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Una Lazio bifronte non va oltre il pari con l’Udinese

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lazio

Una Lazio a due facce quella vista ieri all’Olimpico contro l’Udinese: un’alternanza di gol da cuori forti.

La Lazio realizza in casa 4 gol e la notizia, sembra incredibile, non è questa. E’ quella che non riesce a vincere nemmeno con tanti gol all’attivo.

I suoi gol sono tutta di enorme spessore tecnico. Nel primo Anderson fa un’accellerazione delle sue (l’unica) ed inventa un assist prezioso che Immobile traduce in gol.

Nel secondo è bravissimo Hysaj a fare un tunnel al difensore avversario e ad appoggiare indietro per Immobile che sembra perdere il pallone. Lo recupera e lo protegge per Pedro che incrocia sull’angolo più lontano.

Lazio

Il terzo è da cineteca: la parabola di Milinkovic sembra telecomandata. Un tiro a rientrare col suo piede non naturale che va a battezzare l’incrocio dei pali opposto al punto da cui calcia.

Il quarto arriva con l’ausilio del VAR. Perfetta la parabola di Basic su punizione e perfetta l’incornata di Acerbi che già nel primo tempo aveva sfiorato il gol. Così come lo aveva sfiorato Luis Alberto calciando alto da favorevolissima posizione.

Peccato però che nel calcio si giochi anche difendendo la propria di porta. Ed in questo ambito la Lazio ha sbagliato tutto ciò che umanamente si può sbagliare. Forse è addirittura andata oltre…

Il suo portiere Reina ha il peggior score tra tiri ricevuti e parati. Nel primo gol subito il suo riflesso e la sua spinta sono a dir poco pachidermici. Imbarazzante poi la difesa sull’uomo da parte di Patric che semplicemente staziona avanti alla punta bianconera senza fare nulla. Lazzari non accorcia e Beto ha tutto il tempo per piazzare la palla di testa.

Patric nel secondo gol fa anche peggio: va a chiudere completamente fuori posizione un pressing nella metà campo avversaria senza tempo e senza verve nel contrasto. Beto riparte, saluta tutti a velocità doppia, dribbla Reina e deposita in gol.

Qualcuno dovrebbe ricordare a Patric che se si decide di pressare alti non si puo’ entrare in contrasto con l’avversario in modo così superficiale. E che nel calcio esistono anche i falli tattici. Patric ne farà uno nel secondo tempo. Ma lo farà da ammonito e lo farà senza alcun costrutto poichè il giocatore avversario non era pericoloso in quanto ben lontano dalla porta.

Nel terzo gol è tutta la difesa a trovarsi scoperta. Acerbi addirittura era in posizione di ala sinistra. Nessun laziale spende un fallo per fermare la ripartenza dell’Udinese che arriva in porta con uno sconcertante 5 contro 2. Una situazione che si può accettare a pochi istanti dalla fine di un match e non al 44 esimo del primo tempo.

Nel quarto gol arrivato a tempo ormai scaduto Zaccagni in netto anticipo si fa prendere il tempo dal suo diretto avversario (ci poteva stare fallo a mio avviso). Ma la leggerezza e la superficialità con cui va a proteggere il pallone sono da censura. In quei casi si va al contrasto con ben altro vigore oppure si va in scivolata a spedire la palla fuori.

Sulla punizione seguente tutti in area a difendere in 9 contro i 5 saltatori dell’Udinese. Nessuno che chiude l’eventuale scarico del pallone fuori area dove Arslan, indisturbato, piazza la palla nell’angolo alto dopo aver preso la mira.

Marcature preventive, diagonali, contrasti, accorci sull’uomo più pericoloso, falli tattici e pressing ragionato e concentrato sugli ultimi 20 metri sembrano essere concetti sconosciuti per i giocatori laziali.
La differenza è tutta qui: la Lazio i suoi gol li crea con giocate da palati fini. Quelli che subisce semplicemente li regala per atteggiamenti incomprensibili.

I numeri d’altronde parlano chiaro: con 29 gol all’attivo la Lazio è una delle più prolifiche squadre della serie A. Ma con altrettanti 29 gol al passivo la sua difesa èda zona retrocessione. Sconcerta poi un altro dato: la Lazioè quella che subisce più reti nei primi 20 minuti.

Non può’ essere un caso per una squadra che a detta del suo stesso tecnico Sarri, spesso perde senza giocare. A Napoli addirittura aveva alzato bandiera bianca durante il riscaldamento pre gara.

C’è poco da aggiungere. O si cambia mentalità o si cambiano gli uomini. Sarri a Napoli aveva Koulibaly dietro e spesso era l’arcigno difensore senegalese a chiudere i varchi con recuperi prodigiosi. Nella Lazio in rosa nessuno dei difensori è minimamente paragonabile a lui.

