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Roma-Fiorentina 3-1. Spettacolo col VAR protagonista | Le pagelle viola

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La prima di campionato tra Roma e Fiorentina termina con una vittoria dei giallorossi, ma la Fiorentina esce a testa alta dall’Olimpico. 

Finisce 3-1 in favore dei giallorossi la partita che vede il ritorno di Mou in Serie A. La partita ha visto la Fiorentina di Italiano farsi preferire nel gioco, sempre votata all’attacco, ma che si è fatta infilare diverse volta nella linea difensiva. La prima volta Abraham fugge ai difensori viola e si avvicina all’area di rigore, Dragowski lo stende e Pairetto lo espelle. Posizione da ultimo uomo e chiara occasione da gol molto dubbia. Siamo al 16′ del primo tempo.

La viola che aveva inziato meglio si sfalda per qualche minuto e viene imbucata al 26′ da Mikitaryan su assist di Abraham. Azione dubbia di fuorigioco che il Var convalida. Da qui è dominio viola nonostante l’inferiorità numerica, che diventa quasi imbarazzante al 52′ quando per doppia ammonizione viene espulso Zaniolo.

Al 60′ Milenkovic trova il meritatissimo pari e i gigliati che paiono proiettati verso i tre punti si sfaldano. Al 66′ Pulgar perde una palla sanguinosa a metà campo e la Roma buca la difesa viola con Veretout, che si ripete in azione analoga al minuto 79.

Le pagelle viola

pagelle fiorentina

DRAGOWSKI 5 : La partita è praticamente decisa dalla sua uscita spericolata, anche la decisione arbitrale lascia qualche dubbio.

VENUTI 5: Si vede poco in fase offensiva e in difesa soffre i giocatori giallorossi. Dall’84’ SAPONARA

MILENKOVIC 6: A fase alterna, il gol compensa qualche sbavatura in difesa: quest’anno dovrà essere lui il leader di una difesa che dovrà giocare alta.

IGOR 5: I primi due gol della Roma nascono nella sua posizione. Sottotono.

BIRAGHI 6: Il nuovo capitano viola risente della mancanza dell’esterno lungo al corsia vista l’espulsione dopo pochi minuti. Dalle sue parti non ci sono particolari sbavature.

BONAVENTURA 6,5: Il più positivo del centrocampo viola, pronto ad inserirsi: nel primo tempo risveglia la Viola. dal 74′ BENASSI sv: Bentornato a Marco dopo un anno di assenza dai campi di gioco: ha anche l’occasione del 2-2.

PULGAR 5. Gioca tanti palloni, ma ne sbaglia diversi: uno di questi manda in porta la Roma per il gol del 2-1.

MALEH 5,5 : I minuti iniziali sono incoraggianti, quando la squadra resta in dieci perde vitalità. dal 46′ CASTROVILLI 6: Parte dalla panchina, prova qualche strappo ma non riesce ad incidere.

CALLEJON sv: L’ex Napoli è il sacrificato dopo un quarto d’ora per far entrare TERRACCIANO: il portierone viola entra bene, attento: non troppo impegnato dai giallorossi. Nessuna responsabilità sui gol.

VLAHOVIC 5,5: Non è l’attaccante scintillante dei mesi scorsi. Speriamo il mercato finisca presto. Si construisce comunque un paio di occasioni.

GONZALEZ 7: La stella del mercato viola è assolutamente il migliore in campo per i gigliati, costretto a giocare più da seconda punta che da esterno, mette in apprensione la difesa di Mourinho. Dall’84 SOTTIL

Serie A

Bartesaghi, la scena è tua: prima doppietta con il Milan

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Una doppietta che cambia tutto: Bartesaghi incanta San Siro, entra nella storia rossonera e si prende il Milan di Allegri. Il futuro è già iniziato.

