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Allegri fra i migliori d’Europa, solo quattro meglio di lui: ecco chi
Allegri supera Simeone nella classifica dei migliori allenatori europei in relazione alla media vittorie per gare: ecco la TOP 10.
Transfermarkt ha recentemente stilato la lista dei migliori allenatori d’Europa e lo ha fatto basandosi su dati concreti, oggettivi. Quindi non su giochismi e specchietti per le allodole varie, buoni solo per la propaganda social, ma con l’unico metro di valutazione possibile per il pallone: le statistiche.
Allegri, numeri da gigante
Con la vittoria agguantata in extremis contro il Frosinone, Massimiliano Allegri ha mantenuto la propria media punti (in relazione a tutte le partite disputate in carriera su una panchina professionistica) sullo 0,61.
Quello del tecnico labronico è uno dei dati più alti dell’intero panorama calcistico europeo. Infatti, se prendiamo in esame soltanto i TOP 5 Campionati Europei, Max è attualmente al 13esimo posto.
Nella TOP 30 figurano otto italiani e il migliore in assoluto degli allenatori nostrani è Antonio Conte, ottavo in graduatoria con una media di 0,66 vittorie per gara. Al decimo posto troviamo Carlo Ancelotti, con una media di 0,63 vittorie per gara. Allegri è il terzo fra gli italiani. Ha la stessa media di Luciano Spalletti, ma ha vinto quasi il doppio delle gare: 301 contro 152.
E a proposito di vittorie. Dato che “vincere è l’unica cosa che conta“, slogan sciorinato in maniera brainless dai #NoMax ma che a convenienza può anche diventare “vincere così non conta” quando gli sbatti in faccia il palmares del tecnico labronico, Allegri è il quinto allenatore d’Europa per vittorie.
Quella contro il Frosinone è stata la 301esima vittoria di Allegri in Serie A e meglio di lui hanno fatto solo José Mourinho (312), Carlo Ancelotti (316) Jurgen Klopp (336) e Pep Guardiola (413).

“Vincere è l’unica cosa che conta“
Il fatto che Allegri sia uno dei migliori allenatori d’Europa è un fatto oggettivo e incontrovertibile, corroborato dai dati di cui sopra. Eppure gli anti-Allegri non vogliono sentire ragioni. Per questo motivo sposo in piena la linea del grande Sandro Sabatini, che recentemente (sul suo canale YouTube ma anche nel suo ultimo editoriale) ha paragonato i #NoMax ai #NoVax.
Persone ignoranti, ma soprattutto arroganti. Intransigenti ideologicamente e disoneste intellettualmente, che difendono a spada tratta le proprie teorie pseudo-scientifiche (o pseudo-calcistiche, in questo caso) nonostante tutte le evidenze dei fatti siano contro di loro. E nel periodo del relativismo estremo e della post-verità, dove non esistono verità oggettive perché non sia mai che sia costretto ad ammettere di avere torto, dove si arriva addirittura a negare le evidenze scientifiche non dovrebbe stupire il fatto che c’è chi mette in discussione la centralità delle statistiche nell’analisi calcistica.
Non a caso costoro sono identificati come “i negazionisti delle fondamenta del pallone“, sempre per parafrasare Sabatini: in uno dei suoi esercizi comunicativi che soltanto i grandi del nostro mestiere possono concepire.
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Padova, dopo due anni il Papu Gomez torna titolare
Papu Gómez torna titolare dopo quasi due anni: l’argentino partirà dal primo minuto in Padova-Reggiana, sfida valida per la Serie B.
Finalmente, dopo un’attesa durata quasi due anni, per il Papu Gómez è arrivato il momento di tornare titolare sin dal primo minuto. L’argentino, che molti ricordano con la maglia dell’Atalanta, dopo aver scontato la lunga squalifica, era tornato in campo in due delle partite precedenti – prima contro il Venezia e poi nella vittoria contro il Cesena, saltando la sfida contro il Pescara – senza però essere mai impiegato dall’inizio del match.
Un tabù che verrà finalmente sfatato oggi, in vista della gara del Padova contro la Reggiana.
Il campione del mondo, che oggi alle 15 spera di scrivere un nuovo punto di partenza per la sua carriera, vuole trascinare anche la sua squadra, attualmente dodicesima in Serie B con 18 punti conquistati nelle prime 15 giornate.

