Serie A
Cagliari-Sampdoria: le probabili formazioni e dove vederla
Domani sera la Sampdoria di Giampaolo scenderà in Sardegna a far visita alla squadra allenata da Maran, il Cagliari, reduce da una brutta sconfitta sul campo del Parma per 2-0. I blucerchiati, come i sardi, vengono da una sconfitta con l’Inter in una partita che per goal annullati dal Var non ha precedenti – due reti non date a Nainggolan e Asamoah e una a Defrel – giocando tutto sommato una buona partita, così come il match precedente contro la Fiorentina dove perlomeno è stato raccolto un punto. I rossoblù, nonostante l’ultima sconfitta, in casa non ha ancora perso dopo i due punti raccolti contro Sassuolo e Milan, quest’ultimo ampiamente dominato.
Indice
Cagliari
Il Cagliari dovrebbe cambiare molti uomini rispetto a sabato. Maran, riproponerà il 4-3-1-2, rivoluzionando gli 11 titolari con Faragò che prenderà il posto in difesa sulla corsia destra dello stanco Srna, così come il jolly Padoin che al contrario lo prenderà a sinistra al posto di Lykogiannis. A centrocampo, Castro potrebbe mettere in panchina Ionita e, confermato Joao Pedro sulla trequarti, in attacco Cerri e Sau lasceranno il compito di segnare a Pavoletti e Farias.
Sampdoria
La Sampdoria, che giocherà con il 4-3-1-2, avrà variazioni di uomini sopratutto a centrocampo. Confermata la linea difensiva, nel mezzo dovrebbero rientrare Barreto e Jankto al posto rispettivamente di Linetty e Praet, mentre in attacco Kownacki potrebbe davvero partire titolare al posto di Quagliarella.
Probabili formazioni
Cagliari (4-3-1-2): Cragno; Faragò, Romagna, Klavan, Padoin; Castro, Bradaric, Barella; Joao Pedro; Pavoletti, Farias.
All. Maran
Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Bereszynski, Tonelli, Andersen, Murru; Ekdal, Barreto, Jankto; Ramirez; Defrel, Kownacki.
All. Giampaolo
I precedenti
I precedenti tra queste due squadre danno ragione ai padroni di casa, che in totale contro la Samp hanno totalizzato 71 gare, vincendone 28, pareggiandone sempre 28 e perdendone 15.
Dove vederla
La partita verrà giocata domani sera alle ore 21:00 al Sant’Elia di Cagliari, con diretta esclusiva in Tv su Sky e, sempre per gli abbonati, in streaming sul servizio Sky Go.
Serie A
Il Frosinone e l’assurda pretesa di salvarsi “giocando”
Il Frosinone, celebrato oltre metà campionato per la propria proposta di gioco, ha salutato la Serie A nella giornata di ieri.
Ci si salva con la sciabola, non con il fioretto
17esimo posto: Empoli, rivitalizzato da un Davide Nicola che ha abiurato la svolta giochista dopo l’esonero di Salerno. 16esimo posto: Cagliari, salvato da un “pragmatico” della vecchia scuola come Claudio Ranieri. 15esimo posto: Udinese, che ha mantenuto inalterata la propria “dimensione da battaglia” nel passaggio da Gabriele Cioffi a un allenatore di maggiore (per non dire solo) leadership come Fabio Cannavaro.
14esimo posto: Lecce, che ha silurato Roberto D’Aversa (più per la testata a Thomas Henry che per i risultati, ma c’entrano anche quelli) per accogliere il più concreto Luca Gotti. Questo il novero delle squadre che hanno raggiunto l’agognata salvezza, al quale bisognerebbe aggiungere l’Hellas Verona di Marco Baroni che però rappresenta un autentico miracolo sportivo. Monza e Genoa mai realmente a rischio declassamento.
A scendere di categoria sono state la Salernitana (disastro manageriale, prima che tecnico) oltre a Sassuolo e Frosinone. Due squadre sovente celebrate per la propria filosofia in campo e fuori, per la proposta di gioco e per la propria capacità di lavorare con i giovani. Il risultato di tale espressione calcistica è stata una ineluttabile retrocessione, come sempre quando i vacui proclami filosofici si scontrano con il realismo del campo.
Frosinone, retrocessione più che meritata
Ho avuto la sfortuna di dover ascoltare cinque minuti dello studio post-partita di DAZN, in cui Stefano Borghi ha sostanzialmente “accusato” la dirigenza friulana di “non aver operato una svolta tecnica con l’arrivo di Fabio Cannavaro in panchina“. I bianconeri sono stati celebrati (a denti stretti) per la loro capacità di “rosicchiare dei punti ove possibile“, come se questo fosse un demerito e non la conditio sine qua non per mantenere la categoria.