In porta il quasi 40 enne Reina era stato preso per fare il secondo. Gioca sempre lui in campionato ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Patric ha sembre vissuto amnesie incredibili e non lo scopriamo oggi.

Così come non scopriamo che Lazzari aveva sempre giocato con una difesa a tre avendo nella corsa e nelle accellerazioni il suo forte. Nella difesa a 4 sta facendo enorme fatica anche con le diagonali e le marcature preventive.

La diga di centrocampo è difatto inesistente. SI chiede a Luis Alberto e Milinkovic di difendere e affianco a loro non c’è il Leiva insuperabile di alcuni anni fa. Cataldi ha ben altre caratteristiche.

Infine davanti sulla corsia di Anderson gli avversari di turno spingono senza soluzione di continuità. Sanno che il brasiliano non rientra quasi mai ad aiutare nella fase difensiva e creano sempre superiorità numerica.

Tanti problemi quindi per mister Sarri che a gran voce ha cominciato a richiedere rinforzi già a gennaio per non compromettere definitivamente una stagione che molti già giudicano un mezzo fallimento.

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Juventus, occhio ai rinnovi. Rugani ha già un’offerta

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Juventus Cristiano Giuntoli

Dopo l’esonero di Allegri, la Juventus ha fretta di programmare il futuro. In attesa del nuovo tecnico, la priorità sono i contratti dei giocatori in scadenza. 

La Juventus ha raggiunto i suoi obiettivi in questo finale di campionato: vittoria in Coppa Italia e qualificazione aritmetica in Champions. 

Nonostante questo, l’esonero di Allegri è diventato inevitabile dopo gli atteggiamenti di quest’ultimo durante la finale contro l’Atalanta. 

L’allontanamento del tecnico toscano era già stato deciso da tempo, quindi non ha alterato i piani dei dirigenti bianconeri. 

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Bologna

Giuntoli aspetta Thiago Motta

Il primo nome nella lista di Giuntoli è sempre l’allenatore del Bologna Thiago Motta.

Infatti, nonostante l’impresa della qualificazione in Champions, è molto probabile che l’allenatore italiano decida di lasciare i felsinei in estate.

Giuntoli lo aspetta, ma Thiago Motta non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro. Vuole aspettare anche l’evolversi delle situazioni in casa Barcellona e PSG. 

In più, non è detto che il presidente Saputo alla fine non riesca a convincerlo a rimanere a Bologna con un cospicuo adeguamento di contratto. 

Rabiot e Rugani Juventus

Juventus, ora i rinnovi

Mentre cresce l’attesa per il nuovo allenatore, la Juventus deve risolvere la grana dei giocatori in scadenza. 

Adrien Rabiot ha dimostrato di essere un pilastro del centrocampo bianconero negli ultimi due anni e perderlo a zero sarebbe un brutto colpo per il futuro. 

Bayern Monaco e Manchester United sono sulle sue tracce, per cui la società bianconera vuole velocizzare i tempi e risolvere la questione al più presto. 

Trattare con la madre-agente non sarà affatto facile, ma entro la fine di questa settimana (massimo l’inizio della prossima) Giuntoli vuole porre le fondamenta per il nuovo accordo. 

Altro giocare in scadenza è Daniele Rugani. Per lui l’accordo sembrava cosa fatta già dalla scorsa estate, ma l’addio di Allegri potrebbe cambiare le carte in tavola. 

L’ex allenatore bianconero, infatti, teneva in grandissima considerazione il giocatore toscano, ma con il nuovo tecnico e un ipotetico ritorno della difesa a 4, lo spazio per lui potrebbe diminuire. 

Intanto, come riferito da Alfredo Pedullà, il Napoli ha già offerto un triennale da 2,5 milioni a stagione al giocatore. 

Il neo ds azzurro Manna, infatti, nutre grande stima nei confronti di Rugani e vorrebbe portarlo con sé in Campania. 

La società bianconera, però, vuole evitare di perderlo a zero. L’accordo potrebbe riguardare un rinnovo ma con la promessa di ascoltare eventuali offerte. 

Tra pochi giorni scopriremo se l’avventura di Rugani a Torino è giunta ai titoli di coda. 

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Inter, Bergomi: “Dobbiamo fidarci di Marotta”

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Juventus-Inter

L’ex storico capitano dell’Inter Beppe Bergomi ha parlato in occasione del Memorial Niccolò Galli, tra gli argomenti toccati anche il futuro societario.