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Messi, il GOAT Tour in India precipita nel caos
Da sogno a incubo: l’arrivo di Messi in India scatena il caos. Tifosi infuriati, campo invaso e rabbia per un evento mal gestito.
Quella che doveva essere una festa per i fan di Lionel Messi in India si è trasformata in una giornata di caos e rabbia allo Salt Lake Stadium di Calcutta. La tanto attesa tappa del GOAT Tour dell’asso argentino, prevista per sabato 13 dicembre, ha infatti scatenato proteste violente da parte di molti dei circa 80mila spettatori presenti, delusi dall’organizzazione e dall’impossibilità di vedere la star da vicino.
GOAT Tour di Messu a Calcutta: ecco cosa è successo
Secondo i resoconti, gruppi di tifosi hanno sfondato cancelli, “invaso il campo”, danneggiato sedili e lanciato bottiglie e altri oggetti contro il terreno di gioco in segno di protesta. Molti spettatori, che avevano speso fino a 12 mila rupie per i biglietti, si sono detti furiosi per non essere riusciti “nemmeno a guardare in volto il Campione del Mondo e otto volte Pallone d’Oro”.
La presenza di Messi è durata solo una frazione di quella prevista: dopo circa venti minuti in campo, durante i quali è apparso circondato da organizzatori e personalità locali, l’argentino è stato costretto ad abbandonare il campo a causa dell’escalation. “Only leaders and actors were surrounding Messi … Why did they call us then?” ha lamentato un tifoso, secondo testimoni citati dai media internazionali.
Le critiche si sono rapidamente estese oltre il pubblico: la Chief Minister del Bengala Occidentale, Mamata Banerjee, ha espresso pubblicamente rammarico per l’accaduto e ha annunciato un’indagine ufficiale sulla gestione dell’evento, definendo la situazione frutto di “mismanagement”
Questa prima tappa in India, che include anche altri appuntamenti in città come Hyderabad, Mumbai e Nuova Delhi, era parte di un tour che prevedeva anche iniziative culturali e di beneficenza oltre alla partita amichevole. Ma, alla luce degli eventi di Calcutta, sua alte aspettative e l’organizzazione dei prossimi eventi saranno inevitabilmente sotto esame.
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Juventus, Exor rifiuta formalmente la proposta di Tether: il comunicato
Exor respinge un’offerta non richiesta di Tether Investments per acquisire tutte le azioni della Juventus. L’azienda ha ribadito la sua intenzione di non vendere nessuna delle sue azioni.

Juventus, il comunicato di Exor
Offerta Rifiutata
Exor N.V., la holding controllata dalla famiglia Agnelli, ha annunciato di aver respinto una proposta non richiesta da parte di Tether Investments per acquisire tutte le azioni della Juventus Football Club. Il comunicato ufficiale sottolinea che il Consiglio di Amministrazione di Exor ha rifiutato all’unanimità l’offerta di Tether, una società con sede a El Salvador.
Exor ha riaffermato le sue precedenti dichiarazioni secondo cui non ha intenzione di vendere nessuna delle sue azioni della Juventus a terzi, incluso Tether.
Impegno Continuo
“La Juventus è un club storico e di successo, di cui Exor e la famiglia Agnelli sono azionisti stabili e orgogliosi da oltre un secolo” afferma il comunicato. Exor continua a essere pienamente impegnata nel club, sostenendo il suo nuovo team di gestione nell’esecuzione di una chiara strategia per fornire risultati forti sia dentro che fuori dal campo.
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Fonte: Gianluca Di Marzio.
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