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Il calciomercato ha chiuso i battenti, il campionato italiano saluta campioni come Cristiano Ronaldo, Donnarumma, Lukaku e e Hakimi

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Il Milan protagonista con undici acquisti, l’Inter ha parato il colpo grazie alla maestria di Marotta, Juventus indebolita? Colpo Fiorentina con la conferma di Vlahovic.

Ieri sera alle 20 è terminato il calciomercato, adesso gli allenatori delle varie squadre possono lavorare su organici definiti fino alla sessione di mercato invernale. È stato un mercato condizionato dai disagi economici dovuti alla pandemia, che non hanno permesso grandi colpi in entrata alle nostre squadre di punta. Differentemente dal Psg e dalle squadre inglesi che hanno potuto spendere in lungo e in largo. Soprattutto è stato un mercato che ha visto l’addio di campioni veri, tipo Cristiano Ronaldo, Hakimi, Donnarumma, Lukaku e che ha visto un allenatore come Conte rimanere senza panchina.

Per contro, sono arrivati giocatori interessanti e di cui sentiremo parlare come Giroud, Dumfries, N. Gonzalez, Bakayoko, Abraham, Kean, Torreira, Brekalo. E rivedremo in panchina allenatori come Allegri, Spalletti, Mourinho, Sarri, Di Francesco, Andreazzoli che arricchiscono il gioco.

Protagonista assoluto di questa sessione di mercato è stato il Milan con undici acquisti, un plauso anche all’Inter e alla Roma, mentre la Juventus a prima vista sembra indebolita. A Firenze festeggiano la conferma di Vlahovic e Milenkovic, gli innesti di Nastasic e Torreira. Il Napoli con il colpo finale di Anguissa ha puntellato ulteriormente il centrocampo. Il Torino ha condotto un mercato difficile e particolare, che ha portato frizioni fra Juric e la proprietà. Ma andiamo a vedere nel dettaglio come si sono mosse le singole squadre e se davvero sono uscite migliorate.

Il Milan reduce dal secondo posto in campionato, si ripresenta al via della nuova stagione, alzando l’asticella degli obiettivi con il ritorno in Champions League, con un mercato importante. È la squadra che ha speso più di tutti, fra acquisti, rinnovi e prestiti. Nomi non eclatanti, ma funzionali alle esigenze della squadra. Sono arrivati Maignan, Ballo Tourė, Giroud, Pellegri, Messias, Bakayoko, Florenzi ed Adli (acquistato e lasciato in prestito al Bordeaux) sono stati riscattati Diaz, Tomori e Tonali. Il riscatto di Tomori e la firma su un contratto fino al 2025 sono il quadro programmatico di un percorso chiaro e deciso. Gli addii di Donnarumma e Calhanoglu a parametro zero, da un lato sono stato uno smacco mentre dall’altro sono state risparmiate cifre importanti reinvestite sul mercato. Adesso starà al campo giudicare il lavoro fatto da Maldini e Massara, con l’avallo della proprietà.

L’altra parte di Milano ha parato gli addii di Lukaku e Hakimi grazie alla maestria di Marotta, capace di portare ad Appiano Gentile elementi come Dzeko, Correa e Dumfries. Oltre a mettere a segno il colpo Calhanoglu a parametro zero dai cugini. La rosa è rimasta competitiva, anche grazie all’ingaggio di Simone Inzaghi, che sta portando avanti il lavoro di Antonio Conte. Le conferme di Vidal, Vecino e Sensi sono state mirabili, nessuno ha un centrocampo come quello nerazzurro.

La Lazio è ripartita da Maurizio Sarri e stiamo vedendo i primi effetti del suo gioco, in queste prime due giornate. L’addio di Correa non adatto al gioco dell’allenatore è stato coperto con l’arrivo dal Verona di Zaccagni, un colpo importante. Con il ritorno del brasiliano Felipe Anderson e l’acquisto dello spagnolo Pedro dalla Roma ci sono le ali giuste per esaltare Immobile, non a caso già capocannoniere. Con il croato Basic è cominciato il dopo Lucas Leiva Pezzini, dal quale ruberà i segreti del mestiere.