Il primo gol in Serie A non si scorda mai. Figuriamoci una doppietta. Anche se il risultato finale non ha sorriso al Milan, fermato sul 2-2 dal Sassuolo nell’odierno lunch match di campionato, il pomeriggio di San Siro resterà inciso nella memoria di Davide Bartesaghi. Classe 2005, laterale mancino, all’undicesima presenza in Serie A, il giovane difensore rossonero ha vissuto una giornata memorabile: due gol, grande personalità e la sensazione netta di essere ormai diventato una certezza nei meccanismi di Massimiliano Allegri.

Il Milan si gode così il suo piccolo gioiello, il più giovane a trovare la via del gol tra i difensori rossoneri dai tempi di un’icona che ha lasciato ricordi indelebili nel tifo rossonero: Paolo Maldini. Paragoni ingombranti, inevitabili e allo stesso tempo prematuri, ma che rendono bene l’idea dell’impatto avuto da Bartesaghi.

Sempre più titolare nel Milan di Allegri

Allegri lo ha lanciato dopo l’infortunio di Estupinan, individuato dalla dirigenza come il naturale sostituto di Theo Hernandez. Bartesaghi si è fatto trovare pronto, facendo ricredere anche i tifosi più scettici, e la doppietta al Sassuolo ha rappresentato la definitiva certificazione di qualità che a Milanello veniva intravista da tempo: grande corsa, struttura fisica imponente, con ben 193 centimetri, una solida tecnica di base e, dettaglio non da poco, una sorprendente lucidità sotto porta.

Milan

MASSIMILIANO ALLEGRI AMAREGGIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Una crescita esponenziale per il ragazzo nato a Erba, che solo un anno fa veniva impiegato con maggiore continuità nel Milan Futuro, una stagione che non evoca bei ricordi, considerando che si è conclusa con la retrocessione in Serie D. Ciononostante, aveva accumulato già i primi minuti in Serie A e in Champions League, mostrando tutto il suo potenziale anche tra i professionisti: fisico, tecnica e capacità di interpretare entrambe le fasi.

Un rendimento che gli regala un rinnovo fino al 2030, un chiaro segnale di come nei piani alti del Milan credano nelle qualità del ragazzo, che negli ultimi mesi ha avuto una crescita evidente anche a livello caratteriale. Bartesaghi entra stabilmente nei titolari, gioca la stracittadina contro l’Inter dal primo minuto, scala le gerarchie e supera la concorrenza. Le prestazioni non passano inosservate: come riportato da Matteo Moretto, i primi sondaggi sono già arrivati dall’estero, in particolare dalla Premier League.

Oggi strapparlo al Milan appare decisamente più complicato. Un profilo giovane, italiano, cresciuto nel vivaio, tifoso rossonero fin da bambino: un patrimonio tecnico su cui basare le fondamenta per il futuro della società di via Aldo Rossi.

Le parole di Bartesaghi dopo Milan Sassuolo

A fine partita, il numero 33 rossonero resta con i piedi per terra:
“Non sapevo di essere il più giovane difensore milanista in gol dai tempi di Maldini, mi fa piacere. Devo tanto a questa squadra, ai miei compagni e al mister per la fiducia”.

Sull’abbraccio con Magnanelli e Corradi:
“Devo tanto a loro due, soprattutto a mister Corradi che è stato anche un mio allenatore in Nazionale. L’altro giorno mi ha chiesto: “Ma quando me lo fai un gol?”. Ci siamo abbracciati per quello”.

Il presente parla chiaro. Il futuro, per Davide Bartesaghi, promette ancora di più. Dal rossonero all’azzurro il passo, ormai, non sembra più così lungo.

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Serie A

Bologna, Italiano: “Un po’ di fatica è venuta fuori. La Supercoppa è un grande orgoglio”

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Bologna

Il tecnico del Bologna Vincenzo Italiano ha parlato in conferenza stampa al termine della partita contro la Juventus, terminata con una sconfitta per 0-1.

