Serie A
Lazio vs Roma 0-0: analisi e commento
Il pareggio a reti bianche nel derby di Roma non serve né alla Roma né alla Lazio, ma entrambe le squadre avevano più paura di perderla che voglia di vincerla.
Parte meglio la Roma
Dal punto di vista dell’approccio emotivo alla partita, entrambi gli allenatori hanno caricato al punto giusto i loro uomini. Fra i due, Sarri sembra quello che l’ha indovinata anche dal punto di vista tattico.
La Lazio è brava a impedire che le azioni pericolose passino dai piedi di Dybala e Lukaku, epicentro del gioco giallorosso. L’argentino non riesce mai a ricevere fra le linee mentre la palla diretta sul belga è stata attentamente studiata dalla retroguardia laziale. Senza Aouar (in panchina) e con Sanches-Pellegrini recuperati solo per la panchina, la pervicace ricerca della palla addosso a Lukaku assume i connotati di una preghiera più che di una strategia.
Eppure è la Roma a partire meglio. Mancini (5′) sradica un pallone dai piedi del sin troppo leggero Pedro. Cristante è bravo a trovare Lukaku a centro area, ma il colpo di testa del belga finisce alto. Mourinho ha preparato la gara con una pressione altissima nella metà campo della Lazio. Propedeutica a un recupero immediato del pallone per poi cercare direttamente la porta.
Non potendo contare su un livello di qualità sufficiente tale da poter scardinare la difesa bianco celeste, sempre ben messa in campo da un Sarri molto più bravo a curare la fase difensiva che non quella offensiva, la Roma prova a forzare situazioni in cui la Lazio non può difendere con la linea schierata. Un’altra costante delle partite della Lazio quest’anno è che la squadra di Sarri soffre terribilmente le squadre che sanno sfruttare bene l’ampiezza. Una défaillance dovuta al suo modo di difendere, che porta tanti uomini a fare densità nella zona centrale scoprendo leggermente le fasce.
Ciò diventa evidente quando Karsdorp arriva per tre volte al tiro nel giro di una decina scarsa di minuti. Prima con un tiro sbilenco (10)’ da fuori area. Poi con una conclusione (12′) centrale. Ribattuta da Provedel e sulla quale Cristante mette in porta, ma nettamente in fuorigioco. E infine (14′) sbucando alla spalle di Marusic, ma il suo tentativo al volo finisce alto sopra la traversa.

Photo Source: A.S. Roma Official Website.
Lazio arrembante
La Roma, come detto, sfrutta molto bene le fasce. Sulla destra, per ben tre volte Marusic stringe troppo la propria posizione e permette a Karsdorp di arrivare alla conclusione. A sinistra, il rientrante Spinazzola non ricorda agli spettatori di essere stato in dubbio fino all’ultimo e mostra un’ottima gamba.
Tuttavia, la pressione della Roma nel primo tempo finisce lì. La Lazio esce alla distanza. Inizia a palleggiare alla sua maniera e obbliga la Roma ad abbassare il proprio baricentro. Anche nei momenti migliori della squadra di Mourinho, la retroguardia romanista si dimostra colpevole di lasciare troppo spesso campo alle proprie spalle per le corse di Immobile.
Ma il più pericoloso degli aquilotti, per la sorpresa di nessuno, è il giocatore di maggior qualità. Luis Alberto rischia di segnare il gol dell’anno (25′) calciando da fermo dal limite dell’area. La sua conclusione colpisce in pieno l’incrocio dei pali. Cinque centimetri più a sinistra e avrebbe tolto le ragnatele dall’incrocio.
Lo stesso Luis Alberto va poi a disegnare una splendida traiettoria su calcio di punizione (28′) per la testa Romagnoli. Rui Patricio si esibisce in un colpo di reni notevole e allunga in calcio d’angolo. Difficile rimproverare qualcosa alla coordinazione dello spagnolo e alla torsione dell’italiano. La Lazio ha però da recriminare (44′) per un gol clamorosamente sbagliato dallo stesso iberico.
Guendozi (il migliore in campo dei suoi) si esibisce in una delle sue folate sulla fascia e prepara il rimorchio, al limite dell’area, per l’accorrente Luis Alberto. Il fantasista spagnolo, però, non inquadra la porta a Rui Patricio battuto.
Roma padrone del campo
La Lazio conferma di non essere in grado di tenere i ritmi alti per un lasso di tempo continuato. Dopo 25-30 minuti di pressione, complice anche la fatica della gara contro il Feyenoord, i biancocelesti abbassano di molto il baricentro nella ripresa lasciando totalmente l’iniziativa alla Roma.
La squadra di Mourinho, date anche le non perfette condizioni (ribadisco) di Pellegrini e Renato Sanches, non ha però la qualità necessaria per muovere la palla a una velocità sufficiente da mettere in difficoltà una retroguardia così ben organizzata. Ci prova subito Dybala, con un colpo di testa (47′) su cross con il mancino di Spinazzola. Non la specialità della casa e palla che finisce al lato.