Cannavaro, pur non avendo portato nulla dal punto di vista tecnico-tattico, ha avuto l’intelligenza di capire cosa servisse alla sua squadra in quel momento. Calma, serenità e una figura di riferimento. Talvolta per salvare una squadra bastano praticità e umiltà, mentre i voli pindarici e i sillogismi filosofici rischiano di sorbire l’effetto contrario. A tal proposito, mi sarebbe piaciuto potergli chiedere luci circa il futuro del Frosinone.
Una squadra lungamente elogiata e presa come fulgido esempio di programmazione, dato che su trentatré componenti della rosa ben tredici sono prestiti a termine. Non solo: su tredici di questi sette erano stati schierati titolari ieri sera, nella partita più importante della stagione. Fa eccezione Stefano Turati (infortunato) che altrimenti avrebbe fatto scattare il contatore a otto.
Come possa una società che fa dell’improvvisazione il proprio e che guarda alla giornata essere maggiormente meritoria della categoria di una che, al netto di tutti i suoi difetti, con ieri sera ha raggiunto il trentesimo anno consecutivo nella massima serie nostrana rimane un mistero. Trent’anni consecutivi in Serie A non sono fortuna, così come non è stata fortuna la vittoria di ieri sera. A parità di tiri in porta (5 a 5) e di xG attesi (0,80 per i ciociari, 0,78 per i friulani) ha vinto chi ha fatto gol: esiste sport più meritocratico del calcio?
Serie A
Lazio, Guendouzi ha chiesto la cessione: la situazione
Stando a quanto riportato da “Il Corriere dello Sport“, Mateo Guendouzi avrebbe chiesto alla Lazio di partire la prossima estate.
Guendouzi-Tudor: strappo insanabile
Il rapporto fra Guendouzi e Tudor è ai minimi storici e non sembra esserci margine per ricucirlo. A riportarlo è il Corriere dello Sport, nella sua edizione domenicale. La nota testata romana, fra le più accreditate per quanto concerne Lazio e Roma assieme a Il Messaggero, aggiunge che il francese avrebbe chiesto la cessione.
Guendouzi e Tudor avevano avuto un diverbio molto serio ai tempi del Marsiglia, che avevano portato l’ex-Arsenal a perdere molto spazio nelle gerarchie del tecnico croato. Gli attriti fra i due non sono solo di natura personale, tanto che i due hanno nuovamente litigato nel corso di questi mesi, ma anche tecnico-tattica.
Infatti, in questo momento Tudor ha individuato in Vecino e Rovella la coppia di interni ideali per il proprio centrocampo. La posizione di sotto punta, che il transalpino aveva ricoperto efficacemente durante la sua esperienza marsigliese, attualmente è occupata da Zaccagni sul centrosinistra e Kamada sul centrodestra.
Rischio cessione concreto: se arrivano 30 milioni…
Le cose, ovviamente, potrebbero cambiare in estate. Tudor era partito con una certa idea di calcio, ovvero con l’ex-Verona tutta fascia a sinistra e la coppia Luis Alberto–Felipe Anderson alle spalle di un centravanti, ma le bizze caratteriali dello spagnolo e la situazione contrattuale del brasiliano hanno rimescolato le carte in tavola.
Il croato sta ancora valutando la rosa nella sua interezza, nel tentativo di capire chi farà parte del nuovo progetto e chi no, e l’assetto tattico della Lazio è ancora in fisiologica evoluzione. Tuttavia, gli attriti che intercorrono fra i due sembrano difficilmente sanabili e lo stesso francese non sembra disposto a vivere una stagione da comprimario.
Per Lotito e Fabiani la situazione è chiarissima. Guendouzi si è dimostrato uno degli acquisti più azzeccati dell’ultimo mercato e il patron bianco celeste, notoriamente orgoglioso e attaccato al proprio ego, non vorrebbe sconfessare la propria intuizione. D’altro canto, se arrivasse un’offerta congrua (la Lazio chiede circa 30 milioni) la cosa migliore per tutti sarebbe diramare la matassa ed evitare di portarsi dietro il problema per un altro campionato.
Serie A
Monza, in caso di addio di Palladino, ci sono due candidati in pole
Il Monza in caso di addio di Palladino avrebbe messo nel mirino due nomi per sostituire il tecnico partenopeo, la situazione.
Monza, i nomi per il post Palladino
Secondo quanto emerso nelle ultime ore, il Monza è pronto ad accettare l’addio di Raffaele Palladino e avrebbe messo nel mirino due nomi per sostituire il tecnico campano.
Secondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio, i nomi che avrebbe preso in considerazione l’amministratore delegato brianzolo Adriano Galliani sono:
Alessandro Nesta, leggenda del Milan, che sta facendo molto bene in questi anni in Serie B con la Reggiana e Marco Baroni che ha voglia di mettersi in gioco in un progetto più altisonante dopo le ottime stagione con Lecce e Hellas Verona.
La situazione al momento resta da monitorare, ma l’unica cosa certa è che Galliani sicuramente prenderà un profilo ideale per il club brianzolo, in vista della prossima stagione.
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