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Il Milan al lavoro per il dopo Ibrahimovic, un nome dalla Nuova Guinea
La dirigenza rossonera è al lavoro per cercare un attaccante in previsione del dopo Ibrahimovic. Infatti, il contratto del gigante svedese in scadenza il 30/06/2022 non sarà rinnovato come da accordi fra le parti.
Non è un mistero che Ibrahimovic potrebbe restare in rossonero oltre la scadenza del contratto, con un altro ruolo. Se all’interno della società o sul campo è da vedere. Così come su un suo eventuale nuovo percorso milanista conterà molto la famiglia, a cui il campione è profondamente legato.
Un nuovo ruolo per Ibra

La moglie e i figli vivono in Svezia e se optassero per una nuova vita milanese, per lo svedese sarebbe automatico rimanere sotto il Duomo. È innegabile il suo apporto a 360 gradi sul pianeta rossonero, che gli riconosce doti di leadership e attaccamento ai colori sociali.
Del resto parliamo di uno dei calciatori più forti e completi della sua generazione e uno dei marcatori più prolifici della storia del calcio e primatista di reti con la nazionale svedese. Uno che in carriera ha vinto la bellezza di 31 trofei, che lo rendono uno dei giocatori più vincenti di tutti i tempi, al pari di altri totem.
Con i rossoneri ha vinto uno scudetto nel 2011 e una Supercoppa Italia nello stesso anno. Ha fatto incetta anche di premi individuali: ha vinto il “Golden Foot” nel 2012, il “Fifa Puskas Awards” nel 2013, il premio come miglior calciatore svedese in 12 occasioni e per 4 volte il titolo di sportivo svedese dell’anno.
In Svezia gli hanno dedicato uno statua, questo per fare capire la grandezza del personaggio, che in carriera ha indossato le maglie di club prestigiosi (dopo gli esordi nel Malmoe) quali Ajax, Juventus, Inter, Milan, Manchester United, Barcellona, Paris Saint Germain. Nel suo curriculum anche una positiva esperienza nella lega americana con la maglia dei L.A. Galaxy.
A Casa Milan sanno che non sarà facile sostituire sul campo un atleta del genere e saggiamente la dirigenza è al lavoro per non farsi trovare impreparata al momento dell’addio al calcio del suo centravanti di riferimento che è stato capace di rimanere competitivo fino a 40 anni.
Da tempo lo scouting rossonero valuta le prestazioni di Mohamed Bayo
L’attaccante guineano è attualmente in forza al Clermont Football 63, che milita in Ligue 1. Attaccante di stazza (1.88 per 93 kg), nato a Clermont-Ferrand il 04/06/1988. È cresciuto nelle giovanili del Clermont, debuttando in prima squadra in data 11/11/2017 in occasione della Coppa di Francia contro lo Yzeure.
Sempre nella stessa competizione ha segnato il primo gol da professionista il 14/08/2018 contro il Laval. Biennio in prestito al Dunkerque, prima di tornare alla casa madre, con la quale nella stagione 2020/21 ottiene la prima storica promozione in Ligue 1, anche grazie alle sue 22 reti. Alla prima partita della nuova stagione nella massima serie, Bayo realizza il primo storico della squadra, contro il Bordeaux (partita vinta sorprendentemente 2-0).
Il 24/03/2021 ha esordito nella nazionale della Nuova Guinea, giocando la gara di qualificazione per i Mondiali 2022 contro il Mali.
Si tratta di un centravanti abile a tenere palla e far salire la squadra, forte nel gioco aereo e che riempie l’area. Nel suo club è l’unica punta incastonata nel 4-2-3-1. Tatticamente è un ragazzo che sa dove stare, che legge molto bene gli sviluppi delle azioni offensive e sfrutta una buona tecnica che nonostante la stazza gli permette di destreggiarsi contro difensori agili e rapidi.
Caratterialmente è un ragazzo molto tranquillo, riservato e legatissimo alla famiglia e alle origini.
Poco social, come tutti i ragazzi della sua età ha una passione smodata per la musica e la PlayStation. Geoffrey Moncada capo dell’area scouting milanista, ha già avuto un primo approccio con il ragazzo e il suo entourage, per sondare l’eventuale disponibilità al trasferimento a Milano.
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Il contratto dell’atleta con la sua attuale società scade il 30/06/2023, ma a gennaio cominceranno presumibilmente i discorsi con il Clermont Football 63 per valutare la possibilità del trasferimento al Milan del giovane talento. Il quale ha espresso il massimo gradimento ai colori rossoneri, invogliato anche dalla presenza della folta colonia francese di stanza a Milanello.
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Cagliari-Roma, le ultimissime dall’Unipol Domus: Borrelli e Ferguson guidano gli attacchi di Pisacane e Gasperini
Alle ore 15:00 andrà in scena la sfida pomeridiana tra Cagliari e Roma all’Unipol Domus. Un incrocio tra ambizioni salvezza e vertice della classifica.
Cagliari–Roma sarà il match del pomeriggio di questa domenica di serie A, che sta vivendo un turno suddiviso su tre giorni e che si concluderà domani.
I padroni di casa hanno raccolto finora 11 punti, e per ora sono fuori dalla zona retrocessione, e ambiscono a tenere a distanza le inseguitrici.
Dal lato capitolino, invece, attualmente la classifica dice quarto posto con 27 punti, frutto di nove vittorie e quattro sconfitte.
Ultime Cagliari
Dopo la parentesi Coppa Italia, Pisacane torna a puntare sui titolarissimi.
Perciò Caprile difenderà i pali, con Zappa, Deiola e Luperto in difesa.
A centrocampo agiranno Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho e Obert, mentre in attacco Esposito affiancherà Borrelli.
Ultime Roma
Gasperini non può concedere cali di tensione ai suoi, soprattutto alla luce del risultato di ieri dell’Inter, che è scattato a +3 sui giallorossi, in attesa degli impegni di Napoli e Milan.
La settimana che va ad iniziare sarà caratterizzata dall’impegno in Europa League contro il Celtic, ma all’Unipol Domus sarà schierata la formazione migliore, senza calcoli.
L’unico dubbio riguarda l’attacco, con Ferguson che dovrebbe partire dal 1′, ma occhio a Dybala e Baldanzi, nel caso si dovesse puntare sull’attacco leggero.
Probabili formazioni
Cagliari (3-5-2): Caprile; Zappa, Deiola, Luperto; Palestra, Adopo, Liteta, Folorunsho, Obert; S.Esposito, Borrelli. Allenatore: Fabio Pisacane
Roma (3-4-2-1): Svilar; Mancini, N’Dicka, Hermoso; Celik, Cristante, Kone, Tsimikas; Soule, Pellegrini; Ferguson. Allenatore: Gian Piero Gasperini
La squadra arbitrale
Arbitro: Zufferli
Assistenti: Tegoni – Fontemurato
Quarto ufficiale: Di Marco
Var: Guida
AVar: Pezzuto
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Fiorentina, Goretti: “Non siamo squadra. I tifosi sono venuti a Reggio Emilia, noi no”
Roberto Goretti commenta a DAZN e in conferenza stampa la sconfitta della Fiorentina contro il Sassuolo, analizzando uno dei momenti più difficili della storia recente viola.
Roberto Goretti ha parlato ai microfoni di DAZN dopo Sassuolo-Fiorentina, analizzando uno dei momenti più bui e delicati della squadra viola nelle ultime settimane.
Sul momento buio:
“C’è una presa di coscienza ancora più forte della situazione – ha spiegato Vanoli –. Dopo Bergamo la società ha chiamato i nostri tifosi, ma noi no. Abbiamo dimenticato di venire in Reggio Emilia e dimostrato che non siamo squadra. Ci sono aspetti positivi, ma oggi questo non è successo. Se non si trova la chiave emotiva per risolvere il blackout, continueremo a partire male, e questo non va bene”.
Sulla partenza positiva e la mancanza di fiducia:
“Se non c’è fiducia tra compagni, collaborazione e aiuto reciproco, diventa chiaramente una situazione difficile. Bisogna ritrovare le piccole cose che, messe tutte insieme, sono determinanti. E’ ora passata di farlo”.
Fiorentina, le parole di Goretti in conferenza stampa