Poi Bove ha per due volte l’occasione di lasciare un segno indelebile al suo primo derby da titolare. Se nella prima occasione non controlla bene, nella seconda è strepitoso Rovella a sporcargli il pallone con la punta impedendogli così di mettere Dybala solo davanti a Provedel. I ritmi del primo tempo sono un lontano ricordo. Le occasioni latitano e la netta sensazione è che nessuna delle due squadre disdegni l’idea di finire il derby con un pareggio.
Lazio vs Roma: Conclusioni
Il pareggio non serve a nessuna delle due. La Roma non si rilancia nella corsa al quarto posto, anche se questo punto muove la classifica e la manda a soli tre punti di distanza dal Napoli, e la Lazio non rilancia la propria stagione.
Tuttavia, per motivi diversi, il punto sta bene a entrambe. In primis perché chiunque avrebbe perso sarebbe sprofondato nel baratro. La paura di perderla in entrambe era molto più forte della voglia di vincerla.
Una consapevolezza della mediocrità stagnante in cui vessano le due squadre della Capitale in questo momento. Ma il derby a Roma è anche questo. Una stagione negativa viene accettata con meno fatica se nel frattempo si vince la stracittadina. E, in casi di estrema difficoltà, anche se non la si perde.
Per la Lazio è stata un’ammissione di inferiorità. Per la Roma una implicita ammissione di non pienezza. Le sensazioni che ci lascia questo derby, oltre alla consapevolezza che parliamo di due squadre ancora lungi dall’essere competitive per le zone alte della classifica, è che la Lazio si stia esprimendo al massimo del suo potenziale e questo massimo non è un granché. La Roma, invece, potrebbe avere dei margini di miglioramento.
Potrebbe, appunto. Il condizionale è d’obbligo. Perché la Roma è una squadra costruita male e assemblata peggio. Con poche idee e per lo più confuse. Che nel carisma e nella leadership del Re Mida portoghese ripone tante, se non tutte, delle proprie speranze di una stagione da protagonista.
La Roma deve ancora mettere nel motore Renato Sanches. Per ora ha potuto ammirare solo una versione opaca di Pellegrini. Non ha mai avuto Smalling, il suo leader difensivo, a pieno regime. Ma può una squadra le cui fondamenta si poggiano su mattoni di cristallo considerarsi competitiva?
Renato Sanches sconfiggerà davvero le criticità fisiche che ne stanno vessando la carriera da due anni? Pellegrini tornerà davvero a essere il giocatore visto un paio di stagioni fa? Le spalle di un 35enne sono ancora sufficientemente larghe da sorreggere da sole il peso di un intero reparto? Ha ancora senso l’attesa per la “Roma al completo” oppure è solo una vana speranza?
Serie A
Milan, Jashari dal primo minuto contro il Napoli: il piano di Allegri
Milan in campo alle 20 per la Supercoppa Italiana: assenze pesanti, possibile panchina per Modrić e chance dal 1’ per Jashari a Riad.
Oggi il Milan scenderà in campo intorno alle 20.00 in occasione della prima sfida valida per la nuova edizione della Supercoppa Italiana contro il Napoli.
I rossoneri, che affronteranno la competizione da campioni in carica, dovranno però fare a meno di alcune pedine importanti.
Il primo nella lista degli assenti, oltre a coloro che non potranno prendere parte alla sfida perché indisponibili, è Luka Modrić. Il centrocampista croato, nonostante la volontà espressa nei giorni scorsi di voler giocare ogni partita, oggi potrebbe partire dalla panchina, lasciando spazio dal primo minuto a Ardon Jashari.
Il centrocampista svizzero, arrivato in estate per una cifra complessiva di quasi 35 milioni di euro, non è ancora stato impiegato con continuità, principalmente a causa di problemi fisici che ne hanno fortemente limitato il minutaggio.
Ora però che il giocatore è finalmente a disposizione, potrebbe dare ufficialmente inizio alla sua avventura con il Milan, nella prestigiosa cornice dello stadio Al-Awwal di Riad.
Allegri, nonostante le numerose assenze, tra cui figurano Gabbia e Leao (non ancora al top della condizione), sembrerebbe orientato a non stravolgere l’impianto tattico, mantenendo il suo consueto 3-5-2, pur dovendo far fronte ad alcune inevitabili novità.

LE INDICAZIONI DI MASSIMILIANO ALLEGRI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Noslin, l’inversione di rotta: da partente a certezza
In attesa di chiarimenti sul mercato di gennaio, Sarri trova una soluzione interna: Noslin, vicino all’addio in estate, ora è una risorsa.
