Serie A
Il calvario di Damsgaard è quasi finito. La Samp gongola
Arrivano importanti novità riguardo al rientro del giocatore danese in forze alla Sampdoria. I blucerchiati sono in attesa di rivederlo in campo.

Nello specifico
L’ultima apparizione in Serie A del talentuoso esterno offensivo danese risale al 3 ottobre 2021. Con la nazionale biancorossa invece è il 12 dello stesso mese, data del suo infortunio. Disputato uno splendido europeo che lo ha visto protagonista con la sua Danimarca, questa stagione in campionato aveva iniziato a rilento. Le attese per il miglior calciatore danese del 2021 erano molte, forse troppe per il calciatore classe 2000. Nelle 6 presenze disputate con la Sampdoria quest’anno Damsgaard non era ancora riuscito a lasciare il segno, nessun gol e nessun assist, strano per un giocatore della sua qualità e della sua tecnica.
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Sull’infortunio
Nella gara con l’Austria del 12 ottobre era uscito dal campo molto dolorante dopo un contrasto con un giocatore avversario al minuto ’44. Da quel momento inizia il calvario del giovane Mikkel Damsgaard. Dapprima un’infortunio muscolare e conseguentemente un’infezione che ha portato il giovane ad essere sottoposto ad un intervento chirurgico. “Spero di tornare presto, così come che il 2022 mi permetta giocare ancora con la Danimarca e diventare più forte per la Sampdoria” queste le sue parole ai primi di febbraio.
Il rientro
Marco Giampaolo attende con ansia il suo rientro. Terminato il periodo di cure in Danimarca il suo riapprodo alla corte del mister bellinzonese è datato 28 marzo. La speranza dei blucerchiati è quella di averlo disponibile per le ultime 5 o 6 giornate di campionato dopo un recupero dal punto di vista fisico e tattico. Sabato 5 marzo alle ore 15 è in programma uno scontro molto importante per la formazione ligure che affronterà alla Dacia Arena l’Udinese. L’obiettivo è quello di togliersi dalla zona calda della classifica e salvarsi con alcune settimane d’anticipo.
Serie A
Troppa Inter per il Como: Chivu schianta Fabregas (4-0)
Non c’è partita al Meazza fra Inter e Como. La squadra di Chivu asfalta quella di Fabregas con un 4-0 senza storia e si riprende la vetta della classifica.
Prima o poi sarebbe dovuta arrivare, si sapeva. Però ci sono sconfitte e sconfitte. Il Como non perdeva una partita dal 30 Agosto, ovvero lo 0-1 maturato sul campo del Bologna, e non aveva mai subito due reti nella stessa partita in questa stagione. L’ultima volta, guarda caso, fu nell’ultima partita della passata stagione, ovvero nella sconfitta interna (0-2) proprio contro l’Inter: all’epoca ancora allenata da Simone Inzaghi.
Inter e Bologna, due sconfitte ma (molto) diverse
Se però la sconfitta del Dall’Ara era quasi un “complimento” rivolto a Cesc Fabregas da Vincenzo Italiano, che aveva “snaturato” la propria creatura per imbrigliare quella del catalano, la debacle di San Siro non ammette sofismi. Si parlerà di un incidente di percorso, dovuta alla fisiologica “necessità” di una squadra in costruzione di preservare la propria identità anche al cospetto di avversari di questa caratura. E probabilmente è vero, ma la squadra lariana si è rivelata anni luce lontana da quella nerazzurra in tutto.
Eccezion fatta per una mezz’ora scarsa, a cavallo tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, i comaschi hanno faticato a creare gioco e persino a tirare in porta. Una sensazione di pericolosità gli ospiti non l’hanno mai portata, a differenza dei padroni di casa: che sembravano in grado di poter minacciare la porta di Butez a ogni piè sospinto. Quattro reti al passivo, ma potevano essere anche di più. Perché i meneghini sono partiti subito fortissimo, capitalizzando un avvio di indiscussa superiorità con la rete di Lautaro Martinez.
Il Toro di Bahia Blanca raccoglie a centro-area un servizio di Luis Henrique e deposita alle spalle del portiere francese la rete che lo rende capocannoniere in solitaria del campionato. Da sottolineare la prova del brasiliano, la prima davvero convincente con i colori della beneamata indosso, che ha sverniciato Posch con uno scatto bruciante per poi (complice un’incomprensibile scivolata di Ramon) servire l’accorrente Lautaro.