Bologna, le parole di Italiano

Togliendo la parte in 10, un po’ più sporchi rispetto al solito: come mai?
“Perché di fronte avevamo una squadra forte e su questi momenti della partita si fa trovare pronta. Per me siamo stati dentro questa partita, persa per una palla inattiva. In 10 si è complicato tutto, ma fino a quel momento c’eravamo. meno qualitativi del solito, ma grandi meriti alla Juve e in questo trittico di partite un po’ di fatica è venuta fuori. La perdiamo, ci dispiace ma il nostro cammino continua con la presenza nella Supercoppa e di questo siamo orgogliosi”.

Difficoltà sui raddoppi che la Juve faceva sugli esterni e vi siete fatti sorprendere su qualche palla lunga alle spalle del difensore centrale?
“Dovevamo essere un po’ più veloci nell’andare ad isolare Cambiaghi e Orsolini. Se sei lento, ripristinano la linea a 5 e non è facile. Su queste palle in profondità si può andare anche un minimo in difficoltà, ma di solito riusciamo a leggerle bene. Heggem non è riuscito a prendere la palla e lì un po’ la partita l’abbiamo abbandonata. Bisogna fare attenzione a tutte le situazioni e tecnicamente non siamo stati puliti come in altre partite. Ci può stare, abbiamo partite su partite e l’abbiamo preparata in allenamento. Non è un alibi, ma essere sempre brillanti non è semplice e rimanere nella partita è un merito”.

La scelta di Castro in panchina e come sta Immobile?
“Castro ha fatto più di 80 minuti a Vigo in una condizione incredibile. Siamo arrivati alle 5 del mattino, i dati di quasi tutti erano in grossa difficoltà: gente affaticata, che meritava di essere riproposta vista la partita di giovedì ma se vuoi essere brillante abbiamo deciso di prepararla così. Quando qualcuno è più stanco, è normale scegliere chi è al 100%. Sconfitta che non ci ridimensiona, la Juve lotterà per i primi posti. Ciro, quando rimaniamo in 10, siamo andati in difficoltà nelle sostituzioni. Volevo affiancarlo a Santi, ma non è stato possibile e lo vedremo in altre circostanze”.

Bologna

SANTIAGO CASTRO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Serie A

Juventus, Spalletti: “Cabal è un cavallo talentuoso. Gli ho rotto un po’ le scatole”

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Juventus

Il tecnico della Juventus Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa dopo la bella vittoria per 0-1 sul campo del Bologna, siglata dalla rete di Cabal.

Juventus, le parole di Spalletti

E’ la vittoria più bella e importante da quando allena la Juve?
“Sicuramente sì, incontravamo una squadra che ha un valore, forza ed entusiasmo. Squadra lavorata bene e costruita bene, anche in 10 ci hanno creato situazioni difficili. Aver vinto qua è ancora più merito per i miei calciatori e stasera gli va detto bravi veramente”.

Il cambio di Cabal è stata la mossa decisiva?
“Se non fai risultato e non migliori diventa difficile, ma io delle cose fatte bene in allenamento le avevo viste. Li avevo trovati energici e reattivi, c’era bisogno di una prestazione che desse tranquillità e spero che metta loro nelle condizione di ripeterla. Stasera la squadra è stata dentro la partita, andando oltre ai duelli individuali a cui ti costringe il Bologna. Cabal deve imparare talvolta a correggere la sua emozione. Ha gamba e forza, è talentuoso anche chi fa 2o volte i 100 metri a tutto fuoco e lui ha questo. Nelle partite che ha giocato fino a dora è stato troppo sporco per il valore che ha, per cui gli ho rotto un po’ le scatole”.

Openda l’ho visto molto bene?
“E’ un calciatore differente, è uno che lega il gioco: a volte mi sembra più una seconda che una prima punta. Un calciatore che probabilmente, contro squadre come il Bologna, si trova più a suo agio perché ha 60 metri di strappo fatti di potenza e velocità pura. E’ stato un po’ avvantaggiato dal tipo di partita e dal modo di giocare del Bologna”.

Juventus

KENAN YILDIZ, DUSAN VLAHOVIC E LOIS OPENDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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