In casa Lazio continua a esserci una certa tensione in vista del mercato di gennaio. Dalla società non sono ancora arrivati segnali chiari e né l’ambiente né Maurizio Sarri sanno esattamente cosa aspettarsi. Le prossime mosse restano un’incognita e, in questo momento, l’unica strada possibile è andare avanti come fatto finora, cercando di ottenere il massimo da ciò che già c’è in rosa e facendo di necessità virtù.
In questo senso, però, Sarri può dire di aver già trovato un rinforzo senza passare dal mercato. Tijjani Noslin, di fatto, rappresenta un nuovo acquisto già in casa, sebbene fino a poco tempo fa fosse fuori dal progetto.
L’attaccante olandese ex Hellas Verona è stato a un passo dall’addio in estate dopo una stagione ben al di sotto delle aspettative. Il PSV spingeva per il suo ritorno in Olanda e la sua partenza appariva una possibilità molto concreta. A cambiare tutto è stato il blocco del mercato della Lazio, che ha costretto la società a trattenerlo per garantire a Sarri un’alternativa in attacco.

Tijjani Noslin ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lazio, un nuovo Noslin
Con il passare delle settimane, quella che sembrava una scelta obbligata si sta trasformando in una risorsa preziosa. In questa stagione, e soprattutto nelle ultime giornate, si sta vedendo un Noslin completamente diverso rispetto a quello dello scorso anno. Più concentrato, più dentro le partite e decisamente più utile alla squadra. Partito inizialmente indietro nelle gerarchie, l’olandese è riuscito a guadagnare spazio grazie alla sua duttilità, venendo utilizzato sia da esterno sia da punta.
Ed è proprio nel ruolo di attaccante centrale che Noslin sta dando le risposte migliori. Nelle ultime settimane ha superato anche Dia nelle scelte di Sarri, offrendo garanzie soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento. I gol segnati contro Lecce e Parma certificano il suo momento positivo, con la rete contro i ducali che racconta bene la sua voglia di imporsi e di ritagliarsi uno spazio importante in questa Lazio.
Con l’infortunio di Isaksen e un Castellanos rientrato da poco e ancora lontano dalla miglior condizione, il reparto offensivo resta pieno di punti interrogativi. In questo contesto, l’ora di Noslin potrebbe scoccare presto. La sua partenza a gennaio, che fino a qualche settimana fa sembrava molto probabile, oggi non è più così scontata, anche se non può essere esclusa del tutto.
L’olandese, però, ha dimostrato di voler restare, di voler giocare le sue carte e di voler diventare una certezza per la Lazio. E il campo, al momento, gli sta dando ragione.
Serie A
Hellas Verona, niente 16° giornata: un bene o un male?
L’Hellas Verona non scenderà in campo per la 16° giornata insieme alle altre squadre per via della Supercoppa Italiana, che vedrà impegnato il Bologna.
Dopo le due vittorie consecutive contro Atalanta e Fiorentina, per i gialloblu arriva dunque una soste eccezionale che permetterà di recuperare le energie ma potrebbe far scendere l’adrenalina e l’entusiasmo accumulati nelle ultime settimane.
Hellas Verona, meglio riposo o sfruttare l’effetto vittorie?
Lo stop forzato, che non permetterà alla squadra di Zanetti di scendere in campo nel weekend contro il Bologna al Bentegodi, arriva forse nel momento peggiore in quanto la situazione si era finalmente risollevata. Dopo un inizio di campionato quasi disastroso, la resurrezione contro l’Atalanta aveva dato nuove speranze di salvezza, alimentate poi dalla straordinaria vittoria di Firenze che ha rilanciato definitivamente in corsa l’Hellas.
Per questo motivo, da un parte, l’obbligo di restare fermi due settimane, esattamente come se ci fosse la Nazionale di mezzo, potrebbe essere deleterio per la rosa che avrebbe potuto sfruttare l’onda dell’entusiasmo e magari dare continuità ai risultati positivi anche contro la squadra di Italiano.
Dall’altra parte però, un riposo così lungo, del quale altre squadre non possono godere, potrebbe rappresentare un vantaggio dal punto di vista atletico e fisico, per arrivare ai prossimi impegni tra fine 2025 e inizio 2026 con nuove energie per risalire ancor di più in classifica e recuperare lo svantaggio.
Gli ultimi acciacchi di Giovane e Serdar, ma anche quelli di Akpa Akpro e l’assenza di Belghali a causa della Coppa d’Africa potranno essere affrontati con più serenità dall’allenatore Zanetti e di conseguenza nasceranno nuove soluzioni. L’importante è arrivare alla seconda parte di questa stagione con il morale, la condizione fisica e le strategie tattiche al massimo per scongiurare nuovamente il rischio retrocessione.

Rome, Italy 31 August, 2025: Giovane Santana Do Nascimento of Verona seen in action during the Serie A Enilive 2025-2026, day 2, football match between SS Lazio and Hellas Verona at Olympic Stadium.
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