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Stadio Flaminio: ecco il (possibile) futuro!
Lo Stadio Flaminio di Roma è uno dei tanti impianti abbandonati al momento con un passato invidiabile. Inaugurato a Roma nel Marzo 1959, è stato utilizzato da entrambe le squadre della Capitale, oltre che anche dalla Nazionale, sia di calcio che di rugby, per poi divenire la casa dell’Atletico Roma, club militante nella Lega Pro dell’epoca, l’attuale Serie C. Adesso l’impianto è abbandonato a se stesso, senza alcun padrone se non, come riportato da Wikipedia, la facoltà di architettura dell’università di Roma “la Sapienza“, che sta portando avanti uno studio di ristrutturazione. Sempre secondo l’enciclopedia online, da Luglio 2018 è sotto tutela della soprintendenza speciale delle Belle Arti di Roma. Ma adesso, si sarebbe aperto un nuovo possibile scenario.
Stadio Flaminio: una squadra della Capitale potrebbe trasformarla nella suo nuova casa!
Lo Stadio Flaminio sarebbe sotto i riflettori della famiglia Friedkin come possibile nuova casa dei giallorossi. Come riportato da “Calcioefinanza.it“, il vantaggio economico sarebbe uno dei fattori chiave nella scelta, visto che il programma di ristrutturazione e ampiamento dei posti a sedere costerebbe “solo” 350 milioni di euro, circa un terzo rispetto alle spese che riguarderebbero il trasferimento a Tor di Valle. Tra l’altro, la Roma ha già giocato una stagione in quello stadio, quella 1989/90, visti i lavori allo Stadio Olimpico in vista dei Mondiali del ’90.
Stadio Flaminio: la Roma guarda al modello Juventus!
Lo Stadio Flaminio allora diviene il primo candidato per divenire la nuova casa della Roma, che ha intenzione di presentare un programma ed un progetto in pieno stile Juventus. I torinesi, per realizzare il nuovo impianto, l’attuale Allianz Stadium, ottennero la concessione da parte del Comune della superficie in cui sorge l’impianto per 99 anni. L’obiettivo sarebbe quindi quello di rilanciare l’intera zona, coinvolgendo anche altre attività. Gli ostacoli però non mancherebbero. Difatti, sotto lo stadio scorrerebbe un’antica necropoli romana, che renderebbe quasi impossibile la costruzione di un parcheggio sotterraneo. L’idea sarebbe quella di convertire in posti auto i 6 metri di strutture in disuso situate immediatamente sotto lo stadio, tra cui una piscina e delle palestre per la boxe e lo scherma. Il progetto è ambizioso, le possibili complicanze molte, ma la determinazione e la voglia di dare nuova vita ad uno degli impianti storici di una delle città più belle del mondo è del tutto comprensibile.
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Djokovic al World Sports Summit di Dubai: “I miei idoli erano Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba. Da bambino amavo giocare a calcio”
Novak Djokovic, campione del Tennis e grande appassionato di calcio, rivela i suoi idoli di infanzia al World Sports Summit di Dubai, tra cui Pete Sampras, Kobe Bryant e Alberto Tomba.
Djokovic: Un Viaggio tra Tennis e Altri Sport
Durante il prestigioso World Sports Summit di Dubai, Novak Djokovic ha condiviso con il pubblico i nomi dei suoi idoli sportivi. Tra questi, spiccano leggende come Pete Sampras nel tennis, Kobe Bryant nel basket e Alberto Tomba nello sci. Djokovic ha sottolineato come queste figure abbiano influenzato la sua carriera e ispirato il suo percorso nel mondo del tennis. “Ero un grande fan di Sampras, Bryant e Tomba, i più grandi nei loro sport”, ha affermato il campione serbo.
Un Amore per il Calcio
Oltre a parlare dei suoi idoli, Djokovic ha rivelato un dettaglio inaspettato circa la sua infanzia: la passione per il calcio. “Se non fossi diventato un tennista, cosa avrei fatto? Da bambino, amavo anche giocare a calcio”, ha confessato. Questa dichiarazione ha suscitato interesse tra gli appassionati di sport, evidenziando la versatilità e i molteplici interessi di Djokovic al di là dei campi da tennis.