Momento della squadra.
“Nelle ultime partite credo di aver visto dei passi in avanti, oggi siamo tornati indietro. ogni palla buttata in area di rigore dimostrano che non c’è una sufficiente connessione e un grado di fiducia tra i giocatori, e questo dimostra che siamo obbligati a trovarla in una situazione che è difficile, molto difficile, ma è vietato mollare, è vietato cedere terreno, ma è vietato retrocedere”.
Vanoli.
“Chi fa un’analisi con un giusto spirito critico è ben accetto sempre. Più volte bisogna prendere decisioni anche drastiche, a volte decise, bisogna capire la situazione, , bisogna essere realisti e bisogna agire”.
Rigore contestato da Kean e Mandragora.
“Questa è una cosa che non mi piace e non è neanche la prima volta che la facciamo, quindi non mi piace doppiamente”.
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Lazio, Lotito denuncia minacce e pressioni: “Costretto a rivolgermi alle istituzioni”
Il presidente della Lazio presenta denuncia dopo intimidazioni, campagne diffamatorie e notizie false tese – secondo i pm – a spingerlo a cedere il club. Cinque gli indagati.
Il patron della Lazio, Claudio Lotito, rompe il silenzio e passa al contrattacco. Il presidente biancoceleste ha presentato denuncia per una serie di minacce, pressioni e false informazioni circolate via social, mail e telefonate anonime, che – secondo quanto riferito – miravano a costringerlo a vendere la società.
“Mi sono rivolto alle istituzioni perché, più volte, sono stato minacciato di morte. Ho raccontato tutto ciò che è accaduto e l’autorità giudiziaria ha poi agito di conseguenza”, ha dichiarato Lotito.
Lazio, la reazione di Lotito
Nel decreto di perquisizione, i magistrati parlano di “un disegno ampio e unitario” volto da un lato a diffondere notizie false per abbassare il valore del titolo in Borsa, e dall’altro a indurre l’azionista di maggioranza a cedere il pacchetto di controllo. Gli indagati avrebbero utilizzato i social e una testata online, “Millenovecento”, per rilanciare notizie infondate sulla presunta vendita imminente della Lazio e sull’idea attribuita a Lotito di far retrocedere volontariamente la squadra per ottenere il cosiddetto “paracadute” economico.

Diverse le segnalazioni che hanno dato il via all’inchiesta: uno striscione esposto in piazza del Parlamento con la scritta “Lotito libera la Lazio”, una telefonata con minacce di morte e varie e-mail dal contenuto offensivo. Le indagini proseguono per chiarire la portata del presunto piano di pressione ai danni del presidente biancoceleste.
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