanti.
Per l’occasione l’arbitro designato sarà Istvan Kovacs, di origine rumena ma dalla fama internazionale. In carriera ha collezionato 22 presenze in Champions League dal 2018 al 2024 mentre sono 20 quelle in Europa League. Inoltre, vanta la direzione della finale di Conference League vinta dalla Roma contro il Feyenoord nel 2022.
Per quanto riguarda i precedenti del fischietto con le due finaliste, l’unica partita da segnalare è Bayer Leverkusen-Porto risalente alla fase a gironi della Champions League 2022/2023.
Europa League
“Belli ciao” la cronistoria del day after di Leverkusen-Roma
Sconfitta e sfottuta. La ricostruzione degli sfottò (social e non solo) che il Bayer Leverkusen (e non solo) ha rivolto alla Roma.
Roma vicina all’impresa, ma non basta
“Una mattina mi sono alzato e ho trovato l’invasore“. Che, per una volta, non sono i tedeschi. E’ quello che deve aver pensato il Bayer Leverkusen, dopo che la Roma è andata a venti minuti dall’essere la prima squadra a espugnare la BayArena in questa stagione.
Una sensazione di latente fastidio, evidente sin dall’iniziale vantaggio firmato Paredes. Probabilmente non si aspettavano neppure di andare sotto di un gol, considerato che nei giorni antecedenti alla partita erano state promulgate le informazioni per la finale di Dublino, figuriamoci di due.
Una certezza di superiorità corroborata dalla vittoria dell’andata, ma che ha portato i tedeschi a giocare il ritorno quasi con spocchia. E, come spesso accade, quando una squadra approccia con sufficienza a un match è difficile raddrizzare l’inerzia di una partita storta.
Il focus non è un interruttore, che può essere acceso o spento a comando, e l’autogol di Mancini deve essere stato accolto dalla squadra di Xabi Alonso come una sorta di liberazione. Liberazione del proprio territorio, del proprio stadio, che una squadra percepita come ostile (straniera) stava occupando tentando di porre fine a quell’egemonia calcistica che da 48 partite li faceva sentire invincibili.
Mai più Neverkusen, ma la storia non si cancella
Tutto è cominciato con l’esultanza del Bayer Leverkusen alla qualificazione della Roma a discapito del Milan nei quarti di finale. Poi la gara d’andata, vinta due a zero dai tedeschi allo Stadio Olimpico seppur con qualche inaspettato patema, che ha conferito ai teutonici ulteriore consapevolezza nei propri mezzi tecnici.
Poi il ritorno, approcciato come una pura formalità e rischiato di trasformarsi in un incubo. Le granitiche certezze di una squadra prima incrinate, poi sfregiate e infine sul punto di crollare come un castello di carte. E il Bayer Leverkusen ha dimostrato, ancora una volta, che saper vincere è un’arte e che è ancora più importante di saper perdere perché sono più quelli che perdono che quelli che vincono.
Al Leverkusen il soprannome (ben poco edificante) Neverkusen ha pesato come un macigno e la frustrazione accumulata negli anni è esplosa in una dimostrazione di puerile arroganza, che non collima con l’espressione calcistica quasi aristocratica che spesso si vede in campo. Questo è il motivo principale per cui squadre storicamente non abituate a vincere crollano dopo una singola stagione di gloria.
E il comportamento di Frimpong, andato a stuzzicare Svilar dopo l’autogol che ha accorciato le distanze e che ha litigato praticamente con tutti al momento del cambio, esemplifica la condizione di chi non riesce a godersi una vittoria in quanto troppo spaventato dall’idea della sconfitta. E “Bella Ciao“, sparata a tutto volume dal DJ dello stadio, a fine partita ricorda la musica techno uscita dalle casse di San Siro dopo lo scudetto dell’Inter.
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