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Fonte: l’account X di Schira
Novak #Djokovic to #WorldSportsSummit in Dubai: “My idols were Pete #Sampras, Kobe #Bryant and Alberto #Tomba: they were the greatest in their sports and I supported them as a fan. If I hadn’t been a tennis player, what would I have done? When I was a child, I also loved to play football…”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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Baggio e il Pallone d’Oro: il “Divin Codino” celebrato al World Sports Summit di Dubai
Roberto Baggio, leggenda del calcio, partecipa al World Sports Summit a Dubai, celebrando i 32 anni dalla vittoria del Pallone d’Oro.
Un’icona del calcio al World Sports Summit
Roberto Baggio, uno dei più grandi simboli del calcio mondiale, ha fatto il suo trionfale ingresso al World Sports Summit di Dubai. Questo evento prestigioso riunisce personalità di spicco dello sport globale per discutere delle sfide e delle opportunità future nel mondo sportivo. La presenza di Baggio non solo arricchisce ulteriormente il summit, ma rappresenta anche un omaggio alla sua straordinaria carriera. Esattamente 32 anni fa, nel dicembre del 1993, Baggio otteneva il massimo riconoscimento individuale per un calciatore, il Pallone d’Oro, consacrandosi tra i migliori di sempre.
Ricordi indelebili e un futuro nello sport
Durante il suo intervento, Baggio ha condiviso momenti salienti della sua carriera e ha discusso delle potenzialità del calcio moderno. L’evento ha offerto l’opportunità di riflettere su come il calcio abbia evoluto nel corso degli anni e sulle sfide che i futuri talenti dovranno affrontare. La partecipazione di Baggio al summit non è solo un tributo al passato glorioso, ma anche un invito a guardare avanti, esplorando nuovi orizzonti per lo sport e i suoi protagonisti.
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Fonte: l’account X di Schira
One of the greatest football legend Roberto #Baggio is just arrived at #WorldSportsSummit in Dubai. Exactly 32 years ago he won the Ballon d’Or. 💎
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 29, 2025
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FIFA, Infantino: “Non c’è mai troppo calcio, anzi ne servirebbe di più”
Gianni Infantino durante un intervento al World Sports Summit, ha delineato la visione della FIFA per un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile.
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, in un discorso pronunciato al World Sports Summit di Dubai, ha espresso la visione dell’organo di governo mondiale del calcio: un calcio sempre più globale, inclusivo e sostenibile. Infantino ha affrontato uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni, il numero di partite e la presunta “saturazione” del calendario. Ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio tra calcio di club e calcio delle nazionali, tra partite significative e insignificanti.
Ha inoltre parlato degli investimenti della FIFA nello sviluppo del calcio in tutto il mondo e ha affermato: “Stiamo investendo miliardi di dollari nello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Nei 211 Paesi tutti ricevono sovvenzioni per costruire campi e formare giocatori. Entro il prossimo anno avremo 100 accademie FIFA in 100 Paesi diversi”.
Infantino sul Mondiale per club e il Mondiale 2026
Infantino ha riservato spazio anche per parlare del Mondiale per club, uno dei progetti più ambiziosi della FIFA. Ha definito l’ultima edizione disputata negli Stati Uniti un successo commerciale e ha sottolineato l’importanza di dare spazio al calcio dei club.
Ha poi parlato delle impressionanti cifre previste per il Mondiale 2026, che si giocherà tra Stati Uniti, Canada e Messico: “48 squadre, 104 partite: 104 Super Bowl in un mese. Avremo sei o sette milioni di persone negli stadi e sei miliardi davanti alla televisione. In appena due settimane abbiamo ricevuto 150 milioni di richieste di biglietti. In 100 anni di storia della Coppa del Mondo la FIFA ne ha venduti 44 milioni in totale. È qualcosa di assolutamente incredibile”.
Il ruolo della FIFA nel calcio mondiale
Infantino ha infine ribadito il ruolo fondamentale della FIFA nel finanziamento del calcio mondiale: “Siamo l’unica organizzazione che finanzia il calcio in tutto il mondo. Senza la FIFA non ci sarebbe calcio in 150 Paesi”.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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