Inter, Bergomi sul futuro societario: “La preoccupazione c’è, ma fiducia in Marotta”

Beppe Bergomi, storico capitano dell’Inter ed oggi opinionista Sky ha partecipato all’evento Memorial Niccolò Galli ed è stato un’occasione per rilasciare alcune dichiarazioni sui nerazzurri.

Soffermandosi sullo scudetto appena conquistato ha detto:

“L’Inter ha fatto un altro sport che è frutto di tanto lavoro perché inizialmente non era così, sono cresciuti tutti, dall’allenatore, alla squadra, dalla società, ai tifosi che hanno dato un supporto incredibile.”

Il tema delicato del momento in casa nerazzurra è senza dubbio quello che riguarda la società, “la preoccupazione c’è ma serve fiducia in Marotta che ha dimostrato di poter gestire le situazioni durante l’assenza del Presidente, inoltre Antonello a livello economico è molto bravo, quindi la società è solida”, ha dichiarato.

Ha poi proseguito:

“Se questo management sarà confermato siamo tranquilli, poi cosa succederà in futuro non possiamo saperlo.”

Infine su Thiago Motta:

“Mi sembra un tecnico coraggioso, con personalità e che non si fa influenzare. A Bologna questo va bene ma quando si alza il livello le dinamiche cambiano e resta più complicato, se mantiene questo coraggio può andare lontano.”

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Competizioni

Paulo Dybala, niente Coppa America

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Paulo Dybala

Paulo Dybala escluso dai convocati dell’Argentina per la Coppa America 2024, questa è stata la scelta del tecnico della nazionale biancoceleste

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La joya non parteciperà alla Coppa America

Paulo Dybala è il grande assente nella lista dei 29 convocati dell’Argentina per la Coppa America, in programma dal 20 giugno al 14 luglio 2024. Il commissario tecnico Lionel Scaloni ha deciso di escludere la Joya per motivi tecnici, una scelta che ha destato non poca sorpresa tra tifosi e addetti ai lavori.

Gli ‘italiani’ nella rosa

Nonostante l’assenza di Dybala, la Serie A italiana sarà ben rappresentata. Sono cinque, infatti, i giocatori militanti nel campionato italiano inclusi nella lista:

  • Martinez Quarta (Fiorentina)
  • Leandro Paredes (Roma)
  • Lautaro Martinez (Inter)
  • Nico Gonzalez (Fiorentina)
  • Valentin Carboni (Monza, ma di proprietà dell’Inter)

La presenza di Carboni è particolarmente sorprendente, vista la sua giovane età e la limitata esperienza internazionale. Tuttavia, il talento del Monza ha evidentemente convinto Scaloni grazie alle sue recenti prestazioni.

L’ossatura dei campioni del mondo

La formazione argentina conferma gran parte dell’ossatura che ha portato la nazionale alla vittoria del Mondiale nel 2022. Tra i veterani spiccano Lionel Messi e Angel Di Maria, i quali potrebbero disputare il loro ultimo grande torneo con la maglia della Selección.

Le amichevoli di preparazion

Prima dell’inizio della Coppa America, l’Argentina affronterà due partite amichevoli di preparazione:

  • Ecuador il 9 giugno
  • Guatemala il 14 giugno

Questi match saranno cruciali per Scaloni per definire gli ultimi dettagli e valutare la forma dei suoi giocatori. Il debutto ufficiale dei campioni del mondo è fissato per il 20 giugno contro il Canada.

Scaloni ha tempo fino al 12 giugno per presentare la lista definitiva dei convocati, che dovrà scendere da 29 a 26 giocatori. Tuttavia, salvo clamorosi cambiamenti, Paulo Dybala non farà parte del gruppo.

La lista dei convocati

Ecco la lista completa dei 29 pre-convocati dall’Argentina per la Coppa America:

Portieri:

  • Armani
  • Rulli
  • Martinez

Difensori:

  • Montiel
  • Molina
  • Balerdi
  • Romero
  • Pezzella
  • Martinez Quarta
  • Otamendi
  • Lisandro Martinez
  • Acuna
  • Tagliafico
  • Barco

Centrocampisti:

  • Guido Rodriguez
  • Paredes
  • Mac Allister
  • De Paul
  • Palacios
  • Enzo Fernandez
  • Lo Celso

Attaccanti:

  • Di Maria
  • Valentin Carboni
  • Messi
  • Angel Correa
  • Garnacho
  • Nico Gonzalez
  • Lautaro Martinez
  • Julian Alvarez

La decisione di escludere Dybala potrebbe avere ripercussioni significative, ma Scaloni sembra fiducioso nella forza del gruppo selezionato. La Coppa America 2024 sarà un banco di prova importante per confermare la superiorità dell’Argentina nel calcio continentale e mondiale.

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