Esulta la Roma che ha trovato in Mourinho l’allenatore giusto per una piazza particolare. Mercato ottimo con l’arrivo dell’esperto portiere portoghese Rui Patricio a blindare la porta, del terzino sinistro messicano Vina che ha risolto l’annoso problema della fascia sinistra e del giovane centravanti inglese Abraham. Peccato solo per l’infortunio di Spinazzola, il suo rientro sarà un vero colpo di mercato.

A Bergamo hanno tenuto duro e hanno conservato tutti i big, ad eccezione di Romero (passato al Tottenham) Ilicic compreso dato per mesi al Milan, senza nessun fondamento. L’arrivo dell’olandese Koopmeiners copre le spalle alla mitica cerniera centrale De Roon-Freuler. Con il ritorno di Zappacosta si è coperto l’infortunio di Hateboer, con Musso ci si è dotati di un portiere di livello superiore, con Demiral e con il giovane Lovato si sono messi a posto in difesa.

La Fiorentina ha fatto il suo colpo di mercato rinnovando Milenkovic e trattendo Vlahovic. Sono arrivati Nastasic, Torreira, Odriozola e N. Gonzalez a sostegno del progetto tattico di Italiano. Ha salutato la compagnia German Pezzella, capitano storico e il cui nome resterà stampato sui libri di storia Viola.

Nell’ultima settimana di mercato il direttore sportivo Vagnati, ha messo a segno alcuni colpi di mercato in grado di lenire il malumore del tecnico del Torino, Ivan Juric. Sono arrivati Pobega, Zima, Brekalo e Praet. Che vanno ad aggiungersi a Pjaca e al riscattato Mandragora. L’addio di Lyanco sarà difficile da sopperire. La conferma di Belotti avrà un senso solo se il ragazzo sarà motivato in quella che è la sua ultima annata granata.

La voglia di fuga di Cristiano Ronaldo ha indubbiamente increspato le acque in casa bianconera. Il suo addio last-minute ancor di più. La sostituzione con Moise Kean non può soddisfare i palati più esigenti e fa passare (fatalmente) in secondo piano l’ingaggio della promessa brasiliana Kaio Jorge. Quest’estate scomoda porta in dote l’acquisto di Manuel Locatelli e null’altro. Tutto in linea con i piani della famiglia Agnelli, che proprio in queste settimane ha varato un aumento di capitale da 400 milioni di euro per un importante piano pluriennale. Ci sarà da aspettare e soffrire.

Il Sassuolo è riuscito a trattenere tutti i big ad esclusione di Locatelli prontamente rimpiazzato dal brasiliano Henrique. La cessione di Capito alla Sampdoria va nella direzione di una fiducia totale al gioiello locale Raspadori. Coraggiosa la scelta di affidare ad Alessio Dionisi il dopo De Zerbi.

Il Genoa di Preziosi ha fatto i fuochi di artificio alla fine, con Maksimovic e Caicedo. Che di sono aggiunti ad Hernani, Sirigu, Ekuban, Buksa, Kallon e il giovane Vazquez, una promessa. Ma rimane il fatto che gli addii di Perin, Zappacosta e Strootman sono stati pesanti.

Male la neopromossa Venezia. Confermata la guida tecnica, Paolo Zanetti ha in mano una squadra con una babele di stranieri di dubbio valore e pescati un po’a caso qua e là. L’unico nome noto arrivato è quello di Caldara dal Milan. Auguri.

La Genova blucerchiata aiuta Quagliarella con Caputo. L’attaccante arrivato dal Sassuolo potrà sicuramente esaltarsi nel gioco di D’Aversa. Aver trattenuto i giocatori importanti, Thorsby soprattutto è stato un grande sforzo societario che va applaudito.