L’ESULTANZA DI LAUTARO MARTINEZ CHE PUNTA IL DITO VERSO IL CIELO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Como annichilito, Chivu primo aspettando Conte e Allegri
L’Inter, per almeno venti minuti buoni, produce una pressione quasi asfissiante, sublimata dall’immagine di Zielinski alzato quasi sulla linea della Thu-La per marcare a uomo il triangolo del Como (i due centrali più il portiere) in costruzione. Chivu le azzecca praticamente tutte, anche quando decide di abbassare sulla linea dei difensori Calhanoglu per garantirsi la superiorità numerica quando la squadra di Fabregas portava a uomo il tridente d’attacco sui tre centrali nerazzurri. Proprio da questa situazione, infatti, arriva il gol del vantaggio.
Il Como, come detto, cresce quando i nerazzurri, fisiologicamente, abbassano un filo la pressione, ma non sfonda e perde anche Morata per infortunio. Al suo posto entra Douvikas, che riesce nella non facile impresa di fare anche peggio dell’omologo spagnolo: divorandosi un gol pazzesco (praticamente a porta vuota) nella ripresa. Poco dopo, nel momento migliore dei lariani, sarebbe arrivato il gol del 2-0. Dimarco batte dalla destra un corner teso nell’area piccola, difficilissimo da leggere per i marcatori della squadra di Fabregas.
La carambola premia Thuram, che sottomisura raddoppia. Il Como abbozza una timida reazione, ma si scioglie nel finale. Tacco illuminante di Barella, che mette in movimento Lautaro: l’argentino cerca una società nel mezzo, la palla viene messa fuori non benissimo dalla difesa comasca e Calhanoglu di (controbalzo da fuori area) fa 3-0. I nerazzurri sublimano una vittoria roboante pochi minuti dopo, quando il solito Dimarco mette un cross dalla sinistra (da quinto a quinto) per l’accorrente Carlos Augusto: 4-0 e San Siro esplode.
Serie A
Hellas Verona-Atalanta, le formazioni ufficiali
Al Bentegodi va in scena l’anticipo del sabato sera, Hellas Verona-Atalanta. Zanetti è all’ultima spiaggia mentre Palladino cerca continuità dopo tre vittorie.
Sfida ad alta tensione per i padroni di casa, ultimi in classifica e ancora senza vittorie, e con la possibilità di cambio in panchina in caso di sconfitta. Le difficoltà in costruzione e finalizzazione stanno condizionando pesantemente l’andamento della stagione. Dall’altra parte la Dea sta ritrovando fiducia e forma dopo un inizio discreto grazie a Raffaele Palladino. I successi in Champions, Coppa Italia e Serie A consecutivi hanno rilanciato l’Atalanta su tutti i fronti.
Hellas Verona-Atalanta, formazioni ufficiali
Hellas Verona (3-5-2): Montipò; Nunez, Nelsson, Bella Kotchap; Belghali, Niasse, Al Musrati, Bernede, Frese; Giovane, Mosquera. Allenatore: Paolo Zanetti.
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi; Kossonou, Hien, Djimsiti; Bellanova, Ederson, De Roon, Zappacosta; De Ketelaere, Lookman; Krstovic. Allenatore: Raffaele Palladino.

Serie A
Fiorentina, Vanoli: “Chiediamo scusa. Serve coraggio, niente alibi”
Situazione critica in casa Fiorentina: dopo la sconfitta contro il Sassuolo il tecnico dei viola Paolo Vanoli è intervenuto in conferenza stampa.
La Fiorentina vive un momento di tensione. Dopo la partita persa 3-1 contro il Sassuolo, il direttore sportivo Goretti ha espresso la sua insoddisfazione: “Non siamo squadra, non c’è fiducia nel compagno. È vietato retrocedere”. Le parole di Goretti sono state seguite da quelle dell’allenatore Paolo Vanoli, che ha dichiarato in conferenza stampa: “Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi. In queste situazioni servono uomini, non calciatori. Questa partita è stata un’emblema, basta alibi, ci vuole coraggio”.
Vanoli ha continuato sottolineando l’importanza del gioco di squadra e la necessità di superare le paure: “Quale paura si può avere quando vai in vantaggio 1-0? Più bello di così! Dovrebbe scomparire la paura. Non c’entra il modulo, c’entra il ritrovarsi giocare l’uno per l’altro e non vedo questo da quando sono arrivato”.
L’allenatore ha inoltre chiarito l’episodio del rigore riguardante Kean e Mandragora: “Il rigorista era Gudmundsson ma non l’ha voluto calciare, il secondo era Mandragora, e Kean da attaccante che in questo periodo non fa gol voleva calciarlo. Basta, c’è da andare in campo e giocare uno per l’altro, capire che ogni palla in qualsiasi situazione è determinante, sia in attacco che in difesa. Non ho ancora trovato la chiave per entrare nella testa dei ragazzi”.
Fiorentina, le parole di Vanoli

La Fiorentina è pronta a voltare pagina e cercare di risalire la classifica. A riguardo, Vanoli ha dichiarato: “Non lo deve fare Paolo Vanoli, lo devono fare i giocatori, lo deve fare anche l’uomo. Secondo me ci sono uomini in questa squadra, devono diventare uomini. ci sono dei momenti in cui ti capitano delle delle cose e devi crescere, devi crescere in fretta”.
L’allenatore ha infine affermato: “Il mio pensiero oggi è trovare delle soluzioni, trovare quei giocatori che possano combattere per questo. Ci sono giocatori importanti come Gosens fuori ma stasera siamo partiti bene, siamo andati in vantaggio, ma non si possono prendere questi gol assurdi”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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