Torna in A, Cutrone con le maglie dell’Empoli. Insieme a lui, l’ex promessa interista Pinamonti. Il presidente Corsi non ha stravolto la squadra della promozione, affidando la guida tecnica alla sapienza di Andreazzoli. Porta affidata a Vicario ex Cagliari e la difesa alla coppia centrale Ismajli ex Spezia e Luperto ex Crotone (era già stato in Toscana).

A Bologna hanno inserito un fuoriclasse come Arnautovic in attacco e trattenuto il talento di Orsolini. Tutto da scoprire l’olandese Theate. Il lancio di Vignato fra i titolari porterebbe maggiore talento a una squadra asfittica in sede di mercato.

Il presidente Setti del Verona con un atto di grande coraggio ha affidato la panchina a Di Francesco, reduce da alcuni esoneri dolorosi. Partito Lovato, partito Silvestri, partito Zaccagni, non sarà facile. Porta affidata a Montipo’, preso difensore Sutalo, sono arrivati Caprari e Simeone in attacco. Soprattutto è stato riscattato Ilic dal Manchester City.

A Udine partiti pezzi da 90 come Musso (al suo posto Silvestri del Verona, da dove è arrivato anche il terzino Udogie) e De Paul, Gotti sta lavorando con quelli rimasti e dal mercato ha avuto poco o nulla. Occhio al giovane Samardzic, ex Lipsia.

In attesa dei gol di Simy, a Salerno c’è da registrare un bel viavai di giocatori. Castori aveva chiesto un’iniezione di qualità, di sicuro ha avuto la quantità. È partito bene Bonazzoli dopo la delusione di Torino. E ci sono un bel po’ di giovani a caccia di un posto al sole.

Infine il Cagliari con Caceres svincolato dalla Fiorentina ha aggiunto esperienza in difesa. Con Keita al posto di Simeone ha sistemato l’attacco. Ci sarà da soffrire un altro anno.

 

 

 

 

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Lazio, Sarri: “Il rosso a Zaccagni mi è parso eccessivo”

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Grandissima vittoria della Lazio contro il Parma al Tardini. Nonostante la doppia inferiorità numerica, la banda Sarri vince con un gol di Noslin al minuto 82.

Dopo la sconfitta contro il Milan e il pareggio contro il Bologna, torna a vincere la squadra biancoceleste in modo abbastanza clamoroso. La squadra di Sarri sbanca il Tardini con un gol di Noslin (82′), nonostante le espulsioni di Zaccagni (42′) e Basic (77′).

Per la partita di sabato prossimo contro la Cremonese, però, Sarri dovrà rinunciare a diversi giocatori. Oltre agli squalificati Zaccagni e Basic, Dele-Bashiru e Dia saranno impegnati in Coppa d’Africa con le loro rispettive Nazionali.

Lazio, le parole di Sarri

Lazio

I TIFOSI DELLA LAZIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Mister, una vittoria di coraggio. A caldo la sensazione è che questo sia uno snodo fondamentale?

“Ci può dare entusiasmo, però io penso che i ragazzi abbiano trovato convinzione già da fine settembre. Sono tre mesi che questa squadra gioca bene. Se guardiamo la partita nel contesto la vittoria ci sta tutta”.

Ha raggiunto quota 200 punti con la Lazio, è una squadra Sarriana?

“E’ una squadra in crescita per mentalità, per come si allenano e come affrontano le partite. Io con questo gruppo mi diverto e l’ho detto in tempi non sospetti”.

Le era mai capitato di vincere una partita così?

“Mi sembra di aver vinto una volta in otto contro dieci”.

Complimenti, si vede una squadra di Sarri negli ultimi tempi. Mi ha sorpreso che non avete concesso spazio al Parma nei momenti di difficoltà:

“E’ l’aspetto più importante, perché già contro il Bologna non avevamo perso ordine. La doppia inferiorità era più complicata, dalla panchina sono entrati ragazzi adatti a questo tipo di situazioni, nei minuti finali era chiaro che sarebbero stati cross continui. Sono entrati ragazzi di gamba che hanno aiutato nelle ripartenze”.

Tante assenze a partire dalla prossima:

“Siamo purtroppo abituati a questo tipo di situazioni, se non ci saranno abbastanza partiremo in dieci”.

Si è discusso tanto dei rossi, cosa ne pensa?

“Siamo una delle squadre meno fallose del campionato. A me sembra un po’ troppo il rosso a Zaccagni, non lo prende male”.

 

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Padova, dopo due anni il Papu Gomez torna titolare

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Papu Gómez torna titolare dopo quasi due anni: l’argentino partirà dal primo minuto in Padova-Reggiana, sfida valida per la Serie B.

Finalmente, dopo un’attesa durata quasi due anni, per il Papu Gómez è arrivato il momento di tornare titolare sin dal primo minuto. L’argentino, che molti ricordano con la maglia dell’Atalanta, dopo aver scontato la lunga squalifica, era tornato in campo in due delle partite precedenti – prima contro il Venezia e poi nella vittoria contro il Cesena, saltando la sfida contro il Pescara – senza però essere mai impiegato dall’inizio del match.

Un tabù che verrà finalmente sfatato oggi, in vista della gara del Padova contro la Reggiana.

Il campione del mondo, che oggi alle 15 spera di scrivere un nuovo punto di partenza per la sua carriera, vuole trascinare anche la sua squadra, attualmente dodicesima in Serie B con 18 punti conquistati nelle prime 15 giornate.

Padova

 

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Messi, il GOAT Tour in India precipita nel caos

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Lionel Messi

Da sogno a incubo: l’arrivo di Messi in India scatena il caos. Tifosi infuriati, campo invaso e rabbia per un evento mal gestito.

Quella che doveva essere una festa per i fan di Lionel Messi in India si è trasformata in una giornata di caos e rabbia allo Salt Lake Stadium di Calcutta. La tanto attesa tappa del GOAT Tour dell’asso argentino, prevista per sabato 13 dicembre, ha infatti scatenato proteste violente da parte di molti dei circa 80mila spettatori presenti, delusi dall’organizzazione e dall’impossibilità di vedere la star da vicino.

GOAT Tour di Messu a Calcutta: ecco cosa è successo

Secondo i resoconti, gruppi di tifosi hanno sfondato cancelli, “invaso il campo”, danneggiato sedili e lanciato bottiglie e altri oggetti contro il terreno di gioco in segno di protesta. Molti spettatori, che avevano speso fino a 12 mila rupie per i biglietti, si sono detti furiosi per non essere riusciti “nemmeno a guardare in volto il Campione del Mondo e otto volte Pallone d’Oro”.

La presenza di Messi è durata solo una frazione di quella prevista: dopo circa venti minuti in campo, durante i quali è apparso circondato da organizzatori e personalità locali, l’argentino è stato costretto ad abbandonare il campo a causa dell’escalation. “Only leaders and actors were surrounding Messi … Why did they call us then?” ha lamentato un tifoso, secondo testimoni citati dai media internazionali.

Le critiche si sono rapidamente estese oltre il pubblico: la Chief Minister del Bengala Occidentale, Mamata Banerjee, ha espresso pubblicamente rammarico per l’accaduto e ha annunciato un’indagine ufficiale sulla gestione dell’evento, definendo la situazione frutto di “mismanagement”

Questa prima tappa in India, che include anche altri appuntamenti in città come Hyderabad, Mumbai e Nuova Delhi, era parte di un tour che prevedeva anche iniziative culturali e di beneficenza oltre alla partita amichevole. Ma, alla luce degli eventi di Calcutta, sua alte aspettative e l’organizzazione dei prossimi eventi saranno inevitabilmente sotto esame.

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